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sabato 11 giugno 2016

Andrea Brusa, autore de LA VIA DEI MIRACOLI ripercorre le orme di Don Andrea Gallo "il prete di strada angelicamente anarchico"

Lo scrittore Andrea Brusa, travolgente e instancabile narratore di storie per cui la complessità puo' essere sempre ricondotta a semplicità - e per cui ogni racconto anche nei suoi libri termina chiudendo un cerchio, in cui tutto e' già stato detto prima ancora di essere domandato, e in cui le diversità e le contraddizioni riescono sempre e inesorabilmente a trovare una propria risoluzione - dichiara, al termine di una presentazione del suo ultimo libro presso un circolo culturale di Torino, di dar aiuto alle ragazze costrette a prostituirsi affinche' si possano reinserire nella societa'. "C'e' chi qui a Torino proprio tra le stesse prostitute mi dipinge come il Don Andrea Gallo della situazione... Il paragone e' certamente azzardato, ma non nego di esserne lusingato. In fondo faccio solo quello che ritengo sia il mio dovere... Voglio che mia moglie sia fiera di me".

Dice l'autore: "Ci sono anche troppi uomini, che porgono mele avvelenate alle loro donne. Che uccidono, loro dicono per amore, ma l'amore è vita, è libertà. L'amore è accettare che le donne sono un dono che ci viene concesso, e che bisogna meritarsi", ed aggiunge manifestando un totale rispetto del genere femminile, "Dovrebbero lasciarcelo per sempre un pezzetto di cordone ombelicale, per ricordarci da dove ci viene data la vita, prima di osare pensare che dall'universo femminile qualcosa ci sia dovuto oltre il fatto di essere vivi".
E a questo proposito Andrea Brusa - a completa tutela delle donne - nel suo ultimo libro LA VIA DEI MIRACOLI (a giorni in tutte le librerie ed attualmente leggibile gratuitamente sul suo sito personale www.andreabrusa.it) riserva un capitolo al mondo della prostituzione da appartamento e dice: "In ogni città d'Italia c'è almeno una via in cui tutti sanno che ci sono le prostitute. Tanto che questa presenza fissa ha smesso di sconvolgere e sollevare domande, anche se delle donne che si prostituiscono non si sa quasi nulla e il passaggio dall'ignoranza generale al sentimento di repulsione, spesso, è breve. Finché le prostitute rimangono nelle solite vie note, l'abitudine le rende quasi invisibili; la loro presenza torna ad essere visibile quando si spostano da quei luoghi. Fortunatamente l'indifferenza e l'ignoranza non sono generalizzate, ma c'è chi ha voglia di andare oltre gli stereotipi e capire chi sono le prostitute, quali storie e quali scelte (se ce ne sono state) le hanno portate sulla strada. Si parte dal dialogo con le prostitute, spesso vittime di tratta. Un tè caldo e qualche altro genere di conforto possono essere un buon pretesto per iniziare una conversazione. Parlando con loro, si capisce che le condizioni delle prostitute vittime di tratta non sono uguali: dipende dalla loro provenienza, e dal tipo di organizzazione criminale che le controlla. Prostituirsi non sempre è una scelta. Anzi, nel caso delle nigeriane vittime di tratta, parlare di scelta sarebbe un eufemismo. Sempre più donne partono con la consapevolezza che andranno a prostituirsi. Ciò che non sanno sono le condizioni di violenza e sfruttamento in cui incorreranno, quale sarà il prezzo dell'emancipazione. È psicologica la violenza alla quale vengono sottoposte le nigeriane, minacciate di conseguenze terribili per loro e per la loro famiglia dallo sfruttatore attraverso riti voodoo. Dalla prostituzione si passa alla schiavitù strumentalizzando il credo. Diverso il trattamento delle donne dell'Est, che sono consapevoli di ciò che andranno a fare e mirano a rimanere in Italia solo qualche anno per incrementare i guadagni e poi tornare a casa. Anche in questo caso, la schiavitù è l'incognita. La violenza su di loro è fisica. Vengono picchiate e minacciate. Mancando il vincolo psicologico, gli sfruttatori sono più diffidenti: le accompagnano personalmente sul luogo di lavoro. Per cautelarsi, le spostano saltuariamente da una città all'altra. Io voglio solo riportare il caso di una ragazza che ho conosciuto e con la quale ho stretto un rapporto di amicizia al punto che lei si è aperta con me e mi ha raccontato di aver scoperto l'esistenza del sesso ancora bambina. Aveva avuto rapporti ed esperienze sessuali indifferentemente con ragazzi e ragazze; il