"Abbiamo saputo da pochi minuti di un nuovo suicidio in carcere di un detenuto italiano ristretto ad Alta Sicurezza nel carcere di Benevento, un carcere dove sono presenti quasi 400 detenuti a fronte dei circa 240 posti letto regolamentari. Il fenomeno dei suicidi in carcere (diciotto detenuti in questi primi giorni del 2010) ci preoccupa come ci preoccupa la grave rivolta di Porto Azzurro e le continue aggressioni a poliziotti penitenziari. La carenza di personale di Polizia Penitenziaria (ben 6mila unità!) e di educatori, di psicologi e di Personale medico specializzato, il pesante sovraffollamento dei carceri italiani (oltre 67mila detenuti in carceri che ne potrebbero ospitare 43mila, con le conseguenti ripercussioni negative sulla dignità stessa di chi deve scontare una pena in celle affollate oltre ogni limite) sono temi che si dibattono da tempo, senza soluzione, e sono concause di questi tragici episodi. E il personale di Polizia Penitenziaria è stato ed è spesso lasciato da solo a gestire all'interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale, 24 ore su 24, 365 giorni all'anno. Non si può e non si deve chiedere al Personale del Corpo di "accollarsi" la responsabilità di tracciare profili psicologici che possano eventualmente permettere di intuire l'eventuale rischio di autolesionismo da parte dei detenuti".
E' quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria, in relazione al nuovo suicidio di un detenuto nel carcere di Benevento.
"A nostro avviso è assolutamente necessario dare attuazione alle previsioni contenute nel Piano carceri del Governo, potenziando maggiormente il ricorso all'area penale esterna e limitando la restrizione in carcere solo nei casi indispensabili e necessari. Ma dovrebbe fare di più sul carcere il mondo della politica, a nostro avviso. In Parlamento sono state recentemente approvate più mozioni sulle criticità penitenziarie che però non hanno prodotto nulla di concreto per risolvere le problematiche del settore. Una cosa è certa: se non fosse per la professionalità, l'attenzione, il senso del dovere dei poliziotti penitenziari le morti per suicidio in carcere sarebbero molte di più di quelle attuali.
Roma, 8 aprile 2010
Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
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