IL 38% DEI DETENUTI ITALIANI PRESENTA PREVALENZA DI EPATITE C
(LA MEDIA NAZIONALE E' DEL 3%)
NEL MONDO CI SONO 350MILIONI DI PERSONE CON IL VIRUS DELL'EPATITE B
7 VOLTE IN PIU' RISPETTO AL NUMERO DEI COLPITI DA HIV
Nel mondo 350milioni di persone hanno il virus dell'Epatite B: un numero 7 volte maggiore rispetto a quello delle persone colpite da HIV. E' questo il dato emerso nel corso del Convegno svoltosi mercoledì 25: "Le due facce della medaglia: lotta alla povertà e prevenzione e cura delle malattie infettive in una sfida translazionale".
Tre i gruppi nei quali si registra un aumento del virus dell'Epatite B e C: gli immigrati, i tossicodipendenti e i detenuti.
"Si tratta di tre gruppi "deboli", più esposti alla contrazione di malattie. Per quanto riguarda gli immigrati, tuttavia, i dati che abbiamo rappresentano una sottostima rispetto alla realtà dei fatti - ha spiegato il Dottor Lorenzo Nosotti dell'INMP di Roma –. In Italia, ad oggi, ci sono 3milioni 800mila migrati regolari. A questi vanno aggiunti gli irregolari di cui non possiamo fare una stima precisa. Possiamo dire che il 4,2% degli immigrati ospedalizzati in Italia ha presentato il virus dell'Epatite C. Un dato che è superiore alla media nazionale. Il virus dell'Epatite B in Italia ha una prevalenza dell'1%. Il virus dell'Epatite C ha una prevalenza del 3%".
Una media ampiamente superata dai detenuti.
"La causa è da imputare a diversi fattori: il sovraffollamento delle carceri (i detenuti allo stato attuale sono 46.118 rispetto ad una capienza massima di poco più di 43.000 posti), l'uso di strumenti non adeguatamente sterilizzati, i rapporti sessuali senza l'uso di profilattici, lo scambio di oggetti per l'igiene personale. Il 37% dei detenuti in Italia è costituito da stranieri. Nel Lazio questo numero sale al 44%. Sulla base di un'indagine condotta presso 12 Istituti Penitenziari italiani il 38% dei detenuti ha presentato una prevalenza di Epatite C. Ricordiamo sempre che la media nazionale è del 3%. Nel 6,7% si è evidenziata l'Epatite B in forma manifesta. Nel 52,6% dei casi si presentava un'infezione occulta da HBV".
Per ovviare al problema delle carceri l'idea è di ridurre la pressione della popolazione stipata nelle carceri, di vaccinare il personale medico e paramedico che opera nei penitenziari, distribuire materiale informativo mistilingue: "Un progetto quest'ultimo – ha proseguito il Dottor Nosotti – avviato a Roma presso il Sandro Pertini ed anche a Viterbo. In questi due nosocomi, inoltre, ci sono strutture ad hoc per i pazienti ex detenuti".
Altro caso limite quello dei tossicodipendenti.