Grano, farina e… Affatto casuali i puntini di sospensione nel titolo della manifestazione (ideata e sostenuta dalla Ocrim di Cremona) che ha riunito alla 'Scuola di Tecnologia molitoria' della storica sede dell'azienda leader nella costruzione di impianti di macinatura il mondo dell'eccellenza agroalimentare italiana. Produttori, mugnai, tecnici ed esperti dell'arte molitoria in primo piano per confrontarsi sui temi più attuali e di maggiore interesse riguardo alla produzione ed alla lavorazione del cereale principe della dieta mediterranea. Protagonista indiscusso sulle nostre tavole, infatti, il grano non è soltanto pane, pasta e pizza. O meglio, non così semplicemente. Dietro ci sono anni di ricerca tecnologica e agraria, incontri-scontri tra diverse filosofie, gusti, tradizioni, modi e mode. Farina bianca o integrale, macine a pietra oppure mulini industriali, e ancora: antichi sementi, processi lavorativi, valori nutrizionali, importazioni ed esportazioni. In una sola parola: cultura; come identità e come confronto. Aprirsi al mondo per conoscersi e riconoscersi, è stato il tema portante della giornata, che ha voluto ragionare sull'insieme del comparto agroalimentare italiano, come dimostra la partecipazione di aziende come Pizzoli, Melinda, Marchesi Antinori, Banfi, Farchioni Oli e Pasta Zara, oltre che di associazioni di categoria quali Federalimentare, Coldiretti e Assomela. Operatori di mercato provenienti da Paesi come Bolivia, India, Inghilterra e Stati Uniti, oltre che la concomitante video conferenza con l'Etiopia, dalla sede dell'Ambasciata italiana di Addis Abeba, dove si celebrava la recente connessione industriale e commerciale tra i due Paesi, le componenti internazionali del summit. "C'è bisogno di patriottismo – afferma il padrone di casa Alberto Antolini, a.d. di Ocrim – Una parola ormai poco utilizzata, ma che esprime bene quale idea deve guidare il comparto industriale italiano se vuole continuare ad essere competitivo nel mondo globalizzato e, soprattutto, se vuole crescere. Bisogna ragionare come sistema e armonizzare le esigenze e il potenziale di tutte le componenti. Fatto ciò si può andare nel mondo ed esportare non solo la qualità dei nostri prodotti, ma anche l'altissima qualità delle nostre conoscenze. La mia idea di industria è a filiera corta – continua Antolini – proprio per questo abbiamo scelto di entrare in Bonifiche Ferraresi, il più grande complesso agricolo d'Europa. Abbiamo scelto di recuperare il rapporto con la terra e di valorizzarla. In questo senso, l'Etiopia rappresenta un territorio ideale, per clima e produttività dei terreni. Inoltre è un paese che ha attratto il meglio dei mugnai africani". L'Etiopia, infatti, ha individuato nel settore agroalimentare, e nella filiera del grano in particolare, il settore trainante per la propria economia. "Stiamo vivendo un momento cruciale per il nostro Paese. – ha dichiarato Meles Mebratu, vice ministro dell'industria etiope – Abbiamo ridotto di molto la povertà e stiamo crescendo, negli ultimi anni, con ritmi impressionanti. La collaborazione con l'Italia ci permetterà di avanzare sempre più in fretta. Abbiamo preparato importanti piani industriali e siamo pronti a collaborare con il vostro Paese. Dall'Italia ci aspettiamo qualità. E' quello di cui abbiamo bisogno per modernizzare la nostra agricoltura e fare un ulteriore passo in avanti". Parole confermate anche dall'euro deputato ed ex ministro dell'agricoltura Paolo De Castro: "Il mondo ha bisogno di produrre più cibo. Soltanto un mondo che offre cibo per tutti può essere un mondo in pace. L'Europa e l'Italia possono e devono fare di più e in questo senso la collaborazione tra il nostro Paese e l'Etiopia è fondamentale". Il grano come fonte di sostentamento non solo a tavola sotto forma di pane e pasta, ma vero e proprio traino per una reale politica di sviluppo. "La terra è il petrolio del futuro" per il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia, che ha sottolineato come l'agroalimentare sia la vera risorsa per uno sviluppo sostenibile. Parole ribadite anche dell'Ambasciatore italiano ad Addis Abeba, Giuseppe Mistretta, il quale ha dichiarato che: "Bisogna aumentare i posti di lavoro e contrastare quello in nero. Vanno in questo senso i nostri sforzi per la creazione, qui in Etiopia, di un grande parco agri-industriale". Tecnologia, infrastrutture e maggiore facilità di accesso al credito, le priorità dell'impegno italiano nel Paese africano individuate dalla direttrice dell'Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, Ginevra Letizia. Spazio infine alla prima edizione etiope del Premio Capitani dell'Anno. In diretta satellitare il giornalista Fabio Raffaelli ha consegnato i prestigiosi riconoscimenti per l'imprenditoria ad alcuni pionieri della connessione tra i due Paesi. Da Paolo De Francisci, manager del Pastificio Bottega Italia di Addis Abeba, a Taha Hussen Mohammed, presidente della Ethiopian Millers Association, fino a Gaetano Cristiano, direttore del catering di Ethiopian Airlines, e Tafa Jobie Bedanie, direttore del comparto ricerca di OARI (Oromia Agricultural Research Institute). Insieme a loro sono stati premiati: Camillo Calamai, Kassa Dawit Oma, Alberto Frezza, Elias Katema Sima, Linda Marchetti, Abeba Tesfaye Meteku e Mohammed Umer Bati.
