"Il percorso socio culturale che ha portato all'identificazione della parola repubblica, quale realizzazione concreta di un concetto politico, con la parola democrazia, viene da lontano. Il termine latino «res-publica», coniato nell'antica Roma e riferito alla cosa del popolo, oggi è inscindibilmente legato all'idea repubblicana delle polis greche, in particolare a quella democrazia ateniese che, anche grazie all'espansione greca nel Mediterraneo ed in particolare nelle colonie della Magna Grecia, passò da democrazia aristocratica ad una vera e propria rappresentanza del Popolo intesa etimologicamente quale «demos-kratos», in cui la sovranità viene oggi esercitata secondo forme stabilite dal sistema politico dei vari Paesi nel mondo arricchito, come in Italia, da una meravigliosa e sempre attuale Costituzione repubblicana. Ecco perché celebrando la Festa della Repubblica il 2 giugno, data del referendum istituzionale del 1946, non possiamo e non dobbiamo dimenticare che per gli antichi «res-publica significava l'interesse per il bene della collettività, per la polis, lo Stato! Quindi per amministrare degnamente e coerentemente questa res-publica bisogna attuare compiutamente il «démos-krátos» partendo da Aristotele, passando da Cicerone con il suo «De re publica», per arrivare a Jean-Jacques Rousseau per il quale «la democrazia o è diretta o non è», a Montesquieu il primo ad enunciare la teoria della «separazione dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario», fino ad Abramo Lincoln per il quale «la democrazia è il governo del popolo, da parte del popolo, per il popolo»!"
"Orbene, il nostro Paese che tanto ha dato alla storia alla Cultura ed alla Politica, vive –a mio modesto avviso- il paradosso di una incompiutezza democratica e costituzionale dovuta all'attuale legge elettorale che non garantisce una completa ed esaustiva partecipazione democratica alla vita politica; non ho remore nel dire che una legge elettorale che prevede listini bloccati è una vergogna per la repubblica e per la stessa definizione di Democrazia, creando di fatto una oligarchia malamente mascherata! Pertanto –conclude il Presidente Pirillo- nel giorno in cui si celebra quel referendum istituzionale che portò alla fine della monarchia, e nel rispetto della memoria di Giacomo Matteotti -antimilitarista, obiettore di coscienza e martire della libertà contro ogni forma di dittatura, morto dopo aver denunciato il sistema di brogli elettorali fascisti- non posso che chiedere fortemente una nuova legge elettorale che reinserisca il voto di preferenza e che restituisca veramente la parola ed il potere decisionale al Popolo, secondo i dettami della nostra amata Costituzione che all'Articolo 1 recita «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Ad ogni modo, oggi è un giorno di festa, viva l'Italia, viva la Repubblica, viva la Democrazia!"
Vincenzo Pirillo, Presidente del Circolo Culturale "Saragat-Matteotti" Roma
Circolo Culturale "G. Saragat - G. Matteotti"
Corrispondenza: via Giuseppe Benedetto Dusmet 15/a - 00168 Roma
Nessun commento:
Posta un commento