Da: avv. Eugenio Gargiulo (eucariota@tiscali.it)
Quando l' avvocato allunga ingiustificatamente i tempi di una causa, non gli va pagato l'onorario!
Perde il diritto all'onorario l'avvocato che chiede continui rinvii delle udienze danneggiando gli interessi del cliente. Lo ha detto
L'abitudine a chiedere un continuo slittamento delle udienze, soprattutto quando la strategia vincente consiste nell'accorciare i tempi, può costare cara al legale. Se, infatti, a causa del comportamento "dilatorio" il cliente subisce dei danni (come, per esempio, la possibilità di vendere dei locali su cui pende la causa) scattano profili di responsabilità non solo deontologica, ma anche contrattuale.
Un comportamento che non può essere giudicato – secondo l'orientamento della Suprema Corte – come una "lieve leggerezza" o negligenza. Per quanto, infatti, è del tutto notorio che i rinvii delle udienze sono sempre fisiologici e dovuti alle enormi pendenze giudiziarie che non consentono le trattazioni dei processi in corso di una o al più di due udienze, per
La conseguenza, continua la sentenza in commento, è che l'avvocato perde il diritto a chiedere la parcella nei confronti del proprio cliente, salva ovviamente la possibilità per quest'ultimo di chiedere l'ulteriore risarcimento del danno, se provato. ( in tal senso Cass. sent. n. 5410/14.)
Foggia, 10 marzo 2014 Avv. Eugenio Gargiulo
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