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giovedì 17 giugno 2010

Carcere:quanto risparmierebbe lo Stato se avesse il coraggio di investire sulla rieducazione e incrementando gli organici di educatori penitenziari?




Lettere: quanto risparmierebbe lo Stato se avesse il coraggio di investire sulla rieducazione?


Ristretti Orizzonti, 14 giugno 2010



Nuova nota ai fini della copertura finanziaria dell'emendamento dell'on. Donatella Ferranti per l'adeguamento della pianta organica del personale del comparto civile del dipartimento amministrazione penitenziaria ed in particolare per l'assunzione di nuove unità di educatori penitenziari.

Un provvedimento importante come il ddl Alfano che vede quale punto centrale per la risoluzione del sovraffollamento carcerario la misura alternativa alla detenzione concessa, per i soggetti già detenuti, sulla base della relazione comportamentale dell'istituto richiede, necessariamente, un adeguamento del personale dell'area deputata al trattamento.

A fronte di una popolazione detenuta pari a 67.593 unità è impensabile poter parlare di rieducazione della pena e di trattamento penitenziario. Nel carcere non si fa niente e chi non fa niente si trova in un tempo eterno , la condizione psicologica di chi non fa niente si risolve nel puro e semplice aspettare con conseguente degrado psichico e aumento dello stato di frustrazione e la frustrazione genera aggressività. (Cfr. Freud, Dollard e Miller Frustration and Aggression).

Ed ancora a fronte di una popolazione di detenuti pari a 67.593 mancherebbero, secondo dati aggiornati al 31 marzo 2010, ben 603 unità di educatori. Con queste cifre non è possibile rieducare, non è possibile stimolare il cambiamento perché il cambiare implica un fare, un fare qualcosa che rende l'altro diverso da come era.

Con queste cifre non sarà possibile attuare il ddl Alfano perché non sarà possibile rispondere tempestivamente alle incombenze del personale pedagogico interessato alla produzione delle relazioni comportamentali ex art. 1 comma 3. L'incremento di unità di personale pedagogico è condizione imprescindibile per la concreta applicazione di quanto previsto nel ddl Alfano.

La normativa penitenziaria affida all'educatore il compito di osservare il comportamento del detenuto e redigere la relazione di sintesi cioè quella relazione di cui si servirà il magistrato di sorveglianza per la decisione finale sulla misura alternativa (Cfr art. 82 O.P.; Circ. Dap n. 2598/5051; Circ. Dap 3337/5787e Circ. Dap 2598/5051).

Senza l'incremento di personale pedagogico chi redigerà la relazione prevista al comma 3 dell'art. 1 del ddl Alfano? Ovviamente si creerà una reazione a catena che porterà ad una implosione del ddl Alfano e ad un'esplosione del pianeta carcere. Senza relazione comportamentale il magistrato di sorveglianza non avrà nulla su cui poter decidere e si vedrà costretto a rigettare l'istanza.

Il ddl Alfano deve fare i conti con la realtà non solo con la finanziaria, e la realtà è questa: la figura dell'educatore è fondamentale per programmare ed iniziare un piano trattamentale, per il reinserimento del detenuto. Ci sono detenuti che da anni non hanno mai avuto la possibilità di avere un colloquio con gli educatori. Alcuni detenuti pur essendo nei termini per usufruire di misure alternative, si vedono rigettare le richieste per la mancanza della sintesi carceraria sul comportamento del detenuto.

Se si vuole utilizzare il ddl Alfano come panacea del sovraffollamento carcerario si deve avere il coraggio di mantenere gli artt. 2 quater e 2 sexies. L'articolo aggiuntivo Schirru - Ferranti che esclude il Dap dalla riduzione della pianta organica e dal blocco delle assunzioni costituisce una vera e propria presa di coscienza dell'assunto secondo il quale non può esserci alcun miglioramento delle condizioni di detenzione senza l'investimento in risorse umane.

A distanza di quasi un anno dalla condanna Cedu per trattamento inumano e degradante la situazione delle carceri italiani in barba alla condanna per violazione dell'art. 3 della convenzione europea a salvaguardia dei diritti dell'uomo è peggiorata, dopo dieci anni dall'entrata in vigore del nuovo regolamento penitenziario che guardava verso condizioni più dignitose di detenzione si sente parlare di carceri in rivolta, agenti penitenziari in sciopero della fame, aggressioni, battitura e lenzuola a fuoco.

L'emergenza carceri è ormai cronica in Italia: sovraffollamento dei detenuti, condizioni di vita non idonee, attività lavorative di formazione e di recupero educativo che non possono essere svolte per mancanza di personale e di spazi. Qualcuno canterebbe: "lo Stato che fa? Si costerna, si indigna si impegna poi getta la spugna con gran dignità".

Il ddl Alfano corre il rischio di rimanere senza braccia per l'eliminazione di quegli articoli che rappresentano il collegamento norma - realtà perché manca la copertura finanziaria e allora facciamo due conti e vediamo se quadra il bilancio : quanto costa un detenuto allo Stato? Ogni detenuto costa allo stato, giornalmente 112 euro. Le persone in carcere sono circa 70 mila, pertanto lo stato spende in media 8,5 milioni di euro al giorno.

In un analisi di costi e benefici una riduzione della popolazione carceraria porterebbe, matematicamente, ad un risparmio di spesa pubblica . Inoltre un programma di trattamento individualizzato che si conclude con l'espiazione della pena in misura alternativa previene la recidiva. Infatti l'ultima ricerca sul rapporto misure alternative e recidiva presentato al convegno del 19 marzo 2010 a Roma evidenzia che solo il 14,6% delle persone che scontano la parte conclusiva della condanna in misura alternativa commette un nuovo reato contro il 67% di chi espia tutta la pena in carcere.

Ancora da studi effettuati emerge che il 75% dei detenuti che non hanno potuto avere un percorso riabilitativo o rieducativo torna a delinquere , la percentuale di recidiva si abbassa al 35% per chi ha potuto seguire un percorso formativo - riabilitativo". Quanto risparmierebbe lo stato nel medio e lungo termine se avesse il coraggio di investire sulla rieducazione?

Riteniamo che l'emendamento presentato dall'On. Donatella Ferranti e Schirru sia una vera proposta "bipartisan" che deve, necessariamente,trovare accoglimento così come è stato approvato in Commissione Giustizia.

Riteniamo altresì che il governo, dopo aver provveduto all'adeguamento della pianta organica anche in relazione alla popolazione detenuta (quasi 70mila detenuti) debba predisporre un piano straordinario di assunzioni di educatori penitenziari da attingersi dalla vigente graduatoria del concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di educatore, area c, posizione economica c1, indetto con pdg 21 novembre 2003.

Una scelta in tal senso rappresenterebbe la chiave di volta per un chiaro e ben preciso impegno di responsabilità affinché la drammatica situazione che affligge il pianeta carcere possa finalmente essere risolta. Per tali ragioni auspichiamo che tutta la Commissione Bilancio della Camera e il Sottosegretario Alberto Giorgetti facciano una seria e proficua riflessione riconoscendo l'importanza ai fini dell'attuazione del ddl in esame dell'emendamento Schirru 2.060.



Avv. Anna Fasulo
Comitato vincitori e idonei concorso educatori penitenziari
http://comitatoconcorsoeducatoridap.blogspot.com


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