tratto da: http://linterruttore.wordpress.com/2012/08/28/enel-leader-anche-nella-cultura-della-legalita/
Ai tanti riconoscimenti ottenuti dal Gruppo Enel a livello internazionale, relativi all'eccellenza tecnologica e all'attenzione ai valori ambientali, se ne è recentemente aggiunto un altro di grande significato, che investe la sfera etica.
Enel è infatti risultata al primo posto tra le utility per quanto riguarda la trasparenza e la lotta alla corruzione nella valutazione effettuata da Transparency International, l'organizzazione non governativa che ogni anno stila la classifica sull'impegno che le 105 più grandi società quotate in Borsa dimostrano nell'applicazione delle regole anti-corruzione.
Nell'ambito della classifica, che vede al primo posto la società petrolifera norvegese Statoil, Enel occupa la ventesima posizione assoluta, risultando però la prima tra le aziende italiane e soprattutto la prima utility al mondo, con un punteggio significativamente superiore a quello ottenuto dalle altre aziende di settore.
La valutazione di Transparency International premia il lungo cammino che Enel ha percorso per improntare alla correttezza e alla trasparenza l'operato di tutte le aziende del Gruppo. Un cammino di vecchia data, che ha visto la sua tappa più significativa nel 2002, quando venne adottato il Codice Etico con il quale Enel ha regolato e uniformato i comportamenti aziendali su elevati standard di correttezza e trasparenza verso tutti gli stakeholders. Comportamenti che sono stati resi vincolanti anche per i collaboratori e per le imprese partecipate a maggioranza in tutti i 40 Paesi dove il Gruppo opera.
L'impegno per la lotta alla corruzione è poi stato consolidato con il Piano Tolleranza Zero alla Corruzione, approvato nel 2006 con l'obiettivo di sensibilizzare tutti coloro che lavorano con e per Enel verso atteggiamenti onesti, corretti e trasparenti. Il Piano risponde anche agli impegni sottoscritti da Enel con l'adesione al Global Compact LEAD, il Programma promosso dalle Nazioni Unite con lo scopo di coinvolgere le imprese nel rispetto dei principi relativi ai diritti umani, alla tutela del lavoro e della salvaguardia dell'ambiente.
Ai tanti riconoscimenti ottenuti dal Gruppo Enel a livello internazionale, relativi all'eccellenza tecnologica e all'attenzione ai valori ambientali, se ne è recentemente aggiunto un altro di grande significato, che investe la sfera etica.
Enel è infatti risultata al primo posto tra le utility per quanto riguarda la trasparenza e la lotta alla corruzione nella valutazione effettuata da Transparency International, l'organizzazione non governativa che ogni anno stila la classifica sull'impegno che le 105 più grandi società quotate in Borsa dimostrano nell'applicazione delle regole anti-corruzione.
Nell'ambito della classifica, che vede al primo posto la società petrolifera norvegese Statoil, Enel occupa la ventesima posizione assoluta, risultando però la prima tra le aziende italiane e soprattutto la prima utility al mondo, con un punteggio significativamente superiore a quello ottenuto dalle altre aziende di settore.
La valutazione di Transparency International premia il lungo cammino che Enel ha percorso per improntare alla correttezza e alla trasparenza l'operato di tutte le aziende del Gruppo. Un cammino di vecchia data, che ha visto la sua tappa più significativa nel 2002, quando venne adottato il Codice Etico con il quale Enel ha regolato e uniformato i comportamenti aziendali su elevati standard di correttezza e trasparenza verso tutti gli stakeholders. Comportamenti che sono stati resi vincolanti anche per i collaboratori e per le imprese partecipate a maggioranza in tutti i 40 Paesi dove il Gruppo opera.
L'impegno per la lotta alla corruzione è poi stato consolidato con il Piano Tolleranza Zero alla Corruzione, approvato nel 2006 con l'obiettivo di sensibilizzare tutti coloro che lavorano con e per Enel verso atteggiamenti onesti, corretti e trasparenti. Il Piano risponde anche agli impegni sottoscritti da Enel con l'adesione al Global Compact LEAD, il Programma promosso dalle Nazioni Unite con lo scopo di coinvolgere le imprese nel rispetto dei principi relativi ai diritti umani, alla tutela del lavoro e della salvaguardia dell'ambiente.

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