COMUNICATO STAMPA
In Indonesia oggi riapre caffé nazista. Proprietario si rimangia la parola data. Scoppiano le polemiche per un locale che si ispira al Terzo Reich
Dopo le proteste e le minacce internazionali di un anno fa, in Indonesia oggi nuovamente riapre la caffetteria nazista sotto il segno della svastica hitleriana nonostante l'annuncio del proprietario di rimuovere i simboli che fanno riferimento alle Ss ed al nazismo che si trovano ancora all'interno del locale. I vestiti dei clienti e dei dipendenti del Soldatenkaffee, sono ricchi di simboli della mitologia vichinga. Altri simboli non sono esplicitamente collegati ai nazisti.Aperto dal 2011 a Bandung, capitale della provincia occidentale dell'Indonesia, un imprenditore locale aveva messo su il Soldatenkaffee, un caffè che si ispira ai simboli nazisti e che offre la possibilità ai suoi avventori di diventare "felicemente" nazista per qualche ora.Torte di compleanno a forma di panzer con tanto di effige del Terzo Reich, uomini e donne vestiti con le uniformi delle SS intenti a mescere bottiglie di whisky americano e tanti cimeli del nazismo appesi ai muri del locale, per riprodurre l'atmosfera della Germania di Hitler.Party e incontri tra amanti del genere nazista sono andati avanti indisturbati finché il sindaco di Bandung ha revocato la licenza sospendola per un anno chiudendo un covo nazi in una delle città più in vista dell'Indonesia. Intanto per due anni col suo caffè il proprietario ha fatto affari d'oro con clienti che si divertivano nello scegliere i piatti ordinandoli da un menu hitleriano. Cercando di giustificarsi il proprietario tale Henry Mulyana ha raccontato di non conoscere la storia del nazismo.Intanto sulla pagina Facebook del Soldatenkaffee gli internauti stanno spostando decine di commenti che condannano la riapertura del locale nazista richiedendone l'immediata chiusura. Così come ci sono anche molte persone che fanno il tifo per il caffè e che gli augurano una "lunga vita".A dire del proprietario molti sono stati i clienti provenienti dall' Europa. Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", associazione che da anni si batte anche contro ogni tipo di rievocazione dei due regimi che hanno determinato un passato nefasto per la storia europea e mondiale, evidenzia che nessuno sa se e quando l'attività commerciale verrà chiusa. Intanto ovviamente la comunità ebraica è insorta ma a nulla è servito: il proprietario è irremovibile.
Lecce, 21 giugno 2014
Giovanni D'AGATA
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