Sostanza che da decenni non cessa di trascinare polemiche e manifestazioni, diatribe etiche e scientifiche, quello dell’uso della cannabis ad uso terapico è un argomento che ha avuto una svolta con l’inserimento nella tariffa nazionale dei medicinali nel 2017.
Purtroppo, come spesso accade, invece di essere una buona notizia per i sostenitori della cannabis ad uso medico, la novità è diventata campo di scontro proprio in merito all’importo stabilito dal Ministero della Salute nel tariffario nazionale dei medicinali.
Questo è stato fissato a 9 euro al grammo e i professionisti del settore medico, in particolare i farmacisti, sottolineano come sia inferiore a quello richiesto dai distributori della sostanza; ecco dunque che la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI) sottolinea in un comunicato come avesse già, in fase di istruttoria, fatto presente il problema richiedendo di fissare il prezzo a una cifra superiore per impedire che i propri associati si trovino a pagare la materia prima più di quanto costi la preparazione magistrale stessa, portandoli quindi a operare in perdita (da notare come nel caso della cannabis ad uso medico, di importazione olandese, i costi per i farmacisti preparatori che ne fanno uso arrivano ad 11 euro).
Ecco dunque che si è passati dal poter vendere cannabis ad uso medico a prezzo doppio rispetto a quello di acquisto con la precedente normativa, che consentiva ai laboratori galenici che effettuavano la preparazione di rientrare pienamente delle spese di registrazione analisi e preparazione del prodotto (già comunque particolarmente alte), alla situazione attuale in cui invece sarà necessario acquistare la materia prima in perdita rendendo non solo sconveniente ma addirittura deleterio per i conti dei farmacisti, le preparazioni con questo tipo di prodotto, con il conseguente rischio che solo gli ospedali saranno in grado di distribuire il farmaco ai pazienti creando a questi ultimi notevoli difficoltà.
Da qui una richiesta di confronto è stata rivolta da tutte le organizzazione Fofi, Federfarma, Asfi, Assofarma, Farmacie Unite, Sifap Società Italiana Farmacisti Preparatori e Utifar al ministero per risolvere il problema.
Confronto che, oltre a richiedere una risoluzione del problema appena sorto andrà a prendere in esame una revisione complessiva della tariffa nazionale dei medicinali. Questa infatti, risulta immutata da oltre vent’anni, in contrasto con la revisione biennale prescritta dalla legge, creando così evidenti problemi di sostenibilità economica nella realizzazioni dei preparati magistrali.
La questione cannabis è dunque la cosiddetta ciliegina su una torta molto più ampia, un terreno di confronto complesso tra farmacisti e ministero, terreno di discussioni approfondite da affrontare senza ulteriori rinvii.
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