Cerca nel blog

mercoledì 22 febbraio 2012

PARLIAMO DELLA MAFIA DEI CARBURANTI: LA CUPOLA TRA STATO E PETROLIERI.

PARLIAMO DELLA MAFIA DEI CARBURANTI: LA CUPOLA TRA STATO E PETROLIERI.

Senza le tasse la benzina costerebbe poco più dell'acqua minerale. Conti alla mano. Ma guai a dirlo a chi, negli ultimi giorni, ha dovuto macinare chilometri in autostrada e ha pagato quasi 2 euro al litro. Peggio che dal gioielliere, insomma. Eppure su cinquanta euro di benzina meno di 1,50 vanno a finire nelle tasche dei benzinai. Da sempre il carburante è il bancomat dello Stato: quando non sanno dove prendere i soldi, applicano nuove tasse alla benzina. Dalla guerra in Etiopia al fondo per lo spettacolo, sono una miriade le accise sui carburanti che servono a finanziare ricostruzioni e missioni di pace: la guerra in Etiopia (iniziata nel 1935 e finita nel 1947 con la perdita di tutte le colonie da parte dell’Italia); la crisi di Suez, il disastro del Vajont, l’alluvione di Firenze, il terremoto del Belice, terremoto in Friuli, terremoto in Irpinia, missione in Libano, la missione in Bosnia. E poi, ancora 0,020 cent vanno al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, 0,05 cent per l’acquisto di autobus ecologici e nel 2011 sono stati introdotti contributi per foraggiare il fondo unico dello spettacolo, l’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica e per le alluvioni di Liguria e Toscana. Con tutte questi balzelli, nonostante il prezzo del barile scenda alla pompa, esso rimane sempre uguale. Balzelli pagati per non ricevere niente in cambio se non disservizi e corruzione.

SCANDALOSO, PERO’, E’ QUELLO CHE NON SI DICE: LE COMPAGNIE PETROLIFERE EVADONO ACCISE ED IVA.

I petrolieri calcolano e pagano allo Stato l’accise e l’iva in riferimento al peso in kg ed alla densità del carburante misurati alla temperatura di 15 gradi. Questi petrolieri, poi, vendono lo stesso prodotto in litri e con volume maggiore, così come risulta con le alte temperature. Di fatto, le raffinerie evadono le tasse per il prodotto in più venduto ed intascano quanto di tasse gli automobilisti hanno pagato alla pompa.

Mancate entrate per lo Stato di circa 50 milioni di euro all’anno. Si tratta di soldi che le compagnie petrolifere non versano al fisco grazie ad un metodo di calcolo “discutibile” del numero di litri di carburanti, destinati alla vendita, caricati su una singola autobotte”. Lo denuncia la senatrice Adriana Poli Bortone, presidente di Io Sud, in una dettagliata interrogazione rivolta al ministro dell’Economia e a quello delle Attività produttive. Ai ministri si chiede “se intendano intervenire per recuperare le somme evase o eluse”. “Per quantificare il numero di litri caricati su una singola autobotte destinata alla vendita, - si legge nell’interrogazione - le dogane (di stanza all'interno dei punti di carico) pesano l'autobotte al netto e quindi dividono il peso netto per il valore di densità rilevato alla temperatura convenzionale di 15 gradi. In questo modo il numero di litri sui quali si pagano le tasse risulta inferiore a quello reale”. Per questo la senatrice chiede ai ministri se non sarebbe opportuno “procedere con la densità ambiente, rilevata dalla Guardia di Finanza ad inizio di giornata, assicurando così al bilancio dello Stato introiti che fino ad ora sembrerebbero illecitamente sottratti. Questo problema e quello delle differenze di gradazioni di densità, pare essere presente in tutta Italia e sarebbe utile quindi indagare in tal senso a Taranto, ma anche a Porto Marghera e nelle raffinerie e/o depositi dei porti di Genova e Livorno e comunque in tutti gli altri porti italiani.”

Autorizzati alla pubblicazione. Il contatto è pubblico ed amicale. Se disturbo rispondi “Cancella”.

Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE ONLUS

099.9708396 – 328.9163996

www.controtuttelemafie.it - www.telewebitalia.eu

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento

Tutte le news della Rete le trovi sul:


Giornale online realizzato da una redazione virtuale composta da giornalisti e addetti stampa, professionisti di marketing, comunicazione, PR, opinionisti e bloggers. Il CorrieredelWeb.it vuole promuovere relazioni tra tutti i comunicatori e sviluppare in pieno le potenzialità della Rete per una comunicazione democratica e partecipata.

Disclaimer

www.CorrieredelWeb.it e' un periodico telematico senza scopi di lucro, i cui contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali industrie dell'editoria o dell'intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Societa' dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete. In questo la testata ambisce ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Pur essendo normalmente aggiornato piu' volte quotidianamente, CorrieredelWeb.it non ha una periodicita' predefinita e non puo' quindi considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001.

L'Autore non ha alcuna responsabilita' per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone. L'Autore si riserva, tuttavia, la facolta' di rimuovere quanto ritenuto offensivo, lesivo o contraro al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive. Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio. Eventuali detentori dei diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvedera' all'immediata rimozione o citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Viceversa, sostenendo una politica volta alla libera circolazione di ogni informazione e divulgazione della conoscenza, ogni articolo pubblicato sul CorrieredelWeb.it, pur tutelato dal diritto d'autore, può essere ripubblicato citando la legittima fonte e questa testata secondo quanto previsto dalla licenza Creative Common.

Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons Creative Commons License

CorrieredelWeb.it è un'iniziativa del Cav. Andrea Pietrarota, Sociologo della Comunicazione, Public Reporter, e Giornalista Pubblicista

indirizzo skype: apietrarota