Braz J Med Biol Res. 1999 Dec;32(12):1479-87.
Coimbra Cicero Galli
Laboratorio di Neurologia Sperimentale, Dipartimento di Neurologia e Neurochirurgia, Università Federale di Sao Paulo, SP, Brasile.
Abstract
I dati qui passati in rassegna suggeriscono la possibilità che una riduzione globale dell'afflusso di sangue all'intero cervello o alle sole strutture infratentoriali che scende al livello di "penombra ischemica" per molte ore o per alcuni giorni può condurre all'erronea diagnosi di danno irreversibile al cervello o al tronco cerebrale in un sottogruppo di pazienti in coma profondo con assenza di riflessi del tronco.
Vengono avanzate le seguenti proposte:
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la mancanza di qualsiasi serie di funzioni cerebrali clinicamente individuabili non fornisce una diagnosi certa di morte cerebrale o del tronco cerebrale;
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il test dell'apnea può indurre un danno cerebrale irreversibile e dovrebbe essere abbandonato;
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l'ipotermia moderata, l'antipiresi, la prevenzione dell'ipotensione arteriosa ed occasionalmente la trombolisi intra-arteriosa possono contribuire ad un buon miglioramento dei casi con danni cerebrali attualmente considerati irreversibili in un sottogruppo potenzialmente numeroso;
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i test di cosiddetto accertamento della morte cerebrale non dovrebbero sostituire o ritardare l'attuazione di misure terapeutiche potenzialmente efficaci;
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allo scopo di validare i test di accertamento è necessaria una ulteriore ricerca per mettere in relazione tali risultati con livelli specifici di apporto di sangue al cervello.
I criteri attuali per la diagnosi della "morte cerebrale" dovrebbero essere rivisti.
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