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sabato 5 novembre 2016
Pieve: la certificazione “green” dal Cev, diretto da Gaetano Zoccatelli
Secondo i dati del CEV, Consorzio per l'energia in Veneto, diretto da Gaetano Zoccatelli, il Comune di Pieve, socio dal 2003, grazie alle novità introdotte in materia di impatto ambientale ha evitato l'immissione nell'atmosfera di 3.023,05 tonnellate di co2 calcolate sulla base dei consumi annuali dell'ente.
Il Comune cadorino ha ottenuto la certificazione da parte del Cev (consorzio energia Veneto) che attesta la provenienza da fonti rinnovabili al cento per cento del proprio fabbisogno elettrico. Sia per gli impianti di illuminazione pubblica e sia per quanto riguarda gli edifici di proprietà, il Comune di Pieve utilizza infatti energia elettrica verde che consente così di evitare l'immissione in atmosfera di gas cosiddetti climalteranti.
I dati pubblicati dal Cev di Zoccatelli, dicono che il Comune di Pieve, aderente al consorzio dal 2003, grazie alle novità introdotte in materia di impatto ambientale ha evitato l'immissione nell'atmosfera di 3.023,05 tonnellate di co2 calcolate sulla base dei consumi annuali dell'ente. Ma l'azione virtuosa del Comune cadorino (sono 1146 gli enti consorziati al Cev dei quali mille sono Comuni) non si ferma all'energia elettrica. Sono in cantiere altri progetti realizzati tramite il Cev, senza sostenere costi, finalizzati alla riduzione dei consumi ed alla produzione di energia aumentando la quantità di mancate emissioni di gas climalteranti. Pieve ad esempio beneficia della produzione di un impianto fotovoltaico a terra realizzato nel comune di Cattolica Eraclea, in provincia di Agrigento. All'impianto sono state abbinate le utenze della scuola primaria, di palazzo Cosmo e della pubblica illuminazione di piazza San Lorenzo e garantisce una produzione stimata annua di 29.995kWh che permettono di evitare di immettere in atmosfera 16,58 tonnellate di co2. Aderendo al consorzio Cev Pieve si è fatto promotore delle cosiddette "best practices" che anche i cittadini possono imitare impiegando energia verde per il proprio fabbisogno nelle proprie abitazioni.
FONTE: Corriere Delle Alpi
Christus: 100 anni fa la prima al Teatro Augusteo
L'8 Novembre 1916 l'uscita del colossal al quale la città di Cori (LT) prestò numerose location. Il centenario verrà ricordato con una proiezione della pellicola restaurata sabato 12 Novembre, alle ore 17:30, al teatro del centro socio culturale 'Argento Vivo'.
100 anni veniva presentato ufficialmente al grande pubblico Christus, capolavoro del cinema muto italiano del primo Novecento. Era l'8 Novembre 1916 e la prima uscita al Teatro Augusteo di Roma fu un successo. Tra i presenti c'era la regina Elena, alcuni rappresentanti del Governo, vari ambasciatori e personalità della cultura. La sua fortuna proseguì in Francia, Germania, Stati Uniti e Sudamerica.
Restò incontrastato bestseller fino al 1929, quando se ne persero le tracce, per far posto ai primi film sonori. Fu restaurato nel 2000 dalla Cineteca Comunale di Bologna per volontà di Goffredo Lombardo, direttore della Titanus e figlio di Leda Gys, che nel cast interpreta Maria. L'accompagnamento musicale, simile all'originale perduto del M° don Giocondo Fino, è stato appositamente composto da Monsignor Marco Frisina.
La pellicola ripercorre la vita di Gesù, dall'annunciazione dell'angelo Gabriele all'ascensione in cielo. Dura 90 minuti e circa il 10% delle scene furono girate a Cori (LT). Le riprese, dirette dal regista Giulio Antamoro, si svolsero in Egitto e Palestina dall'estate del 1914. Nell'Aprile 1916, al primo visto di censura, ci si accorse che alcune parti si erano rovinate durante il viaggio in nave verso l'Italia. Il regista della Cines Enrico Guazzoni allora allestì il set a Cori.
