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lunedì 5 agosto 2013

anoni denuncia in Europa le violazioni dell'Italia alla Direttiva Habitat

L''europarlamentare Andrea Zanoni ha presentato un'interrogazione alla Commissione europea per denunciare le costanti violazioni della Direttiva Habitat da parte dell'Italia: «Mi associo alla richiesta di WWF e LIPU che nel loro dossier hanno sottolineato il progressivo depauperamento dello stato dei SIC (Siti di importanza comunitaria) e delle ZPS (Zone di protezione speciale) italiani, che rientrano nel programma Rete Natura 2000»


«La Commissione europea avvii una procedura di infrazione contro l'Italia per costante violazione della Direttiva "Habitat", in particolare dell'articolo 6, paragrafi 3 e 4, come chiesto da WWF e LIPU nel loro dossier». A chiederlo è Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE (Alleanza dei Liberali Democratici europei), membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare e vice Presidente dell'Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali  al Parlamento europeo, con un'interrogazione alla Commissione europea.
Nel "Dossier sul depauperamento dei siti Natura 2000 e sulla Valutazione di Incidenza in Italia 2013" elaborato congiuntamente da World Wide Fund for Nature (WWF) Italia e Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) BirdLife - Italia, le associazioni ambientaliste hanno denunciato che si sta assistendo al progressivo depauperamento dello stato dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) italiani che rientrano nel programma Rete Natura 2000.

La situazione è dovuta alle costanti e gravi violazioni della Direttiva "Habitat" 92/43/CEE commesse dalle Autorità competenti in occasione della realizzazione di interventi nelle  aree protette, in particolare dell'articolo 6, paragrafo 3, che prevede l'obbligo di redazione della VINCA (Valutazione di Incidenza Ambientale) sul progetto di intervento, qualora questo possa produrre significative incidenze negative nella zona coinvolta e che vieta di procedere qualora ciò venga confermato, e del paragrafo 4, che prevede, invece, le eccezioni a tale divieto.

«Nel dossier viene richiamata la casistica italiana - ha spiegato Zanoni - Accade talvolta che l'effettuazione della VINCA venga del tutto omessa e, anche qualora la VINCA venga redatta, (spesso si tratta di mera pre-valutazione detta screening), in genere è estremamente superficiale e contiene gravi errori che purtroppo sono diventati prassi consolidate. Si va dalla carenza di informazioni sullo stato di conservazione dell'area e sulle sue capacità di recupero alla descrizione generica o incompleta dell'intervento nelle sue diverse fasi e opere, fino all' assenza di valutazione dell'opzione zero (non realizzazione dell'intervento) e all'inconsistente valutazione di soluzioni alternative. I pareri degli organi coinvolti nella procedura, inoltre, sono spesso lacunosi perché i funzionari addetti sono oberati di lavoro o non sufficientemente preparati o, ancora, addirittura a causa di ingerenze politico-istituzionali».

Nei rari casi in cui la VINCA viene effettuata correttamente accade che spesso l'intervento sia poi realizzato senza rispettare tutte le prescrizioni contenute. «Ad aggravare la situazione si aggiunge la difficile situazione in cui versa notoriamente la giustizia in Italia - ha concluso Zanoni - La carenza e la scarsa efficacia di eventuali strumenti sanzionatori si accompagnano alla previsione di lenti e macchinosi procedimenti al fine di ottenere l'annullamento degli atti amministrativi aventi a oggetto l'intervento che si intende contestare. In attesa dell'esito del procedimento i lavori procedono e l'area viene, a volte irreversibilmente, danneggiata. Senza dimenticare che questi progetti vengono spesso realizzati già in presenza di una gestione non corretta del SIC o della ZPS. Chiedo, quindi, alla Commissione europea se alla luce di tutto questo intenda avviare una procedura di infrazione contro l'Italia per costante violazione della Direttiva "Habitat", in particolare dell'articolo 6 come chiesto anche da WWF e LIPU nel loro dossier».


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