OGM: UNA MINACCIA IRREVERSIBILE PER L'AMBIENTE, LA SALUTE E LE TRADIZIONI AGROALIMENTARI.
LE ALTERNATIVE BIOLOGICHE E LOCALI PER LO SVILUPPO RURALE EUROPEO
PROPOSTE OPERATIVE GIURIDICHE E ISTITUZIONALI ATTE AD EVITARE L'INTRODUZIONE DEGLI OGM IN ITALIA ED IN EUROPA
Zaia. "Contrario agli Ogm, non fanno guadagnare di più"
E' un 'No agli Ogm' motivato quello espresso oggi dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, in un'intervista di Gian Antonio Stella su Rai Radio3. ''Sono contrario agli Ogm - ha detto il ministro Zaia - in quanto il mondo scientifico è esattamente spaccato a metà e nei Paesi dove si coltiva con gli Ogm non si guadagna di più. Abbiamo fatto un G8 Agricoltura per dimostrare che affamano di agricoltori e non risolvono l'emergenza alimentare del pianeta, dove 3 milioni di persone muoiono di fame''. Il paradosso, ha aggiunto Zaia, è che ''gli alimenti a base di Ogm si stanno configurando non come cibo del futuro, ma per i poveri. Mentre i ricchi possono permettersi una spesa certificata e biologica. Una cosa assolutamente da combattere perchè - ha detto il ministro - la qualità a tavola non deve essere un lusso per pochi''. Sulla qualità effettiva delle produzioni da agricoltura biologica, Zaia ha ricordato di aver inaugurato la 'stagione della tolleranza zero', con i numerosi controlli effettuati. ''Ma non va dimenticato - ha concluso - che in Italia ci sono 1,7 milioni di aziende agricole, perlopiù Pmi, che fanno qualità''.(Ansa)
- Programma Convegno regioni OGM free 18-19 giugno: http://www.gmofree-euregions.net:8080/servlet/ae5Ogm
- Sintesi dell'Audizione Parlamentare di Asseme (Dr. Lucconi) del 11 giugno 2009
Il dottor Enrico LUCCONI, direttore dell'Associazione, dichiara l'impossibilità della coesistenza tra colture OGM e quelle tradizionali. Sottolinea, infatti, il rischio di inquinamento delle piante OGM free e fa rilevare che gli OGM, introdotti nel territorio, inquinano irreversibilmente tutte le aree agricole, sicchè le stesse non potranno più essere destinate alle coltivazioni di vegetali convenzionali e biologici, pregiudiando la posizione dei coltivatori di queste.
Da qui la necessità di un referendum consultivo nazionale (proponibile anche secondo la legislazione comunitaria) per stabilire il da farsi, tenendo conto che l'ordinamento protegge il diritto di coloro che vogliono continuare a produrre vegetali convenzionali e biologici. Constata, peraltro, con amarezza che nessun dibattito (ed indagine) è aperto su tale fondamentale tema, perché, una volta accertato l'inquinamento irreversibile da OGM di tali aree, inutile sarà discutere sulla libertà o meno di coltivare OGM e sulla creazione di distretti OGM free. La scarsa considerazione, nei dibattiti finora svoltisi, di questo tema, hanno impedito di evidenziare l'esperienza negativa di alcuni Paesi sulla impossibilità di tale coesistenza, (tra OGM e non OGM) come gli Stati Uniti, il Messico, l'Argentina, l'India la Spagna.
Pone, inoltre, l'accento sulla richiamata integrità dell'ambiente, indispensabile ai sementieri italiani per riprodurre sementi convenzionali non inquinati da OGM.
Questi, inoltre, penalizzano gravemente anche la biodiversità bloccando il miglioramento della genetica tradizionale. Richiamando la raccomandazione della Commissione europea del luglio 2003, fa, poi, presente che i coltivatori dovrebbero attuare complesse operazioni - proporzionali alla loro produzione - per proteggere i loro territori dagli OGM per quel che riguarda la preparazione della semina, la lavorazione del suolo, il trasporto e il magazzinaggio senza invero, nessuna prospettiva di successo.