Oltre a Tirinzanola e Formale Nuovo, tra le location coresi si riconoscono: Piazza Mattei, via Vittorio Veneto, via Luigi De Rossi, via Laurienti, Piazza Santa Maria, Piazza Monte Pio, Piazza Montebello e le Tre Croci della Madonna del Soccorso. Tra coloro che parteciparono come comparse e in ruoli d'azione, Giovanni 'Marcone' nelle vesti di un centurione romano che flagella Cristo. Tutto fu documentato anche dal fotografo corese Quintilio Corsetti.
Per festeggiare lo storico avvenimento, sabato 12 Novembre, alle ore 17:30, il Christus restaurato verrà proiettato al teatro del centro socio culturale 'Argento Vivo' di Cori. L'iniziativa, aperta a tutta la cittadinanza, è organizzata da Pasquale Cupiccia, amministratore del gruppo Facebook 'Còri mé bbéglio', da tempo impegnato nella ricostruzione della storia e dell'ambientazione locale del Christus, con la collaborazione di Enrico Todini.
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ALE RUSPINI “L’ULTIMA NOTTE” È IL SECONDO SINGOLO ESTRATTO DALL’ALBUM “ALEVATION”
Un brano dal ritmo serrato in cui c'è passione, fantasia ed ironia, ma soprattutto la voglia di vivere un amore al massimo come se fosse "l'ultima notte" al mondo.
Dopo il successo del singolo d'esordio "Masterscief" cantato in coppia con lo showman Shary, ecco un brano che racconta l'incontro fortuito tra due persone in cui si scatena una passione travolgente, in una notte vissuta dai protagonisti come se fosse "l'ultima notte" a disposizione.
Guarda il videoclip su YouTube
Il brano è tratto dall'album "Alevation". Il titolo del disco nasce da un gioco di parole tra il nome dell'autore e quello della parola inglese "elevation". Sonorità pop-rock condite da ritmi incalzanti e coinvolgenti. Il pensiero di Ruspini è quello di avere ogni giorno la possibilità di salire il gradino di un'ipotetica scala che ci porti laddove vogliamo arrivare, "elevarci" verso i nostri obiettivi. Il disco è composto da 12 brani che affrontano molteplici temi dall'amore, alla cucina, alle feste ed alle emozioni che viviamo, pensiamo e sogniamo.
DICONO DI LUI:
"È (un disco) onesto e fatto con il cuore e, proprio per questo, porterà alla mente una miriade infinita di ricordi. Magari mettetevelo in macchina e fatevi un viaggio, in tutti i sensi." Vanni Versini, Onda Musicale
"Di sicuro imparerete subito i motivi, e vi ritroverete senza accorgervene a cantarli." Il Blog dell'Alligatore
"Sonorità e atmosfere genuine ormai definitivamente perse, che fa sempre piacere riascoltare." Sisco Montalto, Clap Bands
"Un invito a vivere di più la vita con buoni propositi, a sorridere di più, a dimostrare gli affetti, e a goderne, a respirare ogni giorno pienamente e a non sprecare nulla; forse perché Ale ha capito che quello che si spreca non torna più...Inutile dire che l'album è consigliatissimo…Fidatevi." Alberto Quadri, Quadriproject
"Resta, comunque, un lavoro di ottima compagnia per tutta la sua durata, senza grossi intoppi e senza momenti di cedimento." Piergiuseppe Lippolis, MusicMap
"Onore al merito di un lavoro ben fatto, pulito, solido e sicuramente maturo." Alessandro Riva, Musicletter
"…luce solare e un bel sorriso di vita buona, che non guasta mai, e in questo "Alevation" si sente tantissimo." Paolo Polidoro, Musicalnews
"…è genuino, fa battere il tempo e si lascia ricordare." Alba Cosentino, Fullsong
"…un album dagli stilemi vari ma che rimanda sempre ad un pop italiano che (…) saprà sicuramente farsi apprezzare dagli amanti del genere." Colori Vivaci Magazine
BIO
La carriera artistica di Alessandro (Ale) Ruspini, classe 1974, parte nel 1994 con la formazione della band "Illeciti Musicali": per più di 20 anni ha girato tutto il nord Italia, suonando nei migliori club come l'Harley Rock Cafè, il Land of Freedom, l'Arenalive Mendrisio, il Phenomenon, il Tartaruga, il Black Horse, il Seconda Classe, Palco 19, l'In-side, il Rolling Stone e tanti altri. Già in quegli anni cominciava a scrivere canzoni inedite che accompagnava alle cover nei concerti della band.
