Roma, 10 febbraio 2015 - «Ecco il vero volto del governo che intavola inutili discussioni programmatiche anti smog con gli enti locali. Otto nuovi inceneritori e la riaccensione di quello a Malagrotta. Una scelta scellerata che mostra i veri interessi di Galletti. Sono quelli degli industriali. Non avevamo dubbi ma quanto ha detto oggi in Aula è l'ennesima conferma. Speriamo che le Regioni si oppongano fermamente», è quanto dichiarano i deputati del M5S della Commissione Ambiente.
«Riaccendere Malagrotta è un crimine – spiega Stefano Vignaroli, deputato M5S e vicepresidente della Commissione sul ciclo dei rifiuti – come se gli abitanti di Valle Galeria non avessero patito abbastanza. Poi si rifà entrare dalla finestra chi si stava cercando di far uscire dalla porta, cioè il patron della discarica, Manlio Cerroni».
La discarica venne chiusa per evitare le pesanti sanzioni europee ma nessuno ha ancora arginato la contaminazione delle falde superficiali e profonde ed il risanamento rimane un miraggio nonostante sul tema sia intervenuto il Consiglio di Stato.
Mentre la Procura indaga su Cerroni per quello che dichiara essere un vero e proprio "sodalizio criminale in grado di influenzare la pubblica amministrazione", la Prefettura ha lanciato blande interdittive antimafia, ancora oggetto di appello, che dopo l'esplosione del caso Mafia Capitale andrebbero riscritte. Ho già sollecitato sul tema il Prefetto di Roma Gabrielli visto che si vuol mettere in mano al medesimo imprenditore che ha distrutto il territorio di Malagrotta un nuovo giocattolo nuovamente incentivato con i soldi pubblici sottratti alle fonti rinnovabili.
Nessuno ha mai approfondito il tema inceneritore di Malagrotta come invece abbiamo fatto noi del M5S. «Sugli atti del Gestore dei Servizi Energetici nazionali, il GSE, è evidente che si tratta di una scatola vuota con un inceneritore sperimentale non funzionante e ulteriori linee da costruire. Una macchina che fino ad ora è servita solo a bruciare incentivi pubblici che in futuro produrrà energia sufficiente solo per autoconsumo, senza nessuna convenienza per le tasche dei cittadini. Far accendere questa macchina comporterà l'ennesima distorsione del mercato con rallentamento della filiera del riciclo e della raccolta differenziata, inoltre le norme comunitarie verranno nuovamente aggirate con il rischio di perpetrare questa annosa situazione di emergenza strumentale e criminosa nella provincia di Roma».
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