COMUNICAZIONE AI GIORNALISTI
NEXTL'INK
è lieto di invitarTi alla vernice della mostra
ISOLE | Giuseppe Tomasello
che si terrà
domenica 13 marzo 2011 alle ore 19.30presso gli spazi del Centro Culturale Letterario
AL KENISA di Enna.A seguire concerto Jazz Gaetano Rubulotta duo alle ore 21.00
PROGETTO 3
E' un progetto Nextl'ink
Vedere allegati, grazie
Testo in folder di Rocco Giudice
GIUSEPPE TOMASELLO: ISOLE.
Se, a un primo sguardo, scorgiamo un equilibrio che sembra generato da un rapporto tra forze, così che l'elemento in cui agiscono potrebbe essere etereo o liquido, atmosfera o amnio, sorprende, poi, a osservarle attentamente, quanto di evocativo possa scaturire da queste opere di Giuseppe Tomasello. Segni e colori, che non sono associati a comporre una forma, allineano rizomi aerei, crisalidi anelanti, torri fissate a rampe come esemplari di un'araldica celeste o zoomorfa, spore eruttate o prese dai tenui e indomiti filamenti come dalle orbite lungo cui procedono o scivolano. Equilibrio, dunque, di superfici cromatiche in cui i segni inscrivono strutture potenziali o subliminali e algore di immagini senza figure rimandano a precedenti (trovateli voi, se si va) per andare, poi, oltre di loro, isole anch'essi, come questi arcipelaghi siderei e costellazioni molecolari, sempre facce dello stesso universo che esige di essere tenuto un po' più in considerazione nelle nostre celebrazioni e invettive.
Bianco, nero, azzurro, viola, rosso, ocra, giallo si intrecciano e compenetrano come le linee che li attraversano in esili connessioni, in mobili tessiture dove un colore si sovrappone o si esime da uno sfondo cui presta i suoi spessori senza vibrarne, senza risonanze. I colori contengono in sé, nelle loro gradazioni e nella variabilità degli effetti legati alla consistenza, al loro statuto materico, di volta in volta, fibroso o fluido, scabro o uniforme, le dimensioni che definiscono lo spazio. Scavati, incisi, plasmati per ritrovare in essi la natura di segno come i grafismi sembrano rifletterne la maggiore o minore intensità senza aderirvi o filtrandone l'energia che vi circola in una continuità fissata alle sequenze di una fuga dallo spazio.
È perciò che le linee non afferiscono a geometrie subsidenti, ma sono parte attiva delle masse cromatiche, ne determinano o condividono – più che segnarne i limiti di azione e di valore – gli attriti di fondo e le dinamiche costanti. Piuttosto, linee e colori sono leggibili come le linee del destino su una mano – quella che li ha disposti in un ordine che non li distingue, se non a cose fatte (per l'occhio). Li si percorre risalendo genealogie così minute, un così remoto prologo, che nulla potrà sortirne, colori e segni che non apparterranno ai sensi che li rilevano in un particolare o in un paesaggio – come una flagranza che è, innanzi tutto, tattile, più che visiva, che è della densità del colore, prima che un dato cromatico.
D'altra parte: dal tracciato è possibile ritrovare, se non la meta o l'avvio, direzioni e diversioni; dalla compattezza del tratto sarà riconoscibile la forza dell'impulso o del rigore che lo controlla; dal tocco con cui è calibrato, dalla stesura, insomma, si può risalire al gesto: ma il segno rimane oltre la dimensione della figura o dà rilievo di figura a un punto di fusione dei colori caldi o di condensazione dei freddi – con quanta eleganza accostati. Giuseppe Tomasello è attento, perciò, a cogliere le cadenze, a assecondare i ritmi che aggregano nello scenario della tela – come dal fondo della coscienza (nel caso la tela non fosse sufficiente), bensì senza proiezioni estenuanti e ripiegamenti effusivi.
Sarà chiaro, allora, che una così rigorosa elaborazione presuppone o richiama emozioni 'di base' o che aspettano di manifestarsi a qualche altezza posta a distanze che non sono fatte di spazio, ferma a prossimità che non vivono delle tensioni che, semmai, animano; ma sono il risultato del gesto pittorico che apre lo spazio nell'atto di porlo oltre le misure percettive sperimentate e che, perciò rifiuta ogni analogia. E queste isole, nei loro contorni e configurazioni, sussistono come luoghi, sebbene non codificati né reperibili altrove, punti nodali attraverso cui filtra o condensa un vuoto, uno spazio che agisce da cesura degli equilibri che lo attraversano.
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