Gli Illeciti Musicali hanno autoprodotto tre dischi: "Illeciti Musicali", "Aprire gli occhi" ed "Attimi", che hanno suscitato un buon interesse in Piemonte dando la possibilità così ad Alessandro di conoscere e collaborare con importanti artisti come i musicisti dei Litfiba e di Ligabue e di suonare come gruppo spalla ai concerti dei Velvet, Rio e Negrita.
Pur continuando quindi a suonare con la band nei locali, ha sempre scritto canzoni, affinando musica e testi per riuscire ad essere più diretto possibile senza scadere nella banalità.
Successivamente ha autoprodotto il singolo "Rose per te" accompagnato da un video disponibile su Youtube, girato sulle colline del Monferrato. La canzone è stata mixata da Fabrizio Simoncioni, collaboratore di Ligabue e Litfiba.
Nel 2015, dopo aver scritto parecchie canzoni nuove, Alessandro decide di produrre un disco da solista scegliendo i brani migliori tra i tanti scritti, dal titolo "Alevation". Il disco uscirà a marzo 2016 preceduto dal singolo "Masterscief" cantato in duetto con Shary, famoso showman nel tributo alla dance, personaggio istrionico con grandissimo seguito in tutto il Nord Italia, con all'attivo migliaia di live nelle piazze più importanti della penisola.
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Valentina Seneci
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SKASSO “BAGHEERA” È IL SINGOLO SCATURITO DAL PROGETTO MUSICALE NATO NEL 2008
Un brano fresco e frizzante, ma allo stesso tempo riflessivo e provocatorio accompagnato da sonorità Rocksteady.
"Bagheera" è un ironico sguardo sulle condizioni di vita nelle città, ed in particolare modo nella nostra capitale, la caotica e frenetica Roma. Un testo irriverente, satirico, accompagnato da un arrangiamento in "levare" con richiami al Jazz e al Soul. Dalla spinta ritmica irrefrenabile, il tutto condito e fuso con energia Skasso. Ne esce un sound dirompente, carico e coinvolgente.
Guarda il videoclip su YouTube
Skasso è un progetto musicale ambizioso. Parte da lontano, attraverso i sentieri della musica e punta a smuovere quante più coscienze possibili. Impegno, partecipazione e sperimentazione sono da sempre elementi portanti di questo lavoro. Le sonorità accattivanti caratterizzate dall'inconfondibile levare della musica jamaicana accolgono influenze dal rock, dal punk dal più moderno dub, passando per il jazz e il funky. Da questa fusione nasce un sound uniforme elegante e coinvolgente mescolato a contenuti attuali, politicamente e socialmente impegnati. Un percorso musicale coinvolgente maturato in una vera e propria famiglia, la Skasso Family.
BIO
Skasso è musica allo stato puro, musica di tutti i generi fusa nel ritmo Ska jamaicano con una nota Canautoriale. Gli Skasso nascono nel 2008 in seguito a diverse serate tra amici a Ciciliano, in provincia di Roma, dove tutti (o quasi) i componenti del gruppo hanno origini e radici. Un gruppo di amici che hanno deciso condividere un percorso musicale, sino a diventare una famiglia… la Skasso Family. Dopo un breve periodo di assestamento subentra Davide Spinucci alla voce al posto di Filippo Ceccarelli, e Franco Marchetti al posto di Paolo Delogu alla batteria. Il sound Skasso inizia così un veloce cammino di Live e di Studio, sempre in continua ricerca e crescita, un lungo periodo di maturazione e soddisfazione. Nel 2015 entra nella Family Domenico De Simone, sax pugliese, e Simone" Rastafix" Canichella diventa la voce principale degli Skasso. Subito dopo vediamo entrare alla tromba prima Maurizio e dopo Claudio, e alla chitarra entra Stefano Degli Innocenti che sostituisce Patrizio Conti. A condire il tutto con le sue note Giuseppe De Domenico alle tastiere. Ora, al massimo delle proprie capacità, il progetto Skasso dimostra la sua forza musicale attraverso un impatto carismatico sul palco, sviluppando vibrazioni potenti e un'energia dirompente. La band vanta diverse collaborazioni sia Live che in Studio e più di trecento concerti. Due Lp, uno nel 2009, live al Teatro dell'Applauso e uno nel 2011, "Skasso & Riskasso", lavoro che vanta la collaborazione di Stefano Cecchi, trombettista storico impegnato con i Radici nel Cemento. Nel 2014 esce un Ep, Tra Cielo e Utopia, disco con diverse collaborazioni tra cui Daniele Coccia dei Muro del Canto. Attualmente il gruppo è in studio di registrazione alle prese con il nuovo album.
