Una recente norma emanata dall'UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione)
definisce la prima classificazione acustica degli edifici in Italia
L'acustica delle nostre abitazioni: sufficienti i nuovi parametri per la tutela della nostra salute e del nostro benessere?
Vivere in una casa protetta dai rumori è un diritto per chi la abita che garantisce buona salute
e buona qualità della vita, come conferma anche uno studio
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
Milano, 22 febbraio - Una recente norma UNI, in fase di inchiesta pubblica fino all'11 marzo, propone la prima classificazione acustica degli edifici in Italia. Secondo alcune associazioni di categoria, i parametri stabiliti dalla nuova classificazione non sarebbero migliorativi rispetto ai precedenti previsti dalla Legge che in Italia stabiliva i requisiti acustici passivi degli edifici.
Valeria Erba, Presidente ANIT, sostiene: "Il controllo del rumore nei nostri edifici non è un requisito secondario, ma essenziale, come anche richiesto dalla Direttiva europea 89-106 sui prodotti da costruzione" e conferma Carlo Boschieri, Presidente di F.I.V.R.A. (Fabbriche Isolanti Vetro e Roccia Associate): "il benessere acustico è una fondamentale garanzia di qualità dell'abitare e dovrebbe essere per tutti un obiettivo ed un riferimento".
La qualità di vita è un concetto sempre più necessario per la salvaguardia del nostro benessere e la tutela della nostra salute e dipende da molti fattori presenti nel nostro modo di vivere quotidiano. Uno di questi fattori è il comfrot abitativo degli ambienti in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo (abitazioni e luoghi di lavoro). Le condizioni acustiche dei nostri edifici, e dunque la tutela del nostro benessere psico-fisico, sono uno dei diritti che la Legge italiana, fino a poco tempo fa, riconosceva alla cittadinanza (DPCM '97 Legge sui requisiti acustici passivi degli edifici). Infatti, secondo quanto stabilito dalla Legge, il cittadino avrebbe diritto di rivalersi del 20% del valore dell'immobile nel caso in cui non vengano rispettati, dai costruttori, i parametri previsti. Con un emendamento al DPCM '97, secondo cui si è richiesto al Governo un riordino della materia acustica, tale diritto è stato di fatto sospeso generando un caos normativo e determinando gravi conseguenze sulla salute dei cittadini e dell'ambiente circostante.
Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, sottolinea che "questo vuoto legislativo crea gravi ripercussioni sul tema dell'inquinamento acustico e, più in generale, sulla qualità degli edifici e dell'abitato. Questo provvedimento non è che l'ennesima proroga ad una norma ambientale che porta l'Italia a fare un passo indietro invece che migliorare".
E se fino ad oggi, gli effetti del rumore sulla salute della popolazione non erano mai stati considerati particolarmente allarmanti, i risultati di alcune autorevoli ricerche condotte dall'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, tracciano un quadro preoccupante su quelle che sono le patologie maggiormente coinvolte a causa dell'inquinamento acustico e della costante esposizione al rumore. I cittadini più a rischio sono i bambini, gli anziani e i malati cronici.
Secondo tale rapporto, migliaia di persone nel mondo si ammalano di danni uditivi e muoiono di attacchi cardiaci a causa dell' incessante rumore metropolitano, fonte di inquinamento acustico. Esso infatti provoca ogni anno in Europa importanti e a volte irreversibili forme di malattie croniche, disturbi mentali, disturbi del sonno e di irritabilità, ma dato ancora più disarmante: 210.000 decessi legati a malattie cardiache.
I rischi per la salute si riscontrano già al raggiungimento dei 35 decibel, mentre oltre i 65 decibel si osservano danni psichici e neurovegetativi. Con esposizioni progressivamente maggiori ai 65 decibel si riscontrano danni diretti al sistema uditivo e se esposti a 160 dBA si ha l'immediata perforazione del timpano. In quest' ultimo caso il danno risulta irrimediabile poiché le cellule distrutte non solo non possono più essere riparate, ma provocano anche l'insorgenza di preoccupanti quadri patologici, come la cefalea, la fatica uditiva, l'invecchiamento precoce, l'insonnia, l'ansia, la diminuzione dello stato vigile e i problemi cardiocircolatori, raggiungendo stadi estremi come l'infarto e il decesso.
Numerose sono le fonti di rumore all'interno delle abitazioni (attività umane, TV, radio, elettrodomestici, impianti idraulici, ecc.), e nei luoghi di lavoro (stampanti, computer, telefoni, ecc.), ma anche quelle esterne (traffico automobilistico, ferroviario, aeroportuale, insediamenti industriali, o artigianali, ecc.).
Sono ormai note le conseguenze che elevati livelli di rumore ambientale possono avere sulla salute dei cittadini. In particolare gli effetti sanitari, indotti da una eccessiva esposizione al rumore, si identificano in:
- disturbi acuti o cronici all'apparato uditivo
- disturbi del sonno e del riposo
- disturbo dell'apprendimento e dell'attenzione
- interferenza nella comunicazione verbale
Effetti extrauditivi dell'esposizione prolungata al rumore:
- Apparato cardiocircolatorio: ipertensione, ischemia miocardica
- Apparato digerente: ipercloridria gastrica, azione spastica sulla muscolatura liscia
- Apparato endocrino: aumento della quota di ormoni di tipo corticosteroideo
- Apparato neuropsichico: quadri ansiosi con somatizzazioni, insonnia
- Affaticamento: diminuzione della vigilanza e della risposta psicomotoria
Per queste ragioni è fondamentale rivolgere l'attenzione ai cittadini e alla loro esigenza di proteggersi dai rumori provenienti dall'esterno, verso le loro abitazioni e verso gli ambienti della loro quotidianità facendo informazione attraverso iniziative quali la Campagna Isolando, prima campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione sull'importanza dell'isolamento termico e acustico degli edifici patrocinata dal Ministero dell'Ambiente, Cittadinanzattiva, Legambiente, ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), ANACI (Associazione Nazionale Amministratori di Condominio) e KyotoClub.
Per maggiori informazioni: www.isolando.it