Racconta lo scrittore: "È la storia di quanti fatti sono a conoscenza in una realtà che mai mi sarei sognato di vivere in prima persona... racconti interessati a far conoscere dal di dentro questo inferno, che ritengo che solo chi l'ha vissuto può conoscerlo e, purtroppo, amaramente raccontarlo a chi per sua fortuna non l'ha conosciuto. Parole che meritano di diventare immagini, vita nascosta che merita di uscire dall'ombra per far sì che tutti sappiano!
Una volta si diceva che tutti noi siamo a piede libero, ciò per far capire come è facile fare una simile affermazione, specie per le persone oneste avere a che fare con una giustizia 'distratta', ma inesistente in un paese che si dice democratico.
È difficile da spiegare, da capire, da far credere come un click possa cambiarti per sempre la vita. È quello delle manette che ti scattano ai polsi alle 11,00 di mattina nel bel mezzo di una vita passata a lavorare sodo e seriamente, prima di quel momento non si può immaginare cosa possa essere l'arresto, cosa significhi perdere la libertà, non essere più padrone di te stesso. Non sapevo cosa fosse la morte e fino a quando vedevo il respiro non riuscivo a capire, a spiegarmi come una persona potesse morire ancor prima d'esser morto, così fino a quando non ho sentito quel click non sapevo cosa fosse un arresto.
Ma soprattutto non ci credi: non credi che una persona a te cara possa andarsene per sempre e finché vedi un respiro speri che non se ne vada mai, e così fino a che non senti il click non credi che a te innocente possano toglierti la libertà. Dopo quel click ho lasciato la mia casa con tutta la gente fuori atterrita e smarrita in mezzo alla strada, un'immagine che rimarrà per sempre nella mia mente. Sconcerto e disperazione è stata la prima sensazione. Una vita distrutta in pochi minuti. Portato via sottobraccio dai carabinieri, il mio mondo è scomparso.
Ma la cosa che mai potrò in assoluto dimenticare è quello che realmente avvertii al di là di una fittizia realtà… Sentii un fetore al momento dell'arresto nauseabondo che invadeva improvvisamente la casa in cui il Male si stava manifestando. Quelle parole malefiche risuonarono nell'aria dando il via al secondo atto in cui il potere di lui Mefistofale si era fatto largo in noi godendosi ogni momento con una tranquillità e un divertimento sconcertante che solo il Demonio personificato poteva riuscire a capire".
Ed aggiunge con fare poetico com'e' suo solito fare e gli occhi lucidi: "Mi osservai... Io non sono quello che dipingono o vogliono far credere che sia… sono stato ingannato anch'io… e mia moglie non sa niente… io vengo da lontano, molto lontano, dalle nuvole del cielo. Sono nuvole perennemente in guerra che si affrontano con la forza dei tuoni e dei lampi, senza esclusione di colpi e allora il cielo piange la sua amarezza, il suo dolore, la sua rabbia. Io sono la lacrima di tanto dolore. Ma, una volta sulla terra, ho il compito di dissetare i fiori, alimentare le piante, purificare i fiumi, accarezzare il mare, suonare una dolce melodia. Io sono un Angelo Custode… figlio dell'universo e appartengo al cielo e alla terra. Il mio universo è l'anima. Non posso parlarvi dei suoi confini perché non ha confini. L'anima è infinita e meravigliosamente bella, comprende il cielo e la terra e s'innalza fino a Dio. Possiede l'emozione e infiniti modi per modularla. Io sono il fiore delle emozioni che sboccia per dire L'ANIMA MI MANDA PER FARTI SAPERE CHE… Ascolta e sentirai il pianto del bambino che nasce ed è un saluto alla vita, il pianto disperato del primo amore tradito, il pianto commosso di una madre che nutre il proprio figlio, il pianto del dolore di fronte alla morte, il pianto di tenerezza per un ricordo, il pianto per una suggestione poetica, il pianto di gioia per un obbiettivo raggiunto, il pianto per l'abbandono della persona amata, il pianto della malinconia, dell'ineluttabilità di una malattia, della sconfitta, della fragilità, della disperazione, della solitudine.
E il tempo parla del pianto dei perseguitati, degli emarginati, degli incompresi, dei folli, dei martiri, dei tanti che soffrono per le ingiustizie sociali. Parlo di tutti coloro a cui è negata come me la speranza".
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