Contatti e social
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KUERTY UYOP “DIRRRTY DANCE” È IL SINGOLO IN NUOVA USCITA DEL NOTO DUO DI DJ INTERNAZIONALI
Un mix stravolgente fra dance del passato e dance del futuro reso unico da un tocco di folk proveniente dalle lande russe.
"Dirrrty Dance", il nuovo singolo di Kuerty Uyop che farà ballare tutto il mondo, è un brano in stile dance anni '90 che unisce una sezione ritmica talmente potente da sembrare proveniente dal futuro, ad una linea melodica mutuata dal Kazatchok, ballo folkloristico russo universalmente conosciuto.
Guarda il videoclip su Youtube
BIO
DJ Jurij, karateka professionista con la passione per il djing che l'ha portato ad essere uno dei più apprezzati producers europei, e Frank Synapsi, ex prete itinerante protestante scozzese, si conoscono nel 2006 alla Town Hall Tavern, uno dei più famosi pub di Leeds, durante una rissa che li vede come avversari. Jurij ha chiaramente la meglio su Frank, che dopo un colpo ricevuto si lascia andare ad una tipica blasfemia italiana. Ovvio che a quel punto scatti l'intesa tra i due, e che nel tempo di due ore nascano i Kuerty Uyop, mutuandone il nome dalla prima cosa che si trovarono sotto agli occhi, una tastiera del pc, la cui prima riga di lettere fornì l'ispirazione. Le storie di entrambi servirono a cementare l'unione: più giovane insegnante di teologia del Regno Unito, con cattedre temporanee in prestigiosi college che gli hanno permesso di avere studenti quali Gerard Butler, Ewan McGregor e Daniel Craig e una scomunica alla spalle uno, un passato di violenza su strada, incanalata nel karate che fortunatamente l'ha trasformato, l'altro. E una grande passione comune, fare muovere i culi sulla cassa in quattro. Il tempo di usare tutti i soldi accumulati per aprire due studi, uno ad Edimburgo ed uno a Velletri, e la carriera del duo di dj's più assurdo del mondo è partita, subito remixando ufficialmente i nomi più grandi della scena EDM mondiale come, Steve Angello, John Dahlback, Dr. Kucho, Robin Cook e in seguito con una serie di singoli che hanno suonato da Tirana a San Pietroburgo, passando per Shangai e Maceio, dove come ospiti hanno totalizzato centinaia di migliaia di persone anche a fianco di mostri sacri come A-Trak, Sidekick, Ian Carey, Outwork e il mai troppo compianto Frankie Knuckles.
Con Dirrrty Dance i KU vogliono tornare alle origini del suono, alla terra e alla propria terra, scegliendo la prima commercializzazione proprio in Italia, con una sonorità come sempre poliglotta, ma che strizza l'occhio alle lande russe, e un video che è già un cult, girato sempre in stile KU.
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venerdì 4 novembre 2016
Monsignor Gianni Carrù: Solo dal IV secolo le prime effigi caratterizzate del Cristo
"Solo a partire dal IV secolo nell' iconografia cristiana si trovano immagini caratterizzate di Gesù", racconta Monsignor Giovanni Carrù, Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, che continua :"Prima di allora, sia in pittura, sia in scultura, sia in mosaico, sia nelle arti minori, il Cristo assume le giovani sembianze di un uomo imberbe, dall' acconciatura corta e composta, dai tratti appena evidenti, dallo sguardo poco vivace. Tutto questo dipende dalla volontà dell'artefice di concentrare l'attenzione sulla dinamica dell'azione, relativa specialmente ai miracoli…"
Le più antiche manifestazioni figurative paleocristiane che prendono avvio nei primi anni del III secolo, non ci consegnano vere e proprie fisionomie ritrattistiche dei principali personaggi, che animano le scene dell'Antico e del Nuovo Testamento. I volti di queste figure propongono tratti molto anonimi e essenziali, riconducibili alla tendenza semplificativa dell'arte tardo antica.
I profeti, i patriarchi e i protagonisti dell'Antico Testamento hanno sembianze, spesso, riconducibili a persone anziane e mostrano le caratteristiche dei volti ispirati e consapevoli del loro ruolo nell'ambito del piano salvifico divino. Anche i personaggi del Nuovo Testamento non dimostrano fisionomie specifiche e, per quanto riguarda il Cristo – che pure appare, sin dalle prime espressioni artistiche della tarda antichità – questi presenta le peculiarità di un giovane inespressivo e reso peculiare e riconoscibile solo dal contesto e dalla gestualità. Lo riconosciamo, cioè, perché impone le mani sulla testa degli infermi o perché leva la destra, nel gesto della parola, quando colloquia con la samaritana al pozzo o, infine, quando impugna la virga, per far risorgere Lazzaro, per moltiplicare i pani o per tramutare in vino l'acqua di Cana.