Quanto alla innocuità degli stessi OGM o, addirittura, al loro benefico effetto, osserva, al contrario, che indagini indipendenti recentissime (2008 e 2009), evidenziano (in ratti alimentati con OGM) danni e anomalie al fegato, ai reni, ai testicoli, al pancreas; una prole ridotta di numero; una mortalità maggiore; feti più piccoli; la presenza dei virus 35S e V40 (utilizzati per creare gli OGM) in pazienti affetti da cancro e leucemia, tanto che la stessa Germania, nell'aprile del 2009, ha proibito la coltivazione, nel proprio territorio, del mais MON 810, unico OGM attualmente in circolazione nella UE.
Anche l'INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e Nutrizione), finanziato dal MiPAAF, ha rilevato che la tossina contenuta nel mais OGM MON 810 è dannosa al sistema immunitario, sia intestinale che periferico, dei topi e che all'analisi proteomica è risultato, in tale tipo di mais transgenico, che la regolazione di ben 43 proteine ha subito modifiche rispetto al mais convenzionale, rendendo del tutto improponibile l'equivalenza tra questo mais OGM e quello convenzionale. Né la fame del mondo potrebbe essere vinta con gli OGM se è vero quanto precisato da G. Monastra (direttore dell'INRAN) nello studio "Fame nel mondo e opzione OGM" in "Silvae" n. 10, 2008 e quanto reiteratamente affermato dalle stesse associazioni agricole degli Stati Uniti e di altri Paesi che negano ogni aumento di produzione con gli OGM.
In sostanza, per il dr. Lucconi gli OGM non possono, al presente, essere introdotti sul territorio nazionale perché:
- inquinano irreversibilmente le aree agricole;
- non ci sono ritorni economici;
- non ci sono risparmi sui diserbanti da utilizzare;
- danneggiano in modo gravissimo la biodiversità;
- rendono inutili le banche del seme;
- non c'è aumento di produzione;
- crescono i costi dovendo l'agricoltore sopportare (direttamente o indirettamente) l'onere di non meno di sette brevetti;
- stravolgerebbero il mercato fondiario e la prelazione del confinante (riservato, di fatto, quest'ultimo, al solo produttore di OGM);
- cadrebbe la possibilità di produrre prodotti agricoli biologici e convenzionali, rendendo inutili i distretti OGM free, la verifica delle filiere produttive, la certificazione, le analisi, la etichettatura;
- sarebbe, infine, impossibile parlare: di razionale sfruttamento del suolo, di promozione e bonifica delle terre, di formazione di unità produttive idonee, di cui all'art. 44 della Costituzione.
Stante la mancanza di certezze positive in tale ambito, reputa, conclusivamente, opportuno valutare in maniera più approfondita l'impiego di colture OGM anche al fine di evitare che pochi soggetti, per lo più stranieri, si impadroniscano della catena alimentare e della agricoltura italiana, con forte penalizzazione della qualità dei prodotti nazionali.
Sarebbe, altresì, opportuno promuovere, eventualmente, prima di deliberare in merito, una indagine interparlamentare approfondita, con diretta verifica di quanto evidenziato da Marie-Monique Robin nel libro "Il mondo secondo Monsanto", Arianna Editrice, 2009, che riferisce fatti di inaudita gravità.Né, in temi di questa natura, ci si può sottrarre dal parere di una eventuale Commissione nazionale di inchiesta per accertare tutto quanto sopra riportato.
