Questo regime di privilegio per la chiesa e di sperpero del denaro pubblico deve finire
Dichiarazione di Maurizio Turco (deputato Radicale, Presidente di Anticlericale.net), Carlo Pontesilli (Segretario di Anticlericale.net) e Michele De Lucia (Tesoriere di Radicali italiani e di Anticlericale.net)
Le dichiarazioni rilasciate oggi dal cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Cei e Arcivescovo di Genova, costituiscono un raro esempio di arroganza e di falsificazione, nel senso letterale del termine, della realtà. A ben vedere, Bagnasco mostra di avere qualche problema anche con il rispetto dei comandamenti (il 7°, l'8° e il 10°), il che ovviamente a noi non importa, ma dovrebbe importare a lui. Il cardinale infatti ha avuto la faccia tosta di dire che "la Chiesa ha sempre pagato l'Ici per quel che riguarda le sue attività commerciali". Ha poi aggiunto: "non si chieda troppo a chi ha poco".
Si tratta di affermazioni a dir poco temerarie, perché:
- non pagare le tasse sarà senz'altro un "peccato" (per lui), ma il cardinale dimentica che in questo caso trattasi innanzitutto di reato (per il Paese);
- è giusto non chiedere troppo a chi ha poco, ma questo deve valere anche per la Cei, che al contrario ha moltissimo (troppo), e non vuole dare nemmeno quel poco che l'Italia e l'Europa esigono;
- gli enti ecclesiastici, nel loro complesso, non versano circa un miliardo di euro l'anno alla fiscalità locale dei comuni; per contro, dall'otto per mille la Cei lucra più di un miliardo di euro;
Complessivamente quindi, solo da queste ultime due voci, la Chiesa cattolica costa alla collettività oltre due miliardi di euro l'anno, senza contare gli ulteriori costi, ancora superiori.
Tutto questo in epoca di spending review è veramente inaccettabile; che invece per Bagnasco sia accettabilissimo, dovrebbe indurre tutti - anche il governo tecnico - a delle serie riflessioni sulle pretese e sulla sostanziale impunità che vanta la Chiesa cattolica italiana.
Roma, 12 settembre 2012
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