Rifiuti, causa Comune/ATO: cittadini "curnuti e vastuniati"
L'appello a non essere di memoria corta è sempre valido. Andando un po' indietro nel tempo, non possiamo non ricordare le montagne di spazzatura che invadevano ogni angolo della città di S. Cataldo, che ammorbavano l'aria, rifocillavano cani gatti e topi e prospettavano una seconda Napoli. Era dicembre dell'anno scorso. Fu allora che il Sindaco Di Forti maturò l'insano progetto di staccarsi dall'ATO CL1 e ad attivare in autonomia il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Un costo di 5.000 euro al giorno per l'affitto di camion, per il personale, per il conferimento in discarica. Ogni mese 150.000 euro, prelevati dalla cassa comunale con la promessa di un paese pulito e di una lezione al presidente Cimino, avversario politico da annientare. Restava sordo Di Forti ai richiami dell'opposizione ed in particolare del consigliere Modaffari, che qualificava la strada intrapresa dal Primo cittadino giuridicamente impercorribile e moralmente azzardata per l'esito negativo scontato, su cui avrebbero pianto i cittadini.
Si è arrivati in Tribunale. L'Ordinanza n. 642/08 del 25 luglio ha confermato: non può il Comune di San Cataldo - che ha sottoscritto un contratto con l'ATO nel 2004 - staccarsene, poiché una Legge regionale non lo permette. Ed ora? La somma che il Sindaco Di Forti ha utilizzato per questa iniziativa supera gli 800.000 euro, cui dovranno aggiungersi le spese legali e le parcelle degli avvocati consigliori. A seguito del provvedimento del giudice, l'ATO non è tenuto a rimborsare nulla al Comune e noi cittadini dovremo accollarci, oltre alle bollette ed al pessimo servizio, anche le spese affrontate da Di Forti.
Onestà vuole che le somme anticipate, che hanno svuotato le casse comunali, siano pagate di tasca propria dal Sindaco, responsabile insieme ai suoi sostenitori di un errore più volte preannunciato. La giusta battaglia di abolire gli ATO, carrozzoni politici inefficienti, doveva essere fatta nelle opportune sedi, ovvero a Palermo, dall'onorevole Pagano che - foraggiato con 20.000 euro al mese per risolvere i nostri problemi - ha invece votato la legge istitutiva e nulla ha fatto poi per migliorarne gli effetti; anzi, è volato per altri lidi, a deliberare sulle impronte delle manine dei piccoli Rom. Potrebbe provarci, se ne è capace, l'altrettanto onorevole Torregrossa, votato per occupare a caldo la sedia regionale del cognato.