Il 27 Febbraio il governo ha approvato il disegno di legge che regolamenta il diritto di sciopero per il settore trasporti, la cisl, uil e ugl hanno già espresso il loro consenso. Con questo decreto il Governo paventa la restrizione del diritto di sciopero ritenendo necessario l’adeguamento della normativa vigente agli altri stati europei. Condizione questa assolutamente falsa così come dimostrato dalla sintesi comparativa redatta dalla ETUI-REHS RESEARCH DEPARTMENT: in Germania e in Gran Bretagna è previsto l’obbligo di referendum, in Francia l’obbligo della dichiarazione preventiva di adesione allo sciopero, in spagna l’obbligo dei servizi minimi , ma in Italia si vogliono sommare tutte queste limitazioni alle numerosissime già esistenti.
Il Ministro On. Brunetta sta incalzando l’opinione pubblica facendo leva sul disagio che il cittadino è costretto a sopportare quando il settore pubblico entra in sciopero, asserendo che: “Prendere in ostaggio i cittadini sulla base di un diritto costituzionalmente determinato suona fasullo, nel senso che gli ostaggi siamo noi e il diritto di sciopero qui non c'entra definendo la norma molto seria e molto garantista … “.
Il Ministro forse dimentica che le motivazioni che spingono le organizzazioni sindacali a dichiarare i cosi detti “scioperi selvaggi”, sono il frutto dalle negligenze governative maturate dalla consueta abitudine delle amministrazione al non rispettare mai gli accordi sul rinnovo dei contratti nazionali. A tal proposito serve ricordare all’Onorevole Brunetta che a tutto oggi il Contratto Nazionale VV.F. non è ancora stato rinnovato costringendo i lavoratori ad accontentarsi dei pochi miseri spiccioli elargiti da palliativi come quelli stipulati nelle così dette vacanze contrattuali.
La realtà vuole che il salario medio corrisposti ai lavoratori sta sopportando una inadeguatezza tale da rendere gli stipendi incongrui nei confronti dei reali indici d’inflazione, ed il Governo anziché provvedere ad un concreto risanamento della politica salariale sembra preferire tacitare i diritti dei lavoratori con provvedimenti coercitivi che minano ed assediano la libertà democratica inscritta nel diritto di sciopero sancito dalla nostra Costituzione.
Sebbene la proposta non colpisca direttamente il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco questo disegno di legge rappresenta un pericoloso inizio che conduce il mondo del lavoro verso una vera e propria emergenza democratica, terreno fertile ad uno scenario conflittuale sociale ancor più grave in prospettiva della crisi che sta assediando e distruggendo l’economia del nostro paese.
Adriano BEVILACQUA