Non siamo in debito, ma in credito di salario, contratti e democrazia: questo lo slogan al centro dell'iniziativa che l'Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego sta attuando presso la rappresentanza in Italia della Commissione Europea, dove circa un centinaio di lavoratori ha da poco occupato i locali della sede romana in via IV Novembre 146.
I manifestanti intendono consegnare una lettera indirizzata al Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, da parte dei lavoratori pubblici, in risposta alla missiva scritta da Draghi e Trichet al Governo Italiano, nella quale il Pubblico Impiego viene ancora una volta individuato solo come un costo da tagliare. (lettera USB in allegato).
Fuori dall'edificio è stato affisso lo striscione con su scritto: "NO AI DIKTAT DELL'UNIONE EUROPEA, CONTRATTI PUBBLICI SUBITO".
"In gioco ci sono sia le condizioni materiali dei dipendenti, tartassati da anni di provvedimenti punitivi, sia il futuro di quel che resta dello Stato Sociale e dei servizi per i cittadini", spiega Daniela Mencarelli, dell'Esecutivo nazionale USB Pubblico Impiego. "I dipendenti pubblici intendono difendere i propri salari e i propri diritti insieme al ruolo di custodi di quei beni comuni che rappresentano il cuore di un modello sociale solidaristico e che BCE, FMI e UE vorrebbero sacrificare sull'altare dei mercati e delle borse", conclude la dirigente USB.
L'iniziativa continuerà fino a quando la lettera dell'USB P.I. non verrà inoltrata al Presidente della Commissione Europea.
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