In tutti questi casi, sia in pittura, sia in scultura, sia in mosaico, sia nelle arti minori, il Cristo assume le giovani sembianze di un uomo imberbe, dall' acconciatura corta e composta, dai tratti appena evidenti, dallo sguardo poco vivace. Tutto questo dipende dalla volontà dell'artefice di concentrare l'attenzione sulla dinamica dell'azione, relativa specialmente ai miracoli e, dunque, agli eventi augurali nei confronti del defunto, i familiari del quale, commissionando le diverse scene, vogliono proporre, come paradigma di salvezza, un significativo ed eloquente exemplum neotestamentario e cristologico.
Anche al tempo della tolleranza, quando l'arte cristiana vive una stagione fervida e ricca di manifestazioni, il Cristo mantiene l'anonima e inespressiva fisionomia dell'immagine santa, sospesa in un'atmosfera tesa e simbolica, creata da uno sfondo neutro e animata da poche, essenziali figure.
Dobbiamo attendere la fine del IV secolo per incontrare le prime effigi caratterizzate del Cristo. Il più antico esempio riferibile all' ultimo quarto del secolo, si staglia al centro del soffitto del cubicolo dell'ufficiale dell'Annona Leone, nelle catacombe romane di Commodilla. Il busto del Cristo è inserito in un cassettonato stellato e mostra le caratteristiche fisionomiche di un adulto dai lunghi capelli, scriminati al centro della fronte, e dalla barba incolta. Le lettere apocalittiche alfa e omega, disposte ai lati, suggeriscono che il Cristo qui dipinto allude alla sua seconda venuta, alla Parusìa, che si consuma alla fine dei tempi. Si tratta di un volto estremamente intenso nell' espressione e ispirato, per tipologia, ai volti dei filosofi, dei pensatori, dei saggi del passato.
Le stesse peculiarità interessano l'immagine assisa al centro di una volta affrescata in un monumentale cubicolo delle catacombe dei Santi Pietro e Marcellino sulla via Labicana. Questo maestoso affresco sembra imitare la decorazione monumentale di un edificio di culto del sopraterra, forse della basilica circiforme, annessa al mausoleo costruito dall' imperatore Costantino, ma usato per la sepoltura della madre Elena. Purtroppo l'alzato della basilica non si è conservato, ma non è escluso che esso accogliesse una decorazione molto simile a quella ancora conservata e restaurata recentemente dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
L' affresco, come si diceva, situa, al centro, un severo Cristo maestro, vestito di tunica e pallio purpurei, colto mentre legge un volume aperto e, con la destra, assume il gesto della parola. Egli è seduto su un grande sgabello, su cui è poggiato un cuscino pure purpureo e poggia i piedi su un suppedaneo. Ai suoi lati acclamano i principi degli apostoli, mentre, in basso, i martiri Pietro e Marcellino, Tiburzio e Gorgonio si rivolgono al Salvatore, situandosi accanto all' agnello mistico, posto sul monte da cui sgorgano i quattro fiumi paradisiaci. Il volto di Cristo nimbato mostra, ai lati, le lettere apocalittiche e propone la consueta fisionomia ieratica, barbata, con i capelli sciolti, secondo una tipologia che informerà gli schemi delle icone bizantine.
Siamo nei primi anni del V secolo e, ormai, il volto del Cristo ha abbandonato quei tratti efebici e infantili delle rappresentazioni primitive e prepara l'iconografia del Volto santo, che sarà oggetto di venerazione in tutto l'ecumene cristiano, adeguando i caratteri del volto a quell' atteggiamento severo e ipnotico del Salvatore, considerato e proiettato nell' aura luminosa della Parusìa, che caratterizzerà la tipologia sindonica dell'icona del Cristo.
Fonte: RadioVaticana.it
Seminario per operatori teatrali per bambini
Che cosa significa "fare teatro con i bambini?" Obiettivo del seminario è costruire uno spazio di gioco teatrale a misura di bambino (3-6 anni), un laboratorio teatrale incentrato sul gioco, sull'ascolto attivo e condiviso, sulla globalità dei linguaggi espressivi. E' necessario acquisire strumenti operativi e chiari riferimenti pedagogici.
Attraverso la sperimentazione diretta delle attività tratte dal Metodo Teatro in Gioco® e l'appredimento esperienziale i corsisti lavoreranno sulle seguenti tematiche:
Struttura del laboratorio:dare un'identità chiara al laboratorio; strutturare ogni incontro come una grande fiaba da esplorare attraverso la narrazione e il gioco teatrale, rituali di inizio e conclusione incontro, elementi costanti (borsa delle storie e "contenitori" fantastici)
Alfabetizzazione teatrale: i giochi con la voce, con il corpo, con le emozioni.