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Con i più cordiali saluti
Giuseppe Altieri, Agroecologo - Agernova
Accademia Mediterranea per l'Agroecologia e la Vita
Loc. Viepri Centro 15, 06056 Massa Martana (PG)
P. IVA 02322010543
Email: agernova@libero.it
http://www.agernova.it
ACCADEMIA MEDITERRANEA PER L'AGROECOLOGICA E LA VITA (AMA LA VITA)
"Carta di Montebelluna per la Rete ZEROGM"
PROPOSTE OPERATIVE GIURIDICHE E ISTITUZIONALI ATTE AD EVITARE L'INTRODUZIONE DEGLI OGM IN ITALIA ED IN EUROPA
Urbino 18 – 19 giugno 2009
Premessa
Nel considerare questioni di natura giuridica sulla coesistenza della coltivazione di OGM con quella senza OGM intendiamo far rilevare, in modo particolare, sotto un profilo tecnico-agronomico, come questa coesistenza sia del tutto impossibile.
Questo comporta che viene meno lo stesso presupposto su cui si fonda la coesistenza in itinere, ossia che sia possibile far coesistere le coltivazioni di OGM con quelle prive di OGM, senza che le prime (le vegetazioni GM) inquinino, irreversibilmente, le seconde (le vegetazioni non GM).
Supponendo, quindi, certo questo evento, dell'inquinamento irreversibile del territorio, una volta introdotti gli OGM nell'ambiente, si tratta di stabilire quali dei due diritti dovrebbe prevalere, quello di chi vorrebbe continuare a coltivare il prodotto convenzionale e/o biologico o quello di chi vorrebbe coltivare i vegetali con OGM.
In sostanza, ogni altro problema, in merito, avrebbe un valore relativo e secondario rispetto a quello principale di stabilire quale delle due coltivazioni debba essere permessa e se una tale decisione possa essere riservata esclusivamente al legislatore, comunitario e nazionale, ovvero non sia il caso di promuovere consultazioni della popolazione prima di scegliere il da farsi, come già avvenuto per l'energia nucleare, tanto più che è la stessa Direttiva 2001/18/CE a prevedere queste consultazioni con il 10° "considerando" e gli artt. 9 e 32 (di recepimento, quest'ultimo, del Protocollo di Cartagena).
Constatiamo, con estrema amarezza, che i dibattiti fino ad ora svoltisi, anche tra i contrari agli OGM, non hanno approfondito con la dovuta e necessaria attenzione questo problema, fondamentale sotto ogni aspetto, perché, accertato l'inquinamento irreversibile del territorio, una volta introdotti nell'ambiente gli OGM, inutile risulta discutere sulla libertà di coltivazione degli stessi, dato che non sarebbe più possibile coltivare nel medio e lungo periodo i vegetali convenzionali, nè si potrebbe proporre ancora il miglioramento genetico dei medesimi, non potendo utilizzare aree agricole non inquinate.
Aggiungasi che le stesse Banche del seme, che stanno sorgendo a livello regionale per proteggere e garantire la biodiversità vegetale del prodotto convenzionale, risulterebbero del tutto inutili, tenendo conto che la propagazione in purezza del seme tradizionale in territorio agricolo inquinato dagli OGM sarebbe assolutamente impossibile.
Ad ogni buon conto, risulta sbalorditivo che in questo stesso momento le Regioni dichiaratesi OGM free discutano, tra di loro, quali regole proporre, a livello comunitario, per attuare la indicata coesistenza e la creazione di distretti OGM free. Questo significa che le citate Regioni ritengono possibile questa coesistenza senza che si produca l'inquinamento irreversibile di tutte le aree.
In realtà esse accetterebbero contaminazioni da OGM in tutte le filiere agroalimentari, espropriando in tal modo un diritto individuale (quello di coloro che intendono ottenere produzioni agricole 100% libere da OGM) senza il presupposto di un interesse pubblico superiore.
