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Alimenti a kilometro zero. All'italiana!
Roma, 16 Agosto 2010. Alimenti a kilometro zero. E' la nuova moda di chi crede di risolvere i problemi ambientali ed economici con l'acquisto dei "prodotti del contadino". Visto che il contadino non coltiva nei centri cittadini, occorre che il consumatore vada sul campo o che il contadino arrivi in citta'. In entrambi i casi i km non sono zero ma qualche decina. Dunque, che senso ha affermare che un alimento e' a kilometro zero? Questa situazione si configura solo da chi ha un orto personale sotto casa e non da chi acquista prodotti della "nostra terra". Si dira' che qualche decina di kilometri sono niente a confronto delle migliaia che percorrono gli alimenti provenienti dai Paesi d'oltreoceano. Vero, va solo aggiunto che il nostro Paese produce la meta' del grano e delle olive che servono per produrre la farina della nostra pasta e pane e dell'olio di oliva che consumiamo; se non importassimo tali prodotti saremmo alla fame. Recentemente la provincia di Venezia ha lanciato
l'operazione "kilometro zero", ma nella sola Venezia le presenze turistiche (alberghi, pensioni, affittacamere, ecc.) nel 2009 sono state di circa 9 milioni. Come la sfamiamo questa moltitudine di turisti? Con i prodotti a kilometro zero?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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