La vita in comunità favorisce il recupero dei detenuti
I degenti della Casa di cura Sorriso sul Mare scrivono una lettera aperta all'On. Marco Pannella, impegnato nella lotta a sostegno dei diritti dei detenuti
"Potremmo essere una risorsa per la società, anziché un costo"
Alcuni degenti della Casa di Cura Sorriso sul Mare di Formia in regime di restrizione della propria libertà personale hanno scritto una lettera aperta all'Onorevole Marco Pannella, che in questi giorni ha denunciato il sovraffollamento e le pessime condizioni igienico sanitarie di molte delle carceri italiane, invitando, inoltre, i detenuti ad intraprendere uno sciopero della fame per rivendicare i propri diritti.
"Per cambiare e rinnovare il sistema carcerario italiano – si legge nella lettera – bisogna partire dai suoi principi di base, ossia la sua funzione rieducativi e riabilitativa, e vederlo sotto un profilo economico nuovo: non più mero costo per la società, bensì sistema economico e produttivo che generi ricchezza e reddito".
Lo scopo del carcere non è solamente l'allontanamento dei soggetti ritenuti pericolosi, ma, soprattutto, il loro recupero e il reinserimento all'interno della società. Le attuali condizioni del sistema penitenziario sembrano, però, inadeguate a garantire un reale recupero e, tanto meno, un futuro reinserimento. Ad oggi, le carceri italiane ospitano 67 mila detenuti, a fronte di una capienza reale di 45 mila posti, e dall'inizio dell'anno si sono già registrati 38 suicidi e 305 episodi di
violenza o minacce a pubblico ufficiale.
L'On. Marco Pannella ha definito le carceri di oggi "un luogo non di detenzione, ma di tortura per detenuti e agenti di polizia penitenziaria", un'affermazione confermata dall'ampia adesione allo sciopero da lui promosso: più di 1.600 persone tra detenuti, dirigenti di penitenziari, agenti in divisa e alcuni esponenti politici di diverso schieramento.
"In noi il carcere ha causato un aggravamento della situazione – scrivono ancora dalla Casa di cura – da delinquenti siamo diventati anche malati psichiatrici". Tuttavia, i degenti affermano di essere stati avvantaggiati dalla malattia, che li ha portati ad essere ricoverati presso la Casa di cura di Formia: "Qui dentro, a differenza del carcere, si dividono gli spazi e si entra in contatto con diverse tipologie di persone. Qui si rispettano le regole e aumenta il senso di responsabilità che
ognuno di noi possiede. Qui in pratica viviamo in comunità. Anzi, lo stesso primario, il professor Paolo Del Nero, vorrebbe far diventare la Casa di cura Sorriso sul Mare una comunità riabilitativa per persone svantaggiate."
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