Due ciclisti marocchini rapiti lo scorso 1°aprile tra la Nigeria ed il Burkina Faso sono finalmente liberi grazie alla cooperazione tra i servizi di sicurezza marocchini e le loro controparti nigeriane.
Questo fatto ci permette di analizzare due fattori: il primo la politica di cooperazione del Marocco in tema di sicurezza è una realtà. I servizi di sicurezza del Regno sono un pilastro non solo per il controllo di possibili minaccie del terrorismo all'interno del Regno ma anche in chiave africana e potremmo dire mondiale.
Il Marocco rappresenta un modello, anche nella gestione delle questioni delicate come lìaiuto e la prevenzione di fatti di terrorismo. Infatti, da sempre la cooperazione rafforzata con le autorità di sicurezza del Marocco hanno permesso la liberazione di ostaggi e l'eradicazione di cellulle dormienti del terrorismo internazionale.
Il secondo aspetto, che merita attenzione, è il lugo nel quale è avvenuto il rapimento. Il Sahel oggi è una zona calda. Dove fenomeni di istanbilità politica, terrorismo , pressione migratoria si concentrano in modo pericoloso.
Invece di un "piano Mattei" di cui non si conoscono ancora i contorni , sarebbe ora di un'accordo sinergico e stratto tra Roma e Rabat per la lotta comune al terrorismo globale ed ai mercanti di uomini che tra Niger, Burkina Faso e Mali operano in modo violento. Un'atto del genere renderebbe l'Italia veramente protagonista in quel settore, dove per altro non ha nessun passato coloniale da farsi perdonare e che quindi troverebbe l'appoggio dei Governi di quelle Nazioni
Marco Baratto
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