Fiaba interattiva: fiabe da drammatizzare strutturate a misura di bambino; fiabe vocali e gestuali, emozionanti, danzate. Dal racconto alla dimensione del "fare", la fiaba diviene spazio di ascolto attivo e apre la strada per esplorare altri linguaggi espressivi: movimento creativo, attività grafico-pittorica, attività sensoriale.
Lo Spazio Teatro Gioco
Ore formative: 8 Quando: 14-15 gennaio 2017
Roma: Via Botero 18.
info: girasoliamoci@tiscali.it
www.teatroingioco.it
Il corso è condotto da:
Helga Dentale: docente per la formazione, ideatrice del Metodo Teatro in Gioco®, autrice di libri di pedagogia teatrale, da oltre 15 anni si occupa di formazione teatrale nelle scuole, con i laboratori rivolti ai bambini e con i corsi di aggiornamento per gli educatori dell'asilo nido,
per gli insegnanti della scuola dell'infanzia e primaria.
Nel 2006 è ideatrice, insieme a Fabio Filippi, dell'Unico Corso per Operatori Teatrali per Bambini a Roma. Il corso, attraverso il Metodo Helga Dentale Teatro in Gioco®, fornisce strumenti tecnici e metodologie operative per essere in grado di condurre un percorso espressivo - teatrale con i bambini e diventa presto, in tutta Italia, un punto di riferimento per chi voglia affrontare questa professione.
Nel 2016, il Corso Nazionale per operatori teatrali per bambini raggiunge la XVII Edizione.
Dal 2009 è Tutor per l' Università Roma Tre, per i tirocini formativi.
Dal 2012 Accreditata da Roma Capitale come Docente per la formazione
Nel Marzo 2012 esce il suo primo libro di fiabe interattive "Io racconto.. tu ascolti.. insieme giochiamo" Ed. YCP
A ottobre 2013 esce il suo secondo libro di fiabe interattive "Ancora racconto.." Ed. YCP
Come docente ha condotto corsi di formazione sul linguaggio teatrale, utilizzando il Metodo Teatro in Gioco®, in diverse sedi a Roma e fuori fra cui: Asilo Nido Increscendo (Roma), Scuola Magliana (Roma), Scuola dell'infanzia Fratelli Russi (Novara), Asilo nido La Valle Incantata (Grosseto), Ballet Center (Bari), "Asilo Nido Il paese delle meraviglie" (Lucca), corso di formazione "la narrazione e la fiaba interattiva " per le educatrici degli asili nido di Coopselios (di Frascati e Fiumicino)
A febbraio 2015 esce il Quaderno Didattico "Il corpo narratore di storie" Ed. YCP
A novembre 2015 esce il secondo Quaderno Didattico "Lo Spazio Teatro Gioco" Ed. YCP
Dal 2012 ad oggi (2016) è Formatrice per il Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici di Roma Capitale
A novembre 2015 esce la prima fiaba scritta e illustrata da Helga Dentale "Samuel e Gaia nel paese della fantasia" Ed. YCP
A settembre 2016 esce la nuova fiaba scritta e illustrata da Helga Dentale "Caterina e Giacomone" Ed. YCP
Claudio Cervati Non riesco più
giovedì 3 novembre 2016
Astrodancer , come imparare a ballare seguendo le stelle
339.8169695
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Condizionatore: la riduzione dei gas Hfc fermerà le emissioni di CO2?
Dopo l'intesa firmata a Kigali per ridurre l'uso di gas Hfc usato per apparecchi come condizionatore e frigo, si attende il via dell'Accordo di Parigi.
Il "monumentale passo avanti" annunciato dal segretario di Stato John Kerry detta una nuova regola nell'uso del condizionatore, essenziale per ridurre i gas serra.
Lo storico accordo raggiunto a Kigali (capitale del Ruanda) il 15 ottobre ha rappresentato un passo importante nella lotta contro il cambiamento climatico da parte dei 170 Paesi riuniti per l'intesa globale di ridurre (ed eliminare progressivamente) l'uso di gas Hfc (idrofluorocarburi), utilizzati finora per il funzionamento di frigoriferi, condizionatori d'aria, aerosol, schiume.
Dopo 7 giorni di negoziati, a sottoscrivere il nuovo accordo internazionale per far fronte al surriscaldamento globale è stato il presidente americano Barack Obama.
Sulla base di quanto ha affermato l'ambientalista David Doniger di Natural Resources Defense Council, un accordo del genere potrebbe fermare le emissioni di CO2 da combustibili fossili in tutto il mondo per oltre 2 anni.
