Mai come nel corso del 2020, a livello mondiale, la gestione dei dati è stata al centro di intensi dibattiti sul versante socio-economico e, ovviamente, in quello sanitario: l’emergenza Coronavirus ne ha evidenziato la grande importanza nei processi decisionali delle società contemporanee.
Come riportato da Data Science Central, proprio quest’anno, l’ammontare dei dati creati, copiati e consumati a livello mondiale ha raggiunto i 59 zettabytes. Soltanto nel 2020, a causa della pandemia, il valore dei dati prodotti è cresciuto in misura pari al +44%, passando da 41 a 59 zettabytes e, secondo le previsioni, nel 2024, si raggiungerà una crescita del +152%, toccando quota 149 zettabytes.
Secondo gli esperti del settore, a livello nazionale, è mancata una politica di integrazione delle banche dati e una loro successiva analisi ed elaborazione: per poter disporre dii una visione trasversale, le informazioni disponibili devono essere raccolte, analizzate e controllate attraverso il necessario processo di Data Integration.
Stefano Musso, CEO di Primeur, multinazionale italiana operante nel settore della Data Integration, dichiara: “L’emergenza da Covid-19 ha messo in luce l’importanza di gestire i dati, facendo emergere...
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