Proposte
Di fronte all'impossibilità di evitare contaminazioni irreversibili e gereralizzate dell'Ambiente e dell'Agricoltura, qualora gli OGM fossero introdotti in qualsiasi forma di Coesistenza tra coltivazioni GM e non GM con conseguenti danni irreparabili per l'eliminazione dal mercato delle filiere 100% OGM free, Tradizionali e Biologiche,
Sulla base dell'esperienza pluriennale dei maggiori paesi produttori di OGM (Canada, USA, Argentina, Brasile, Messico, India) che conferma l'inquinamento irreversibile del territorio e la conseguente impossibilità di far coesistere aree OGM con aree OGM free,
In virtù della natura non vincolante della Raccomandazione della Commissione 2003/556/CE,
Di fronte alla mancanza di necessarie verifiche preliminari sull'inquinamento del territorio indotto dagli OGM, attraverso attività sperimentali che peraltro non possono essere fatte a cielo aperto con OGM, laddove si rischia di provocare una contaminazione irreversibile dell'ambiente, ma solo eventualmente nei Paesi che hanno già introdotto a pieno campo la coltivazione di OGM,
Per il venir meno della libertà di iniziativa economica, in quanto essa non appartiene solo a chi intendesse coltivare OGM, ma anche a coloro che vogliono continuare a coltivare prodotti tradizionali e biologici non contaminati da OGM
A seguito dell'entrata in vigore del nuovo regolamento Europeo sull'Agricoltura Biologica, il quale consentirebbe la tolleranza di contaminazioni "accidentali" da OGM (senza etichettatura) anche nei prodotti biologici, così come negli alimenti convenzionali, violando in tal modo sia la liberta di scelta dei produttori che quella dei consumatori di non alimentarsi con OGM, seppur lasciando agli Stati membri la possibilità di istituire Marchi e garanzie Nazionali 100% OGM Free,
In conseguenza delle pressioni delle multinazionali che chiedono di coltivare OGM in Italia con la certezza di "naturale" (non accidentale), inevitabile ed irreversibile contaminazione di tutte le filiere agroalimentari, pretendendo l'accettazione di livelli di contaminazione da OGM generalizzati, quale strategia del "Cavillo di Troia", per ottenere autorizzazioni alle coltivazioni di OGM, che provocherebbero la distruzione del ruolo multifunzionale tradizionalmente svolto dal mondo rurale e la dipendenza dell'agricoltura e degli esseri umani dai proprietari di OGM Brevettati
In considerazione del diritto precedente dell'agricoltura tradizionale e biologica, straordinariamente ricca di biodiversità autoctona inimitabile, tesoro prezioso ricevuto dal passato da trasmettere integro alle generazioni future, a rischio di erosione genetica e di contaminazione irreversibile del territorio e delle sementi da OGM, con conseguente minaccia per i diritti umani inviolabili e la sovranità alimentare e nazionale
Sulla base di recenti ricerche scientifiche indipendenti, che hanno accertato pericoli di danno irreversibile per la salute umana ed animale e per l'ambiente, causa la mancanza di una base scientifica e scarsa precisione ed affidabilità delle tecniche di manipolazione genetica, che creano organismi transgenici (OGM) in grado di autoriprodursi ed instabili nel tempo, con conseguenze imprevedibili per il nuovo organismo, la specie originaria naturale e gli altri esseri viventi che se ne alimentano
Al fine di garantire l'integrità della salute umana ed animale e la Biosicurezza dalle contaminazioni ed iquinamenti da OGM dolosi e/o colposi, del territorio, delle coltivazioni e degli alimenti, con il risarcimento degli eventuali danni e costi di bonifica da parte dei responsabili dell'inquinamento stesso
Per l'opposizione alla coltivazione di OGM della grande maggioranza della popolazione italiana ed europea
A seguito delle decisioni di divieto delle coltivazioni GM da parte d molti paesi Europei, tra cui Grecia, Austria, Francia, Ungheria, Lussemburgo e Germania, ratificate dalle recenti decisioni del Consiglio dei Ministri UE
Considerata la Politica Europea di Sviluppo Rurale 2007-2013, fortemente orientata in senso Agroambientale, con oltre 100 miliardi di € stanziati, con misure prioritarie atte a compensare mancati redditi e maggiori costi agli agricoltori per l'acquisto di servizi utili alla collettività, forniti dalla riconversione biologica delle coltivazioni e degli allevamenti intensivi e dal ruolo multifunzionale Agroecologico rurale,
Chiediamo urgentemente ai Ministri competenti ed alle Regioni Europee a causa del Pericolo attuale di Danno irreparabile ed irreversibile alle Persone e all'Ambiente:
1. Sulla base del Principio di Precauzione, applicando la clausola di salvaguardia (Dir.18/2001 CE) e la sussidiarietà, che l'Italia e gli Stati Europei bandiscano ogni forma di rilascio ambientale di OGM nei rispettivi territori nazionali e regionali, anche a livello sperimentale. L'art. 176 del Trattato UE codifica il principio della tutela più rigorosa del livello territoriale inferiore e comporta, da un lato, l'illegittimità di una normativa comunitaria che imponesse ai singoli Stati il divieto di misure precauzionali più rigide, dall'altro che le finalità ambientali possono essere realizzate dalla normativa regionale e nazionale, in materia di competenza propria o concorrente, proprio al fine di una maggiore protezione dell'ambiente.
