La Comunità Bahá'í italiana è profondamente scossa dalla notizia dell'esplosione, che si è verificata all'interno della moschea dei Martiri, a Shiraz: che ha provocato undici morti e 191 feriti. L'auspicio è che le autorità iraniane possano accertare, in fretta, le cause reali di questa deflagrazione: che potrebbe essersi verificata a causa di un potente ordigno, collocato da imperdonabile mano assassina, o da una disgrazia non ricercata da alcuno. Lo stesso capo della polizia del posto, Ali Moayeri, ha dichiarato – a questo proposito - che potrebbe essersi trattato d'un incidente "causato da negligenza: fino a poco tempo fa questo luogo era, infatti, adibito a mostra in memoria della guerra Iran-Iraq e la deflagrazione potrebbe esser stata causata dalle munizioni lasciate qui".
La Comunità Bahá'í italiana è vicina, in questo momento, alla Comunità Islamica che ha subito un lutto così grande, mentre alcune centinaia di fedeli mussulmani erano riuniti in preghiera, per ascoltare il sermone dell'ayatollah Mohammad Anjavinejad, esponente di spicco della comunità religiosa locale. I Bahá'í nonostante siano vessati da anni dal clero iraniano - che li accusa di apostasia dell'Islam - vivono con dolore questo drammatico evento, che ha colpito la Città Santa di Shiraz. I Bahá'í confidano che la verità prevarrà durante l'accertamento dei fatti, a seguito dell'indagine che è stata avviata (secondo quello che riferisce l'Agenzia Ufficiale della Stampa iraniana, IRNA) dal vice governatore della provincia di Fars, Mohammad Reza Hadaegh (responsabile delle questioni di sicurezza).
Rino Cardone – addetto stampa
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