LietoColle di Michelangelo Camelliti – 74 pp, cm. 14,50 x 20,50, peso 130 gr. – Prefazione di Silvia Longo
La poetica di Stefano Bolla ruota attorno a un nucleo denso di consapevolezza: quella di chi in qualche modo ha da tempo smesso la leggerezza dell'esistere, ma mai quella legata alle infinite possibilità della parola. In sintesi, e come se trasferisse il piacere eli giocare ancora nei colpi di coda delle sue liriche, che spesso sdrammatizzano quanto espresso nei versi precedenti. Quasi un monito a non prendersi troppo sul serio, almeno nel momenta in cui si esercita la libertà per eccellenza: il momento della scrittura.
Pervasi da una conoscenza rispettosa dei poeti della tradizione italiana, dal Dolce Stil Novo ad oggi, i versi di Stefano Bolla conservano nella forma un alone dii classicità, che viene però stemperata dal tono, a tratti educatamente irriverente e autoironico.
Ricorre il tema della fugacità della gioia, di come i sogni abbiano breve vita (tanto che ci si tutela tarpando loro le ali sul nascere), e si intuisce il rammarico per la perdita dell'eta migliore, quella in cui è ancora possibile azzardare speranze e progetti.
Vengono spes so citati luoghi geografici e persone, che altro non sono se non la rappresentazione dii stati d'animo dell'autore o di un momento della sua esistenza: cosi Carlotta è la ragazza dei bracciali e forse l'amore giovanile (o addirittura il senile sognato). Firenze è la città dove l'amore è naufragato in modo definitivo, il pianista è la musica e la Bellezza che suscita, i luoghi dell'infanzia sono la malinconia che affiora nel rivederli.
La sezione quarta, "Incontri ed altro", evidenzia la capacita evocativa dell'autore nel raccontare vere e proprie storie, viaggi lunghi una vita suggeriti con lievi tratteggi e sfumature e condensato in pochi versi, come fiato su un vetro.
Per tutto il tempo, Stefano Bolla ci conduce nel suo mondo autunnale con educazione e fermezza. Commuove, ma subito ritratta: per
non appesantire, per non indulgere nell'autocompiacimento. Sino in fondo, chiudendo questa raccolta con "Ultima arringa del fantoccio carnevale": se è vero che cenere eravamo e cenere saremo, per dio, adesso siamo vivi. E che festa sia, fin quando dura.
(Silvia Longo)
Stefano Bolla – l'autore
E' nato ad Alba (Cuneo) nel 1956 dove vive e lavora. Ha partecipato nel corso degli anni, sporadicamente, a qualche concorso locale di poesia.
Questa sua prima raccolta è il frutto di una scelta dei suoi testi scritti in quasi trenta anni.
N.B. spedizione a mezzo raccomandata compreso nel prezzo
La poetica di Stefano Bolla ruota attorno a un nucleo denso di consapevolezza: quella di chi in qualche modo ha da tempo smesso la leggerezza dell'esistere, ma mai quella legata alle infinite possibilità della parola. In sintesi, e come se trasferisse il piacere eli giocare ancora nei colpi di coda delle sue liriche, che spesso sdrammatizzano quanto espresso nei versi precedenti. Quasi un monito a non prendersi troppo sul serio, almeno nel momenta in cui si esercita la libertà per eccellenza: il momento della scrittura.
Pervasi da una conoscenza rispettosa dei poeti della tradizione italiana, dal Dolce Stil Novo ad oggi, i versi di Stefano Bolla conservano nella forma un alone dii classicità, che viene però stemperata dal tono, a tratti educatamente irriverente e autoironico.
Ricorre il tema della fugacità della gioia, di come i sogni abbiano breve vita (tanto che ci si tutela tarpando loro le ali sul nascere), e si intuisce il rammarico per la perdita dell'eta migliore, quella in cui è ancora possibile azzardare speranze e progetti.
Vengono spes so citati luoghi geografici e persone, che altro non sono se non la rappresentazione dii stati d'animo dell'autore o di un momento della sua esistenza: cosi Carlotta è la ragazza dei bracciali e forse l'amore giovanile (o addirittura il senile sognato). Firenze è la città dove l'amore è naufragato in modo definitivo, il pianista è la musica e la Bellezza che suscita, i luoghi dell'infanzia sono la malinconia che affiora nel rivederli.
La sezione quarta, "Incontri ed altro", evidenzia la capacita evocativa dell'autore nel raccontare vere e proprie storie, viaggi lunghi una vita suggeriti con lievi tratteggi e sfumature e condensato in pochi versi, come fiato su un vetro.
Per tutto il tempo, Stefano Bolla ci conduce nel suo mondo autunnale con educazione e fermezza. Commuove, ma subito ritratta: per
non appesantire, per non indulgere nell'autocompiacimento. Sino in fondo, chiudendo questa raccolta con "Ultima arringa del fantoccio carnevale": se è vero che cenere eravamo e cenere saremo, per dio, adesso siamo vivi. E che festa sia, fin quando dura.
(Silvia Longo)
Stefano Bolla – l'autore
E' nato ad Alba (Cuneo) nel 1956 dove vive e lavora. Ha partecipato nel corso degli anni, sporadicamente, a qualche concorso locale di poesia.
Questa sua prima raccolta è il frutto di una scelta dei suoi testi scritti in quasi trenta anni.
N.B. spedizione a mezzo raccomandata compreso nel prezzo
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