Un bene da recuperare, per non dimenticare ed ignorare, l'arte e la storia equestre della Sicilia.
Sull'Ordine Equestre e Militare della Stella mi sono pervenute fino ad oggi pochissime notizie e contrastanti per questo ho deciso di scoprire quanto ci fosse di vero su alcune voci pervenute e su una sua certa operosità nella città di Messina, nei secoli XVI e XVII. Nel 1595 Giovanni III Ventimiglia, ottenne il titolo di Presidente del Regno di Sicilia, principe di Castelbuono, 8° Marchese di Geraci e stratigoto di Messina . La carica di stratigoto risale all'epoca della dominazione bizantina in Sicilia e aveva carattere prettamente militare. Con la conquista normanna, rimase a capo di Messina la figura dello stratigoto, che aveva come compito principale quello di far eseguire le leggi ed amministrare la giustizia. Proprio in questa città diede vita al prestigioso "Ordine dei Cavalieri della Stella", diretta da istruttori di gran fama: primo, fra tutti, il napoletano Federico Grisone (il maestro dei maestri); seguono, Antonio de Pluvinel, maestro di Luigi XVIII; Salomon de La Brue, che introdurrà l'addestramento dolce rifacendosi ai trattati di Senofonte; Prospero D'Osma, maestro dell' Accademia Reale della Regina Elisabetta I.
Il principe organizzò il plotone d'onore dei "Cavalieri della Stella", giovani che si addestravano nell'esercizio delle armi e dell'equitazione. Uno dei campi d'addestramento si trovava a Castelbuono, recintato da mura, corrispondeva alla spianata orientale del castello , chiamato poi il Piano del Marchese. Sempre a Castelbuono, Geraci e le Madonie venivano allevati i migliori destrieri di sangue normanno e berberi, questi cavalli poi venivano distribuiti nel regno per varie esigenze, i migliori stalloni venivano utilizzati per gli esercizi equestri dell'accademia di Messina e Castelbuono. Il DI BLASI, nel suo III volume "Storia del Regno di Sicilia, Palermo 1847" alla pag. 103 assicura quanto segue: "Allontanato il timore della flotta ottomana, il Marchese di Geraci continuo a reggere la Sicilia pacificamente, e portato ad esercitare i giovani della sua patria Messina, negli esercizi militari, ne scelse cento, i quali si addestravano nel maneggiare le armi e nell'esercitare i cavalli, ed ottenne da Filippo II, che questa compagnia fosse riputata come un ordine militare e che quei cavalieri si chiamassero della Stella.. Essi si esercitavano alle armi, addestravano cavalli, davano feste con tornei. Il loro capo chiamavasi Principe, vestivano mantello e cappuccio bianco, e portavano una croce come quella di Malta con una stella smaltata nel centro". Nel medesimo volume, egli asserisce ancora:" I Cavalieri della Stella presero parte attiva alla rivolta antispagnola del 1674-78 di Messina. Al rientro degli spagnoli il nuovo Viceré, D. Francesco Bonavides conte di Santo Stefano, per vendicarsi della loro condotta, dispose la soppressione dell'Ordine". Il Barone Giuseppe La Farina di Messina cita che l'Ordine festeggiava la sua istituzione il 6 gennaio, festa dell'Epifania. "Per l'occasione si portava in processione, sopra una ricchissima bara d'argento del valore di tremila scudi realizzata a spese dell'Accademia, una custodia di cristallo contenente la reliquia dei capelli della Beata Vergine." Una splendida mostra-cavalcata facevano i Cavalieri anche in uno dei primi diciassette giorni d'agosto, mentre in ottobre "un solenne armeggiare" con giostre e tornei. Ne perpetuarono il ricordo i tornei nella vallata della giostra e i paladini dell'opera dei pupi nel teatrino della baraccopoli sorta dopo il terremoto del 1908 di Messina. Posso tranquillamente asserire in questa prima parte della ricerca, non solo la reale esistenza, ma anche, il carattere intrinseco militare ed equestre, oltre che culturale e sportivo, dell'Ordine rilevatosi di carattere internazionale proprio per la qualità caratterizzanti di un Ordine Cavalleresco del seicento.
Il Presidente dei Gattopardi Sicilia
Vincenzo Dott. Allegra