Il 94° Congresso Mondiale di Esperanto, riunitosi a Bialystok, Polonia, dal 25 luglio al 1° agosto 2009, con la partecipazione di quasi 2000 persone di 63 paesi nell'anno del 150° anniversario della nascita dell'iniziatore dell'esperanto, Lazzaro Ludovico Zamenhof, e contemporaneamentre nell'Anno Internazionale della Riconciliazione proclamato dalle Nazioni Unite, avendo discusso il tema congressuale "Creare un ponte pacifico tra i popoli: Zamenhof oggi", e avendo studiato con particolare attenzione la vita e le opere di Zamenhof,
avendo notato il fatto che la città e la regione di Bialystok riconsce sempre più il ruolo importantissimo che Zamenhof ha ricoperto e ricopre tuttora come figura universalmente riconosciuta nell'evoluzione morale dell'umanità,
notando che questo riconoscimento si è concretato tra l'altro nell'apertura del Centro Zamenhof da parte delle autorità cittadine di Bialystok e nella proposta che l'università di Bialystok prenda il nome di Zamenhof;
ricordando che in occasione del 100° anniversario della nascita di Lazzaro Ludovico Zamenhof l'UNESCO lo ha riconosciuto come uno delle grandi personalità mondiali e che negli anni sono giunti molti analoghi riconoscimenti dei meriti di Zamehof come grande pensatore,
complimentandosi con le Nazioni Unite per le sue iniziative riguardanti l'idea di riconciliazione, così essenziale nel mondo diviso da contrasti dovuti a pregiudizi e intolleranze,
constata che:
1. Con la lingua internazionale esperanto Zamenhof ha creato uno strumento di efficacia unica nella comunicazione internazionale su una base neutra, senza favorire un popolo su altri e una lingua etnica su altre, e che durante oltre cento anni di uso l'esperanto ha dimostrato di essere adeguato come lingua internazionale, perfettamente adattabile ed adattata a tutte le necessità comunicative.
2. Tuttavia Zamenhof aveva compreso nello stesso tempo che una lingua è una proprietà collettiva e aveva affidato l'evoluzione della sua lingua alla comunità dei suoi fruitori, cosicché l'esperanto e la sua cultura sono diventati una creazione essenzialmente collettiva, che si è evoluta in uno spirito di democrazia linguistica.
3. Facendo ciò, Zamenhof ha riconosciuto anche che l'utilizzazione di una lingua neutra nelle relazioni internazionali aiuterebbe a conservare lingue e culture locali e regionali e l'identità di tali comunità.
4. Zamenhof ha anche contribuito significativamente, con le sue opere ed azioni, agli sforzi per eliminare l'inimicizia tra gli appartenenti a religioni diverse, ha contribuito all'eliminaione di pregiudizi razziali e al ripudio della guerra come strumento ammissibile per risolvere dispute - valori ugualmente importanti nell'epoca attuale come in quella di Zamenhof.
5. Pertanto Zamenhof merita pienamente maggiore attenzione non soltanto come iniziatore di una lingua, ma come persona tendente ad una fraternità autentica tra gli uomini sulla base di una comprensione reciproca completa.
6. Tale fraternità può avvenire soltanto quando gli uomini si comprendono su un piano di rispetto reciproco - processo nel quale l'esperanto può ricoprire, e già ricopre, un ruolo unico.
7. La comprensione reciproca è un passo essenziale verso quella riconciliazione profonda e duratura che è l'ideale a cui tende l'Anno Internazionale della Riconciliazione.
8. La riconciliazione è possibile solo in una situazione in cui le differenze linguistiche non costituiscano un ostacolo ad un dialogo su un piede di uguaglianza.
9. In tal senso l'esperanto è uno strumento unico come base per una riconciliazione duratura, e l'Associazione Universale di Esperanto, con la sua attenzione anche per i valori morali e per il rispetto dei diritti umani, può avere un ruolo significativo nel raggiungere gli scopi dell'Anno Internazionale della Riconciliazione.
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