Compie 100 anni il capolavoro del cinema muto italiano del primo Novecento
Il kolossal fu girato anche nel paese lepino. Tanti coresi tra le comparse i ruoli d'azione
Cento anni fa terminavano a Cori le riprese di «Christus», capolavoro del cinema muto italiano del primo Novecento. Prodotto dalla Cines nel 1916, e girato anche in Palestina ed Egitto, fu il primo film promosso dalla Chiesa per contrastare la cinematografia laica ed una delle imprese più ambizione e costose del tempo, col ricorso a numerose opere di maestri dell'arte come Michelangelo, quali motivi ispiratori dei vari quadri; tagli e inquadrature molto particolari; l'utilizzo di simbolismi ed alcuni 'effetti speciali'.
La storia e l'ambientazione locale del kolossal è stata ricostruita da Pasquale Cupiccia, amministratore del gruppo Fb 'Còrimébbéglio'. Tre anni per ultimarlo e poi la prima ufficiale a Roma, al Teatro Augusteo, davanti alla Regina Elena. La regia venne affidata al conte Giulio Cesare Antamoro, ma quando nell'Aprile 1916 il film fu presentato al primo visto di censura ci si accorse che alcune scene non erano di buona qualità e furono girate di nuovo dal regista della Cines Enrico Guazzoni che completò il film a Cori per 228 metri di pellicola.
Il cast era di altissimo livello: Leda Gys (Maria), Alberto Pasquali (Cristo), Amleto Novelli (Ponzio Pilato), Aurelia Cattaneo (Maria Maddalena), Augusto Mastripietri (Giuda). La produzione fu segnata da contrasti fra il regista e il barone Fassini, produttore della Cines. Alla fine Antamoro, in seguito ad azioni legali, chiese ed ottenne, in un primo tempo, anche il sequestro dei negativi. Restò incontrastato bestseller fino al 1929, anno in cui se ne persero le tracce, per far posto ai film sonori che cominciavano ad apparire sulla scena mondiale.
Nel 2000, in occasione del Giubileo, furono realizzati due distinti restauri. Uno eseguito dal prof. Attilio Mina presso l'Istituto Statale d'Arte di Giussano, per mezzo di una copia rinvenuta in un mercatino dell'usato. L'altro, voluto da Goffredo Lombardo, direttore della Titanus e figlio di Leda Gys, fu curato dalla Cineteca Comunale di Bologna. Questo secondo restauro consentì di assemblare e masterizzare in dvd l'intero film, costituito da 2279 metri di pellicola, della durata di circa un'ora e mezza, e presentato alla Biennale del Cinema di Venezia dello stesso anno.
Numerose le immagini di Cori presenti nel film e le testimonianze di coloro che assistettero e parteciparono alla sua lavorazione, tra le comparse o addirittura in ruoli d'azione, come Giovanni 'Marcone' nelle vesti di un centurione romano che flagella Cristo. Tutto fu anche documentato dal fotografo corese Quintilio Corsetti, che all'epoca scattò delle istantanee. Oltre ad alcuni dintorni (Tirinzanola e Formale Nuovo), tra le location coresi che fecero da set al film «Christus» si riconoscono: Piazza Mattei, via Vittorio Veneto, via Luigi De Rossi, via Laurienti, Piazza Santa Maria, Piazza Monte Pio, Piazza Montebello e la Madonna del Soccorso dove ci sono le Tre Croci.
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