Intervista - Achille
“Gli immobili commerciali già pagano l`imposta”
“La legislazione italiana è chiara. Le attività commerciali messe a reddito dalla Chiesa sono già soggette all`Ici. Quando si invoca la fine dell`esenzione Ici per i beni ecclesiastici, si vuole far pagare l`imposta nei luoghi dove si esercita il culto, nelle chiese”. Ci tiene a fare “chiarezza”Achille
(l` Associazione milanese della proprietà edilizia).
Quando esercitava la professione di avvocato, Clerici è stato consulente della Curia milanese, occupandosi della legislazione che riguarda gli immobili ecclesiastici. Da presidente di Assoedilizia, inoltre, ci tiene a smentire quelle stime che attribuiscono alla
Lei stima in un 3% gli immobili riconducibili alla Chiesa nella capitale. Non è poco?
La maggior parte del patrimonio edilizio di Roma risale al secondo dopoguerra e si trova soprattutto in periferia. Qui la presenza degli immobili riconducibili alla Chiesa è molto ridotta. E’ di immediata percezione che neanche a Roma possiamo arrivare a una quota del 20%, figuriamoci a livello nazionale. In tutta Italia non arriviamo neanche all`1%.
Sulla scia dei sacrifici chiesti agli italiani per far fronte alla crisi, è tornata la richiesta di cancellare l`esenzione Ici per i beni ecclesiastici su cui si svolge un`attività anche solo parzialmente commerciale. Non le sembra giusto?
L’esenzione Ici è prevista per una serie di immobili riconducibili o a enti non profit o agli enti religiosi (ricadono in questa disciplina tutte le confessioni che hanno una convenzione con lo Stato) A due condizioni però: la natura non commerciale del proprietario e la funzione di interesse collettivo relativo all`attività svolta. Gli immobili commerciali della Chiesa sono già esclusi dall`esenzione.
Una casa per ferie gestita da un ente ecclesiastico dovrebbe pagare secondo lei l`Ici?
La valutazione caso per caso non possiamo farla noi, ma spetta ai singoli Comuni.
Ma quando parliamo a livello politico, ci occupiamo degli aspetti legislativi, non di
come opera il singolo ente locale. E su questa materia il Parlamento si e espresso
chiaramente.
La palla quindi passa ai Comuni?
Se ci sono errori interpretativi è a loro che bisogna rivolgersi. Allora gli istituti religiosi
potranno replicare per spiegare se la loro attività serve per assolvere i propri fini istituzionali. È chiaro però che lo Stato non sindaca su come la Chiesa ritiene di adempiere alle proprie finalità istituzionali.
An. Mari.
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