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lunedì 26 settembre 2011

C.S. FEDERCONTRIBUENTI: COME COMBATTERE L'EVASIONE FISCALE E RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE E IL DEBITO PUBBLICO

Pressione fiscale, evasione fiscale, debito pubblico: tre punti da chiarire.

 

Quanto ''guadagna''lo Stato? Quanto spende? Perché spende  più denaro di quanto ne ''guadagna'' e perché, pur indebitandosi, il cittadino si trova con sempre di meno diritti e servizi essenziali? Ci si indebita quando si spende troppo e si produce poco. Il nostro governo oltre a spendere  cifre pazzesche in cose poco chiare e autorizzare spese per infrastrutture costose e inutili, toglie ai cittadini, attraverso restrizioni e tagli,  la possibilità di usufruire di servizi pubblici –  finanziati con le tasse che paga – adeguati e cosa produce? Niente. Secondo le ultime stime del Tesoro  l'aumento della pressione fiscale,  la quota  prelevata dallo Stato dalle tasche dei cittadini per finanziare la spesa pubblica, arriverà al 43,9% nel 2013.  Un  record assoluto, storico, dagli effetti devastanti, spiegano gli esperti di Federcontribuenti: «Nel 2014 la pressione fiscale toccherà il 54%, vale a dire che per non essere evasori dovremmo pagare, singolarmente, più della metà di quanto produciamo. Chi è riuscito fino ad oggi a tenere in vita la propria piccola impresa, domani, non ci riuscirà perché l'aumento della pressione fiscale gli stroncherà le gambe, a lui e ai suoi operai che finiranno licenziati. Se chiude un' impresa, sarà un'entrata in meno per lo Stato». Lo Stato deve quindi assicurarsi maggiori entrate per pareggiare i conti pubblici: come sta pensando di ottenere questo? Tagliando fondi agli enti locali, togliendo fondi e agevolazioni alle famiglie, caricando i cittadini di imposte e dando a loro il peso totale di scuola e sanità. Due diritti costituzionali. Assenza di lavoro da un lato, aumento delle tasse dall'altro: concetto incoerente. Solo una produzione può far aumentare le entrate di uno Stato. Solo assicurando lavoro il cittadino potrà pagare le tasse. Per la Federcontribuenti bisogna « uniformare le uscite alle entrate». Inoltre, « se aumentiamo la pressione fiscale alimentiamo il lavoro nero e il ristagno dei salari, oggi troppo bassi, ingiusti e inadeguati per il sostentamento delle famiglie.  Se ci domandiamo cosa rende una Nazione ricca, risponderemo tutti: il lavoro. L'Italia non genera  lavoro, non produce più beni da immettere nel mercato. Abbassando il carico fiscale così da salvare le piccole imprese e permettere la nascita di nuove, incentivando, attraverso la riduzione delle imposte, la ripresa dell'artigianato e del commercio, venendo incontro a quei contribuenti caduti nell'incubo del debito, ai  perseguitati da Equitalia, dimezzando la cifra della  loro cartella esattoriale e quindi facilitandone il rientro, otterremmo:  un grosso flusso di soldi nelle casse dello Stato, l'abbassamento del debito e l'eventuale pareggio. Oltre la ripresa economica della Nazione. Si tratta di invertire totalmente scuola di pensiero: creo lavoro per ottenere maggiori entrate». Soprattutto ci vuole giustizia: negli USA, l'attore  Wesley Snipes è in carcere per  evasione fiscale. Tre  anni di reclusione  per non aver pagato le tasse.  L'attore era impegnato sul set di un film la cui uscita è prevista per il 2012. Negli Usa si finisce in galera per l'evasione fiscale e  falso in bilancio. Se funzionari della pubblica amministrazione vengono condannati per corruzione o comunque truffa allo Stato, non soltanto vanno in galera, ma, vengono allontanati a vita dagli uffici pubblici; spogliati di ogni bene loro e le persone che dal condannato hanno beneficiato e vengono banditi dalla società. In Italia si premiano: accolti nei salotti televisivi, infilati in qualche commissione o cda importante, condonati. Ricapitolando, secondo Federcontribuenti va abbassato subito il carico fiscale; incentivato il lavoro; varate leggi speciali di condanna per gli evasori con carcere sicuro pari alla pena di omicidio e  la confisca di tutti i suoi beni e di quelli appartenenti a tutte le persone collegate all'evasore (prestanome); controllo continuo sui capitali esportati o depositati all'estero. Una proposta che non troverà il consenso dei grandi gruppi industriali italiani, abituati come sono a  non pagare nulla o al massimo un 5% come da scudo fiscale. A conclusione gli esperti di economia della Federcontribuenti: «se tutti pagassero almeno il 25% del reddito reale, in poco tempo  si risanerebbe l'economia Italiana e per le famiglie rimarrebbe molto di più da spendere, anche perchè i prezzi al consumo scenderebbero drasticamente». Insomma, cosa aspetta il governo a chiamare la Federcontribuenti per farsi dare una mano in questo difficilissimo periodo di crisi?

 

Uff. stampa Federcontribuenti

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