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LE DONNE, OTTIME AMMINISTRATRICI DEL DENARO PUBBLICO PER L'ESPERIENZA NEL GESTIRE LA FAMIGLIA.
Dibattito con Giuliano Pisapia,Sindaco di Milano, e Valerio Onida all'Urban Center di Milano, presente il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici
Con la guerra di Liberazione prima e con la partecipazione alla stesura della Costituzione poi le donne italiane hanno conquistato il diritto alla parità dei generi.
Parità che ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, è lontana dall'essere raggiunta, pur costituendo la donna un elemento di trasformazione sociale e di centralità della democrazia.
E' stato il tema di un dibattito affollato e partecipato – presente, per Assoedilizia, il suo presidente Achille Colombo Clerici - all'Urban Center di Milano, cui sono intervenuti il sindaco Giuliano Pisapia e il costituzionalista Valerio Onida - presidente emerito della Corte Costituzionale – il quale ha subito accusato il mondo della politica di utilizzare meccanismi prettamente maschili per l'accesso.
Quindi le cosiddette "quote rosa", che qualcuno ha definito anticostituzionali, rispondono invece al dettato della Carta visto che la parità dei generi, in politica e in altri campi, non è mai stata attuata.
Nonostante le donne – è stato il parere di Pisapia – rappresentino un prezioso valore aggiunto.
Sulla democrazia paritaria tutti si dicono d'accordo, salvo boicottarla in molti modi: le donne in Parlamento sono soltanto un quinto degli uomini, i ministri-donna con portafoglio sono 2 su 13, senza portafoglio 3 su 10; anche se le donne, abituate per tradizione a gestire il bilancio della famiglia, sono particolarmente predisposte ad amministrare il denaro pubblico.
Per questo la grande novità della Giunta comunale milanese è di avere istituito la parità dei generi, dando un forte segnale al Paese.
Con gli interventi di Anita Sonego, Lucia De Cesaris, Barbara Pollastrini, Marilena Adamo, Tiziana Scalco, Francesca Zajczyk, Alessia Mosca si è dispiegato il mondo della tribolata conquista della parità tra generi, con curiosi episodi come quello francese, risalente al 1799, quando un rivoluzionario "pentito" propose una legge per impedire alle donne di imparare a leggere e a scrivere.
Restando nell'ambito dell'Occidente, d'altronde, si può parlare di democrazia paritaria reale quando l'80 per cento delle donne è impegnato – per carenza di strutture di supporto, ad esempio asili – dalla gestione della famiglia?
Nel corso del dibattito è stato presentato il libro "Il difficile cammino della democrazia paritaria" (G. Giappichelli editore, pagg. 254, 24 euro) scritto dalla professoressa Marilisa D'Amico, docente di diritto costituzionale presso la Statale di Milano e vice presidente della commissione Pari Opportunità della Giunta Pisapia, una delle poche accademiche italiane che si è confrontata, autenticamente e profondamente, con l'iniziativa giudiziaria e politica nelle corti nazionali ed europee per la difesa dell' integrità, della responsabilità e dell'autonomia delle donne, e non solo.
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