VICENZA FERROVIERI, SOPRALUOGO DEL C.P.V. IN SEGUITO ALLE DICHIARAZIONI DEL SINDACO VARIATI CHE TUONAVA CONTRO NUTRIE TASSI E VOLPI, TROVATE TANE DOVE I CASTORINI SONO STATI SEPOLTI VIVI, PRESSAPOCHISMO INCURIA E DILETTANTISMO NEI LAVORI.
A seguito della piena del fiume Retrone avvenuta dopo le abbondanti precipitazioni dei primi giorni di febbraio il Sindaco di Vicenza Achille Variati ha tuonato contro i soliti castorini, ritenuti responsabili dell’indebolimento degli argini, aggiungendo tassi e volpi.
Per conoscere la situazione e per dare la corretta informazione alla cittadinanza il Coordinamento Protezionista Vicentino con i propri tecnici coordinati dalle guardie Zoofile Dell’E.N.P.A., ha effettuato due distinti sopralluoghi il 16 e il 23 di febbraio.
Il lavorò è stato svolto nella parte terminale del fiume che và dal parco del retrone alla confluenza con il bacchiglione.
Posto che i problemi derivati dalle tane delle nutrie, si pongono esclusivamente nel caso degli argini che si ergono sopra il piano campagna, e che siano il prolungamento verso l’alto della sponda del fiume, i lavori si sono concentrati sull’argine destro, l'unico interessato dagli scavi del castorino.
I tecnici hanno individuato censito e fotografato, dodici cunicoli scavati dalle nutrie, di questi sette tutt’ora abitati, tre di questi i più esposti avevano tre ingressi, ovvero la nutria per sfuggire ad eventuali predatori si era creata più vie di fuga, nessuna tana abitata dal tasso e nessuna dalla volpe.
Le verifiche si sono concentrate sulle tre tane che si trovano a poche decine di metri dal ponte su via fusinato, dove durante la piena del retrone si è dovuto intervenire per tamponare i “fontanazzi” che si erano creati nell'argine, grazie a dei cunicoli che lo attraversaveno completamente.
Ma per quale motivo le nutrie avevano effettuato questo tipo di tana incomprensibile per la loro stessa sicurezza??
Molto semplice, gli addetti ai lavori, per mettere in sicurezza e rinforzare l’argine dopo l’alluvione del novembre 2010, hanno posato la rete detta antinutria fissata nella sponda dell’argine che guarda il fiume per chiudere le tane del castorino, nel fare questa attività presumibilmente il “genio civile” non ha immaginato che stava seppellendo vivi gli animali imprigionandoli nella propria tana.
I castorini per sopravvivenza non hanno potuto fare altro che scavare e scavare fino ad uscire dalla parte opposta dell’argine, di fatto compiendo un tunnel che nel caso di piena avrebbe creato appunto il “fontanazzo”.
Gli stessi residenti hanno dichiarato alle guardie Zoofile che i tunnel passanti erano visibili da chiunque passeggiasse sull’argine ma nessuno si era preoccupato di intervenire.
In particolare la provincia di Vicenza che si occupa di questi problemi, i mesi scorsi ha promosso con molta enfasi il progetto reti antinutria, perché anziché spendere soldi pubblici per le inutili fucilazioni di questi animali, non comincia a mettere seriamente in sicurezza gli argini esposti? Il C.P.V. si metterà a disposizione per la cattura, la sterilizzazione e lo spostamento degli animali prima della posa delle reti.
Renzo Rizzi portavoce ha aggiunto: comprendo lo stato d’animo del Sindaco Variati in quella situazione di emergenza, nella quale devo dire si è prodigato in mille modi per salvaguardare la città e fare tutto il possibile essendo sempre presente a dare il suo contributo, ma consiglio allo stesso di fare anche attenzione ai consigli che gli vengono rivolti in questo settore.
Ricordiamo ad esempio la devastante alluvione del novembre 2010 che ha tagliato a metà il Veneto nella cui circostanza l’ingegnere Roncata del Genio Civile, ha dichiarato in un articolo a tutta pagina nel giornale di Vicenza, che l’alluvione era stata causata non dai lavori che stavano facendo ma dalle nutrie…; solo grazie alle indagini promosse dal CPV, la procura di Verona Tramite il giudice dottoressa Ardito ha elencato le cinque cause responsabili dell’alluvione tra le quali non figurano naturalmente le nutrie, una conclusione logica visto che le sponde dell’Alpone in quel punto sono in cemento armato!
In pratica, questi animali possono vivere tranquillamente in questo ambiente, ma vanno prese le opportune contromisure, appunto mettendo in sicurezza con le reti i punti critici e tramite verifiche periodiche degli argini da parte di personale specializzato nel settore; non secondario, evitando in ogni modo le fucilazioni che spingono i roditori in fuga a colonizzare altri territori e ad una iper riproduzione, aumentandone il numero, come dimostrano proprio gli abbattimenti in provincia di Vicenza, evitare inoltre la caccia alla volpe vero selezionatore naturale di questa specie.
Renzo Rizzi,
portavoce Coordinamento Protezionista Veneto.
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