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giovedì 25 settembre 2014

News dal Parlamento: Chiarezza sul Jobs Act


 
 

Sul Jobs Act

Credo che i toni che sta assumendo la discussione sulla legge delega sul lavoro dentro e fuori il PD non aiutino a capire di cosa si sta discutendo e, soprattutto, rischino di dare una rappresentazione della riforma e dei suoi obiettivi lontana dalle reali volontà, più volte affermate dal governo e riportate nel testo della norma in discussione (PDF).
Quindi, innanzitutto va sgombrato il campo da equivoci e vanno ricostruiti i reali obbiettivi che la legge si propone.
Primo: Non si tolgono tutele a chi le ha. I nove milioni di lavoratori che hanno un contratto a tempo indeterminato non saranno toccati dalla riforma, chi parla di riduzione delle tutele per chi lavora dice una cosa non vera e chi racconta di un tentativo di omogeneizzare al ribasso i diritti dei lavoratori retrocedendoli tutti in serie C fa propaganda; l'art.18 e il diritto al reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa non verrà meno per i contratti in essere.
Secondo: Al contrario l'obiettivo è estendere le tutele a chi non ne ha, ai nove milioni di lavoratori con contratti precari. La legge delega riforma gli ammortizzatori sociali estendendo a tutti i lavoratori precari l'accesso al reddito garantito dall'Aspi per chi perde lavoro.
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Testo del Jobs Act approvato in Commissione Lavoro

Jobs Act: il disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro, nella versione approvata dalla Commissione Lavoro del Senato (scheda in PDF).
Il disegno di legge si pone l'obiettivo di realizzare riforme di grande portata innovativa, attraverso l'esercizio di apposite deleghe conferite al Governo, quali:
1) il riordino della disciplina degli ammortizzatori sociali;
2) la riforma dei servizi per il lavoro e delle politiche attive;
3) il completamento del processo di semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro;
4) il riordino delle forme contrattuali attualmente vigenti in materia di lavoro;
5) il rafforzamento delle misure di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
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Il Codice etico per liste elettorali mafia free

Impegnare partiti e movimenti politici affinché non vengano candidati soggetti coinvolti in reati di criminalità organizzata contro la pubblica amministrazione, di estorsione ed usura, di traffico di stupefacenti, di traffico illecito di rifiuti e di altre gravi condotte. E' quanto prevede il nuovo Codice etico approvato all'unanimità dalla Commissione Antimafia in vista delle prossime scadenze elettorali.
Il Codice etico per la formazione delle liste è uno strumento per lanciare un allarme: le inchieste stanno dimostrando una forte vulnerabilità dei territori, a Sud come a Nord, alle infiltrazioni mafiose nelle istituzioni. E' giusto, quindi, dare un messaggio chiaro ed è necessario che i partiti si attrezzino di conseguenza.
Questa è una opportunità che diamo ai partiti, uno strumento nelle loro mani, anche se è evidente che non è una legge e che la Severino può essere migliorata; noi lavoreremo per questo. Auspicio della Commissione è, infatti, quello di trasformare questo Codice in un disegno di legge che vada a integrare la legge Severino.

Relazione in materia di formazione delle liste delle candidature per le elezioni europee, politiche, regionali, comunali e circoscrizionali
 
 
 
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