2. Che il Governi nazionali e le Regioni escludano norme di impossibile "Coesistenza" essendo vano discutere sulla creazione di Distretti OGM free, basati su presunte distanze di semina degli OGM dalle coltivazioni tradizionali, attraverso cui si intenderebbe contenere (non si comprende in base a quale teoria scientifica) le conseguenti "naturali" (e non accidentali) contaminazioni entro ipotetiche soglie di "tolleranza". Dal momento che ciò farebbe venir meno lo stesso presupposto su cui si basa la Coesistenza, per le contaminazioni in breve tempo irreversibili, che precluderebbero il diritto precedente di esistenza delle coltivazioni tradizionali e biologiche, oggi 100% libere da OGM.
3. Che venga garantita la protezione del Germoplasma Autoctono e la conservazione della biodiversità quale patrimonio comune di tutti gli esseri umani e base fondamentale per il miglioramento genetico, generalizzando a tutte le coltivazioni l'esclusione degli OGM prevista dall'Art. 4 del DM 18/04/2008, Registro Nazionale delle Varietà di Conservazione (attuazione legge 6 aprile 2007 n. 46), secondo il quale "Sono escluse dal campo di applicazione del presente decreto tutte le varietà geneticamente modificate, così come definite dall'art. 1 del decreto- legislativo n. 212 del 24 aprile del 2001, o contaminate da varietà geneticamente modificate e sono vietati tutti gli usi delle varietà di cui al presente decreto finalizzate alla costituzione di varietà geneticamente modificate". Altrimenti le stesse Banche del seme, che stanno sorgendo a livello regionale per garantire e proteggere la biodiversità vegetale tradizionale dall'erosione genetica, risulterebbero del tutto inutili, tenendo conto che la propagazione in purezza dei semi sarebbe impossibile in un territorio agricolo inquinato dagli OGM. E' necessario riconoscere diritti pubblici per le comunità locali, in caso di usi privati del Germoplasma Autoctono delle Regioni.
4. Il mantenimento della Tolleranza Zero OGM nelle sementi di qualsiasi natura prodotte, importate e commercializzate in Italia ed in Europa con lettura in senso qualitativo, in base al LOD (limite di rilevabilità) dei risultati delle analisi, senza nessuna approssimazione, dal momento che la legge prevede l'assenza di ogm nelle sementi. Contestuale divieto di importazione di sementi da aree o nazioni che permettono coltivazioni di OGM, con tolleranza zero ed obbligo di test di presenza / assenza sui lotti di semente in partenza dalle zone d'origine.
5. Al Ministro per le Politiche Agricole On. Luca Zaia ed ai Ministri e Governi degli altri Stati europei di recepire, con Decreto ad hoc, la Dir. 2001/18/CE, indicendo la consultazione popolare sugli OGM, obbligatoria e preliminare alle decisioni in materia. Tale consultazione popolare non può essere effettuata via internet, in quanto non consente a tutti i cittadini la possibilità di esprimere la propria volontà. Contestuale mantenimento della tolleranza zerogm nei prodotti biologici come in quelli convenzionali, in attesa del Referendum popolare.
