Terzo appuntamento con il teatro del Mito per "Mitika – Teatro e Mito nella contemporaneità", rassegna del dramma antico a cura di Aletheia Teatro, con direzione artistica di Carla Guido, e sostegno dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce e della Banca Popolare Pugliese. Appuntamento sabato 20 agosto alle 21, sempre al Teatro Romano di Lecce, con una produzione della compagnia Lombardi-Tiezzi, una delle più storiche e consolidate compagnie italiane, in collaborazione con AC Zerkalo: "Agamennone" di Fabrizio Sinisi. Che riscrive Eschilo e vede in scena due grandi protagonisti del teatro e cinema italiano, Paolo Graziosi (Agamennone) e Daniela Poggi (Clitemnestra), assieme a Valeria Perdonò (Cassandra) ed Elisabetta Arosio (Coro, La Città).

Tutto si svolge nell'arco di tempo che va dall'arrivo di Agamennone ad Argo fino al suo omicidio. In questo frangente tutti i personaggi del dramma vengono a confronto in un agone sfrenato: Agamennone e Cassandra, nella loro complicità di padrone e di schiava, eppure entrambi vittime dell'orrore della guerra; Cassandra e Clitemnestra, la ragazza e la donna, la moglie e l'amante; Agamennone e Clitemnestra, l'Uomo e la Donna, il Marito e la Moglie, separati da dieci anni di assenza e dal sacrificio di una figlia. E infine la Città, l'istanza etica, perduta e dimenticata. Tutti gli elementi del dramma eschileo messi insomma a reazione, scatenati uno contro l'altro fino all'estremo, in una tensione di amore e rabbia. Agamennone non è più il guerriero a tutto tondo, ma l'uomo della stanchezza e del disincanto, che tutto sa perché tutto ha visto e tutto ha provato. Cassandra è la giovane donna, l'emblema della città di Troia ferita e distrutta, e proprio dal fondo di questa rovina vede e sente ogni cosa: Cassandra vive nel profondo, alla radice delle cose. Poi c'è Clitemnestra, la protagonista, emblema del grande conflitto della Donna: rovescia l'attesa di Penelope, da simbolo dell'attesa diventa simbolo della rabbia, mano del sacrificio; in Clitemnestra l'uomo d'oggi vede la terribile giustizia dell'umano, la febbre dell'esistenza che diventa violenza, il lutto che diventa ferocia. E infine il Coro, lo sfondo dell'esistente: la città, la politica; il Coro è la società e, dunque, la paura e lo scandalo.
Il testo indaga la natura primitiva dell'amore, gli abissi del desiderio, il potere, il rapporto con la bellezza e con la vita come rappresentazione, tema quest'ultimo che attraversa la drammaturgia di Sinisi e che la regia segue e mette a tema. La tragedia greca qui è dunque calata nella modernità, immaginando una contemporaneità lontana, astratta, una società in disfacimento, post-atomica, un nuovo Medioevo nel quale, a dispetto dei progetti di razionalità e di dominio sulla natura e sugli istinti, l'irrazionale riemerge puntualmente come l'elemento più proprio dell'essere umano, lasciando intravedere il Mito intatto al di sotto del lògos.
La regia dello spettacolo è di Alessandro Machìa; scene di Elisabetta Salvatori, costumi di Sara Bianchi, luci di Simone Caproli, musiche di Francesco Verdinelli; assistente alla regia Sonia Merchiorri.
Paolo Graziosi, attore teatrale, cinematografico e televisivo, lavora con maestri come Franco Zeffirelli che lo ha diretto, in teatro, nel "Romeo e Giulietta", e Peter Stein, nel suo ultimo spettacolo italiano "Der Park". Al cinema ha lavorato con Rosi, Bellocchio, Comencini, Von Trotta, Avati e, ancora, Mazzacurati e Martone.
Daniela Poggi ha debutta in teatro nel '78 con Walter Chiari, e oggi si divide tra cinema - lavorando principalmente in numerose commedie all'italiana - teatro e televisione, dove conduce anche lo storico programma televisivo "Chi l'ha visto?".
"Mitika" proseguirà il 30 e 31 agosto – stavolta nell'ex Convento degli Olivetani – con "Dimenticare Medea – Un percorso di studio e di lavoro". Lo spettacolo vede la collaborazione drammaturgica di Riccardo Spagnulo, degli allievi dell'Accademia Mediterranea dell'Attore e la partecipazione amichevole di Carla Guido (ideazione e regia di Tonio De Nitto). Ultimo appuntamento il 6 settembre, tornando al Teatro Romano, con Astragali e le "Metamorfosi" da Ovidio, ovvero "Donne che resistono alla violenza degli dei": scrittura e regia di Fabio Tolledi, partecipazione di Lenia Gadaleta, Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Petur Gaidarov, Onur Uysal, Hamado Tiemtorè, musiche di "Insintesi".
I biglietti (10 euro platea, 7 euro gradoni; 10 euro per lo spettacolo all'ex Convento degli Olivetani) si possono acquistare in prevendita presso l'infopoint del Castello Carlo V di Lecce, tutti i giorni dalle 9.30 alle 22 (tel. 0832.246517), oppure la sera stessa dello spettacolo presso il botteghino del Teatro Romano di Lecce (dalle 19 in poi).
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