suo disperato bisogno di amore la spingeva in questo vortice sempre di più. Cercava attenzione, qualcuno che si interessasse finalmente di lei, che la trovasse bella e la volesse. Eppure, ogni volta, si sentiva sporca. Durante la sua adolescenza ha continuato a cercare amore e attenzione nei ragazzi; sesso, alcol e droga erano sempre più parte della sua vita, con grande disperazione dei suoi genitori. Stanchi delle sue scelte di vita così estreme, i suoi genitori l'hanno cacciata da casa all'età di 18 anni. Così si è ritrovata sola, senza cibo, né casa, né qualcuno che si occupasse di lei. Un uomo 'gentile' l'ha vista disperata e si è offerto di aiutarla. Tutto quello che le chiedeva di fare era sesso con un suo amico: così, per un pugno di soldi, è iniziata la sua vita di prostituta. Nel giro di poco tempo è stata introdotta nel mondo della prostituzione d'alto rango dove soldi, gioielli e regali di ogni genere ricompensavano la sua schiavitù. Si è ritrovata a fare sesso in modo bizzarro e spesso pericoloso, con estranei violenti, spesso senza alcuna protezione. È anche rimasta incinta ed è nata così la sua prima figlia. Il passo successivo è stato quello di entrare nel mondo dell'industria pornografica, che sembrava molto più sicuro e legale della prostituzione. Più si addentrava in questo mondo, più aumentava la sua dipendenza da alcol e droga. Quello che cercava, più di tutto, erano amore e accettazione e l'industria pornografica le ha aperto le sue grandi braccia accettandola nella sua grande 'famiglia'. Ma quale prezzo ha pagato per questo riconoscimento! Tante volte mi racconta di aver gridato a Gesù, nel suo dolore, eppure sembrava ch'egli si fosse dimenticato di lei. Solo l'alcol e le droghe sembravano alleviare il suo dolore. I clienti non si fanno scrupolo di fare affermazioni razziste o di insultare quelle che considerano troppo vecchie e che hanno la loro età. È rivoltante. È meglio non dir niente, tenere un profilo basso. Non c'è alcuna lagnanza, mai. I clienti la terrorizzavano. Ha ancora gli incubi. Ci sono stupri, aggressioni. Ma non si dice niente, si finge che sia tutto a posto, per dimostrare che si sanno gestire le situazioni. Mi racconta di aver sempre paura, in ogni momento, tutti i giorni. Un giorno ha pensato bene di svenire mentre era con un cliente, tanto era violento. Ci è andata un'altra ragazza al suo posto. Ne aveva viste talmente tante... Adottava una strategia per neutralizzare il rapporto sessuale, per fare in modo di non ricordarsene. Effettuava sempre lo stesso tipo di rapporto con ogni cliente. Cercava di dare il meno possibile. È disumano. Per proteggersi, bisogna sorridere. Altrimenti si piange in continuazione. Certi momenti, sente che monta la collera e l'odio. Le altre ragazze se ne accorgono e si proteggono a vicenda, per evitare un dramma: un suicidio, ad esempio. Ma come se ciò non bastasse, le prostitute vivono con un'altra angoscia: ricevere una recensione negativa su un sito Internet famoso, gestito da un webmaster grasso e libidinoso. Tutti i bordelli costringono le ragazze a soddisfarlo gratis in cambio di una buona recensione sul sito. Su di esso le case chiuse sono catalogate in base allo Stato, alla regione, alla città e le ragazze vi appaiono nude, con il volto nascosto da una maschera. I clienti commentano la "prestazione" e recensiscono l'allestimento scenico, la qualità della fellatio, le posizioni accettate da ogni ragazza. Quando i clienti non sono soddisfatti, alcune ragazze vengono 'demansionate' e i tenutari dei bordelli porgono le scuse sul sito e offrono prestazioni compensative. Le pressioni sulle ragazze che hanno ricevuto recensioni negative sono enormi e loro accettano qualsiasi cosa, pur di ricevere di nuovo un voto positivo. Una mi racconta di starsene sempre rintanata in casa, ha paura di tutto. Ha risparmiato 1500 euro in tre anni! Le passano in mano molti soldi, ma alla fine a lei rimane una miseria. È un sistema di racket. L'alloggio le costa dai 20 ai 30 euro al giorno, i pasti consumati sul posto dai 50 ai 100 euro e deve pagare il riscaldamento. Quando le è capitato di denunciare un cliente, è stata ricevuta da una sbirra che l'ha fulminata come se fosse lei la colpevole. Con tutto il disprezzo di cui era capace, le ha detto che era a causa delle donne come lei che suo marito la tradiva".

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