Da: avv. Eugenio Gargiulo (eucariota@tiscali.it)
Lo scherzo al citofono di suonare ripetutamente o bloccarlo con la "zeppa" è un reato!
La sentenza è di quelle che tagliano le gambe a un bel po' di seccatori della "prima mattina". Sia che si tratti di ex coniugi, che di molestatori, che di amici animati solo da intenti goliardici, le ripetute "bussate" al citofono integrano il reato di molestie. A renderlo noto è stata una pronuncia della Cassazione recentissima . ( Cass. sent. n. 9780 del 28.02.2014.)
Secondo
Secondo i giudici, infatti, costituisce molestia (art. 660 cod. Pen) anche una sola incursione alle sei del mattino o in piena notte. Tale reato non deve essere necessariamente abituale, ma ben può essere realizzato con un'unica condotta che si connoti come atto petulante di disturbo dettato da fini biasimevoli, come può essere uno scherzo (la cosiddetta "zeppa" al citofono), o un ex compagno ossessionato "d'amore", o ancora un molestatore animato da intenti vendicativi o di dispetto.
Per esempio, è stata ritenuta molesta anche una sola telefonata perché effettuata alle ore 23, con il futile pretesto della richiesta di restituzione di una tuta oppure, dopo la mezzanotte: l'ora della telefonata dimostrerebbe la molesta intrusione in ore riservate al riposo, cui si aggiungerebbe l'evidente scusa del motivo addotto per rompere la quiete altrui.
Foggia, 3 marzo 2014 Avv. Eugenio Gargiulo
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