6. Sulla base delle recenti ricerche scientifiche che hanno accertato Pericoli di danno irreparabile alla salute umana e animale e per l'ambiente, applicando il Principio di Precauzione e la Dir. 2001/18/CE, che venga decretata una Civile Moratoria con sospensione sine die delle importazioni e commercio di OGM e derivati, in attesa di ulteriori ricerche "indipendenti" sui rischi sanitari. Evitando inutili sperimentazioni di coltivazioni OGM che potrebbero contaminare irreversibilmente il territorio nazionale.
7. La revisione delle procedure per i pareri scientifici dell'EFSA, che devono basarsi su Ricerche indipendenti e non sui dati forniti delle ditte produttrici di OGM, in palese conflitto di interesse.Assoluta indipendenza dei membri dell'EFSA, con limitazione dei pareri alla sicurezza alimentare ed esclusione degli aspetti ambientali, non di pertinenza di tale Ente.
8. Dal momento che in Italia, come nella maggior parte dei paesi UE, gli OGM non sono coltivati e non sussistono pertanto rischi di contaminazioni delle filiere di prodotti agricoli nazionali, sulla base del Reg. 834/2007CE sull'Agricoltura Biologica e dalla clausola di salvaguardia (Dir. 2001/18/CE), di stabilire l'assenza di OGM nei Prodotti Biologici e Tradizionali italiani, senza indicazioni di limiti di rilevabilità arbitrari che possono nascondere soglie di tolleranza. Di istituire il Test di presenza/assenza di tipo qualitativo per il rilevamento di qualsiasi livello di presenza accidentale di OGM, in eventuali materie prime importate, per il diritto dei consumatori alla corretta informazione e la gestione di eventuali contaminazioni ed inquinamenti dei prodotti e dell'ambiente. Istituzione di un eventuale Logo Nazionale sul Biologico e garanzia della possibilità di marchi privati che certifichino l'assenza di OGM, previsti dal Reg. 834/2007 CE.
9. L'applicazione del criterio di responsabilità penale secondo il principio di "chi inquina paga" i danni da contaminazioni o inquinamenti da OGM e le spese per l'eventuale bonifica. Oltre ad eventuali danni accertati alla salute umana ed animale.
10. Di definire corrette procedure atte ad evitare le contaminazioni accidentali di OGM nelle filiere biologiche e tradizionali, previste dal Reg. 834/2007 CE sul Biologico e dalle normative sull'etichettatura degli OGM. In osservanza della Dir. 2001/18/CE la quale prevede che "gli Stati membri possono adottare tutte le misure opportune per evitare la presenza involontaria di ogm in altri prodotti".
11. Il divieto di importazione di ogm per qualsiasi uso o destinazione sotto forma di semi vivi (per produzione di Mangimi, Biocarburanti, Agrofarmaceutici, Cotone, ecc.) che potrebbero inquinare e/o contaminare l'ambiente in maniera irreversibile. Obbligo di devitalizzazione/macinazione degli OGM eventualmente importati.
12. Che l'Italia e gli altri Stati e Regioni europee si adoperino per un Bando mondiale sulla produzione e rilascio ambientale di OGM, con ricorso al tribunale per i diritti Umani Internazionali e per la Libertà di Iniziativa economica e Commercio. Di sancire il diritto inviolabile all'integrità della Vita e del DNA, nel rispetto delle leggi perfette della natura.
13. Che le Regioni Italiane interpellino la Corte Costituzionale, scavalcando il Diritto Comunitario, per la tutela degli Art. 9 e 32 della Costituzione, in materia di diritto alla salute e all'integrità ambientale e per il rispetto della libertà di scelta e di iniziativa economica dei produttori e consumatori. (Persistente autorizzazione al commercio di OGM pericolosi, e rilascio ambientale di OGM, omissione di etichettatura, ecc.). Che le altre Regioni europee si attivino analogamente in tal senso.
