A soldato Usa in Iraq,
il premio Blooker per il miglior libro tratto da un blog
Londra, 16 maggio 2007 – Un libro di culto nato da un blog, scritto da un soldato Usa in Iraq, ha vinto il premio mondiale per i Blook, ovvero i libri basati su Blog.
“My War: Killing Time in Iraq”, di Colby Buzzell, ha scalato la lista dei 110 partecipanti, provenienti da 15 paesi, per vincere il Lulu Blooker Prize 2007 (www.lulublookerprize.com) – del valore di 10.000 dollari, sponsorizzato da Lulu (www.lulu.com), il mercato leader che fornisce una piattaforma per creare, acquistare, vendere e controllare contenuti digitali su richiesta.
L’annuncio segue la notizia che i vertici militari hanno recentemente ordinato ai propri soldati di smettere di postare sui propri blog, senza prima aver fatto approvare i contenuti degli stessi. Questo significherebbe la fine dei blog militari, i “milblog”, e dei libri milblog – un genere letterario nascente, del quale Buzzell è stato pioniere. “’My War’ potrebbe essere l’ultimo libro milblog franco e aperto”, ha dichiarato Paul Jones, a capo della giuria del Blooker Prize.
Il libro di Buzzell ha già vinto il pubblico e la critica con la propria crudezza, per il punto di vista della recluta nella guerra moderna. Alcuni ritengono che questo sia il miglior libro mai scritto sulla guerra in Iraq. Kurt Vonnegut, l’idolo letterario di Buzzell, gli ha scritto una cartolina incitandolo a continuare.
Arianna Huffington, opinionista, autrice e blogger, nella giuria del Blooker Prize di quest’anno, ha chiamato il libro di Buzzell “una sorpresa senza fine... deliziosamente profano... un libro senza filtro, spesso feroce espressione della visione della guerra in Iraq”.
Buzzell, 31 anni, è un “autore accidentale”, che non aveva mai immaginato di scrivere un libro in precedenza. Il suo libro ha avuto inizio quando ha deciso di riunirsi alle armi a San Francisco.
“I ragazzi della periferia non si uniscono veramente al mondo militare” scrive. “Al massimo, non da dove io provengo.” Ma questo skater e fan della musica hard rock proveniente dalla Carolina del nord ha accettato – e, nel giro di pochissimo tempo, si è ritrovato in “un posto chiamato Iraq”.
Buzzell ha allora scoperto “qualcosa chiamato blog” e ha iniziato a scrivere sul proprio blog da una zona di guerra; prevalentemente per “ammazzare il tempo”. Ha postato ogni giorno da un tenda che ospitata un cyber-cafe, e ha scritto del caos, della paura e della violenza intorno a lui: il blog della guerra.
Dal momento in cui i vertici militari hanno sospeso il suo blog, Buzzell si è costruito un seguito tra blogger, giornalisti ed editori e ha ricevuto centinaia di email al giorno.
Il libro è stato tradotto il 7 lingue. “My war racconta come sia combattere nel triangolo sunnita – con maggiore autorità di qualsiasi altro reporter”, ha dichiarato Nick Cohen, opinionista inglese e giudice del Blooker Prize. “E’ il trionfo dei blog sui media tradizionali”.
“E non sarebbe mai stato scritto se non fossero stati inventati i blog. Il blog di Buzzell gli ha dato forza perchè ha attirato centinaia di lettori nelle otto settimane precendenti la chiusura dello stesso da parte delle autorità. L’incoraggiamento gli ha fatto capire che avrebbe potuto farlo come autore”.
“Il successo di libri com “My War” riflettono il crescente riconoscimento della scrittura “silenziosa”, ovvero degli scritti che nascono online” ha dichiarato Bob Young, CEO di Lulu.com, sponsor del Blooker Prize.
Per ulteriori informazioni sul Blooker Prize: www.lulublookerprize.com
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