In relazione al dato ripreso l'altro ieri da Confcommercio riguardante la pressione fiscale del 55% in Italia, osserviamo che questo dato e' la risultante del rapporto fra l'ammontare complessivo del prelievo tributario (imposte dirette ed indirette) e dei contributi sociali con il Pil del Paese.
Pressione fiscale ufficiale: in rapporto al Pil virtuale aumentato della quota di "economia sommersa".
Pressione fiscale reale: in rapporto al Pil al netto di tale quota.
Siamo dunque al paradosso che, piu' e' alta l'evasione fiscale e minore e' la pressione fiscale.
Aggiunge il presidente Achille Colombo Clerici:
« Quel dato, peraltro, dice poco con riferimento alle posizioni tributarie delle singole categorie o parti economiche ed ancor meno a quelle dei singoli contribuenti.
E' un po' come la media trilussiana, ognuno contribuisce a modo suo: c'e' chi paga con l'aliquota Irpef sui redditi del 20 o del 23% e chi con quella del 43%; chi paga solo sugli acquisti-spese e chi sui trasferimenti; chi beneficia delle agevolazioni fiscali.
Le imprese, come media pro capite, pagano una quota di imposte assai scarsa, mentre concorrono in modo piu' rilevante alle contribuzioni per gli oneri sociali .
Ma cio' che conta alla fine per il contribuente e' solo il CARICO FISCALE e contributivo che gli grava sulle spalle.
Non la pressione fiscale, come dato economico; anche se questa e' senza dubbio indicativa dell'andamento generale della fiscalita' e dell'incidenza fiscale, in particolare .
Per arrivare alla media denunciata del 55% immaginiamo un po' cosa deve pagare chi, come il locatore di una casa, paga le imposte sul reddito lordo (cioe' comprensivo del costo afferente la produzione dello stesso reddito. Cosi', piu' o meno, vuole la legge: la deduzione per costi e' ridotta al 5%).»
Il Centro Studi Cittadino e Fisco di Assoedilizia ha calcolato che, per un locatore (investitore del risparmio) soggetto alla aliquota marginale del 43%, il prelievo fiscale diretto sul reddito lordo ( tra Irpef, Imu anticipata, addizionali regionale e comunale, tasse di scopo) si aggira ormai attorno al 60% .
Per i contribuenti che applicano la cedolare secca il risultato sta in un sensibile peggioramento del trattamento tributario precedente l'introduzione delle ultime misure varate dal Governo.
Il resto del reddito (decurtato di quel 60% di prelievo secco) serve per pagare le spese manutentive straordinarie, le opere di adeguamento tecnologico ed energetico (sia pure agevolate), le spese di assicurazione e di amministrazione-gestione dell'immobile (se ci sono dei dipendenti ovviamente i contributi): il tutto caricato di relative imposte ed oneri sociali.
Carico fiscale reale, dunque, per il locatore persona fisica tra il 70 e l'80% ed oltre del reddito.
Se poi dobbiamo considerare, come e' naturale che sia, l'ammortamento dello sfitto e degli insoluti, allora la remunerativita' dell'investimento va direttamente sotto zero .
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