L'utilizzo di gas Hfc nel condizionatore e non solo: i danni
Gli effetti dannosi dei gas Hfc, usati per apparecchi come il condizionatore e il frigorifero, sono cento/mille volte più potenti dell'anidride carbonica: le emissioni di Hfc crescono al ritmo di 7-15% ogni anno, in particolar modo nei Paesi in via di sviluppo.
In base all'accordo di Kigali, che modifica il Protocollo di Montreal del 1987 entrando subito in vigore, tra i primi a ridurre le emissioni di questo gas del 10% saranno USA ed Europa.
Il taglio inizierà a partire dal 2019 mentre i tanti Paesi guidati dalla Cina si impegneranno a congelare i consumi tra il 2024 ed il 2028 (i tagli effettivi avverranno solo dal 2029).
Alcuni Stati mediorientali, India e Pakistan rimandano a non prima del 2028: l'India, in particolare, inizierà i tagli dal 2032.
L'obiettivo
L'obiettivo da raggiungere, che potrebbe sembrare al primo impatto insignificante, è ridurre il surriscaldamento globale di 0,5° entro fine secolo.
Un traguardo ambizioso se consideriamo che aumentando la temperatura terrestre di 1,5° potrebbero scomparire le barriere coralline, farla salire di 2° significherebbe per l'umanità non potersi più sfamare e con 3° in più l'Artico verrebbe eliminato.
Al momento, i gas Hfc contribuiscono per l'8% al surriscaldamento climatico ma la percentuale è destinata a salire.
Se pensiamo al mercato del condizionatore d'aria, si prevede che entro il 2030 verranno installati oltre 700 milioni di apparecchi in tutto il mondo.
Il piano d'azione firmato a Kigali dovrebbe ridurre di 70 miliardi di tonnellate di anidride carbonica le emissioni tra il 2030 ed il 2050: per rendere meglio l'idea, è come se sparissero 500 milioni di auto.
Si punta a raggiungere una riduzione mondiale dell'80-85% in uso di Hfc a partire dal 2047.
Quanto costerebbe all'India questo nuovo accordo?
Rimpiazzare i gas Hfc con alternative più green ed ecosostenibili - che si tratti di condizionatore, frigorifero od altro – costerebbe all'India, secondo quanto ha riferito il leader Narendra Modi, tra i 15 ed i 38 miliardi di dollari.
Da ciò risulta che è quantomeno indispensabile l'aiuto dei Paesi industrializzati.
I firmatari dell'intesa a Kigali hanno, perciò, creato un fondo di finanziamento apposito.
In attesa dell'Accordo di Parigi
La sfida al cambiamento climatico prevede un prossimo grande appuntamento, subito dopo Kigali: l'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi prevista per il 4 novembre.
Questo accordo è stato finora approvato da 79 su 197 Paesi firmatari. L'Italia è tra i Paesi che non ha ancora ratificato l'Accordo di Parigi ma il relativo disegno di legge dovrebbe essere approvato prima del 7 novembre, data fissata per la conferenza Cop22 a Marakech.
Sono in molti a chiedersi: se si tratta di un problema immediato perché aspettare il 2019, il 2024 o, addirittura, il 2032?
Il dubbio aumenta se si considera che Cina e India (il cui livello di inquinamento è altissimo) non intendono ridurre a breve termine i gas Hfc.
C'è chi sospetta una manovra per spingere i consumatori ad acquistare un nuovo condizionatore o refrigeratore in nome del rispetto per l'ambiente, ma sono ancora più numerosi quelli che si chiedono se davvero la riduzione e progressiva eliminazione dei gas Hfc riuscirà davvero a contribuire fortemente alla lotta contro il surriscaldamento globale.
La questione dei gas che intaccano l'ozonosfera è nata negli anni '80 e soltanto adesso i potenti del mondo decidono di eliminare questi gas.
Nasce spontanea la domanda: per quale motivo il buco nell'ozono, nel frattempo, si è ridotto?
VALERIA CAUCINO “THE BEATING OF LIFE” È IL SECONDO SINGOLO ESTRATTO DALL’ALBUM "AT THE BREAK OF DAWN"
Nel 1990 approfondisce lo studio del canto lirico sotto la guida di Sandra Cordero ed esordisce in ambito letterario con la raccolta di poesie intitolata Nero di Seppia, edita da L'Autore Libri.
L'anno seguente partecipa a pubblicazioni discografiche di artisti vari tra cui Luciano Angeleri ed il gruppo rock progressivo Eris Pluvia.
Sempre nel 2014 partecipa alla XVIa edizione del Biella Festival, aggiudicandosi il 2° posto in classifica.
Nel 2015 pubblica il suo primo lavoro discografico di brani inediti, At the break of dawn, in cui è presente anche come autrice e compositrice di alcuni brani.
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