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Nel Lazio 1.500 euro al mese per posto letto in ospedale, la polemica di Marinelli
Il responsabile regionale dell'Italia dei Diritti ironizza sulle malefatte della politica italiana
Roma, 3 dicembre 2009 - "Finalmente il provvedimento che ci si aspettava ha i suoi effetti. È il duro richiamo alla realtà dell'ultima Finanziaria la quale ha previsto che i consiglieri regionali dovranno sbarcare il lunario con appena 19.000 euro al mese come tetto massimo". È sarcastico Vittorio Marinelli, responsabile per la regione Lazio del movimento Italia dei Diritti, di fronte alle tariffe altissime che sono costretti a pagare coloro che hanno terminato la riabilitazione in un ospedale e sono in attesa del ricovero nelle residenze sanitarie assistite dove le liste sono lunghissime. Lo scorso luglio Marrazzo, allora governatore del Lazio, firmò un decreto con il quale veniva chiesto il pagamento del 50 per cento della tariffa per i ricoverati nelle strutture di lungodegenza riabilitativa in attesa di un ricovero nelle Rsa. Il decreto numero 56 prevede un tempo massimo di degenza nelle strutture di riabilitazione a carico della Regione fissato in tre mesi. Il paziente, quasi sempre anziano, può usufruire della riabilitazione per sessanta giorni più trenta di proroga nei casi più gravi. Dopo tre mesi di cura, il paziente dovrebbe essere trasferito in una Rsa, ma trovare un posto letto in queste strutture è molto difficile. Le liste d'attesa sono lunghissime e spesso superano i dodici mesi. In attesa di un ricovero nelle Rsa, l'anziano si ritroverebbe quindi a casa dove però non riceverebbe le cure necessarie. Nel decreto non c'è quindi soluzione per il passaggio da una struttura sanitaria all'altra. L'assistenza dopo i tre mesi si paga esattamente il 50 per cento della tariffa regionale, cioè 47,81 euro al giorno. In pratica poco meno di 1.500 euro al mese. "Anche il Silvio nazionale non se la passa troppo bene - ha continuato ironico l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - in quanto la moglie gli ha chiesto 43 milioni di euro al mese, e 8000 milioni di euro di patrimonio personale fanno presto a finire. È quindi necessario che tutti gli italiani, che già all'atto di nascita ereditano 28.000 euro di debito pubblico cadauno, anche da anziani si mettano una mano sulla coscienza e paghino le spese necessarie di rappresentanza, considerando il costo attuale di un transessuale non inferiore a 3.000 euro " a botta" e quelli ancora più costosi dei festini a villa Certosa. In questo modo finalmente la politica potrà riprendere alla grande".
Ufficio Stampa Italia dei Diritti
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