14. Di promuovere a livello collettivo le conoscenze scientifiche sugli effetti nefasti sulla salute e l'ambiente degli OGM ed attivare, insieme ad associazioni di altre nazioni, un coordinamento d'azioni a livello europeo volte ad impedire l'introduzione degli OGM nell'ambiente.
15. Di ricorrere in Corte di Giustizia per l'abrogazione dei diritti di brevetto sul DNA o suoi frammenti, patrimonio comune di tutti gli esseri umani. Anche perchè gli OGM e il DNA non sono stabili e i cosiddetti geni (frammenti di DNA) non sono invenzioni ma scoperte e, pertanto, patrimonio dell'umanità. Ciò al fine di evitare che pochi soggetti si impadroniscano della catena agroalimentare europea, con forte penalizzazione della qualità dei prodotti.
16. Di promuovere una indagine interparlamentare approfondita, con diretta verifica di quanto evidenziato da Marie-Monique Robin nel libro "Il mondo secondo Monsanto", Arianna Editrice, 2009, che riferisce fatti di inaudita gravità, non potendosi, in temi di questa natura, sottrarre dal parere di una eventuale Commissione nazionale ed internazionale di inchiesta. Ed eventualmente avviare azioni legali collettive (Class Action), supportate da associazioni di categoria e consumatori per la tutela pubblica della salute e dell'integrità ambientale, nei confronti delle Multinazionari produttrici di OGM e Pesticidi di accertata pericolosità, causa di inquinamento ambientale e biologico irreversibile.
17. Il divieto immediato di somministrazione di alimenti contenenti ogm negli appalti pubblici di ristorazione.
18. Di Sviluppare le alternative Agroecologiche praticabili (Agricoltura e Zootecnia Biologica) in linea con i recenti Programmi Europei di Sviluppo Rurale Agroambientale (oltre 100 miliardi di € stanziati dall'UE nel periodo 2007-2013) e gli impegni del protocollo di Kyoto. Evitando le applicazioni non conformi che da 15 anni contrastano con gli obiettivi comunitari di riconversione all'agricoltura Biologica e sostituzione degli inputs chimici (Relazione 3/2005 della Corte dei Conti UE e precedenti). Con esclusione da qualsiasi aiuto comunitario in caso di produzioni agricole ed agroalimentari contaminate da ogm
Si propone inoltre alla cittadinanza Italiana ed europea:
- Di depositare il Testo di un Referendum consultivo sugli ogm con la proposta di legge istitutiva d'iniziativa popolare, sulla quale raccogliere le firme attraverso un comitato promotore. Con contestuale invio della Proposta di Legge istitutiva a tutti i Parlamentari Nazionali, affinché venga posta all'ordine del giorno per l'approvazione.
- Di attivarsi presso un Giudice ordinario in qualitò di produttori che intendono mantenere i loro raccolti e/o prodotti agroalimentari 100% liberi da OGM e di consumatori che intendono tutelare il diritto alla corretta informazione, contro le soglie di tolleranza di OGM senza etichettatura (occultamento di OGM), nel caso non si attivino i governi europei, con iniziative legislative nazionali, atte a garantire filiere agroalimentari 100% libere da OGM
Non Osiamo Perché Le Cose Sono Difficili; Le Cose Sono Difficili Perché Non Osiamo - Seneca
Discusso al Convegno di Montebelluna (Tv) 19 aprile 2009
OGM: UNA MINACCIA IRREVERSIBILE PER LA SALUTE E LE TRADIZIONI AGROALIMENTARI. LE ALTERNATIVE BIOLOGICHE E LOCALI PER I PROGRAMMI DI SVILUPPO RURALE 2007-2013
Revisionato il 18 giugno 2009 per la Conferenza Stampa di Urbino del 19 giugno 2009
CTPB (Coordinamento Toscano Produttori Biologici)