Zanoni: "Mosca liberi i 30 attivisti di Greenpeace arrestati per pirateria. Manifestare per tutelare l'ambiente è un diritto sacrosanto"
A margine del dibattito al Parlamento europeo sulla detenzione dei 30 attivisti di Greenpeace detenuti in Russia con l'accusa di pirateria, l'eurodeputato Andrea Zanoni ha dichiarato: "La Russia liberi subito questi ragazzi e fermi le pericolose perforazioni nell'Artico"
"Le autorità russe rilascino immediatamente gli attivisti di Greenpeace arrestati e detenuti in custodia cautelare per aver manifestato contro la perforazione petrolifera nell'Artico da parte della multinazionale Gazprom". Lo chiede a gran voce da Strasburgo l'eurodeputato ALDE Andrea Zanoni a margine del dibattito sulla detenzione degli attivisti accusati di pirateria tenutosi oggi al Parlamento europeo. "I 30 ragazzi, tra cui l'italiano Cristian D'Alessandro, devono essere rilasciati subito perché assolutamente innocenti. La Russia, come tutti i Paesi del mondo, deve rispettare il sacrosanto e universale diritto di manifestare pacificamente, a maggior ragione nei confronti di chi lo fa per proteggere l'ambiente, in questo caso minacciato dalle perforazioni nell'Artico che mettono a repentaglio un'area vitale per l'ecosistema e l'intero pianeta. L'Unione europea usi tutti i mezzi diplomatici a disposizione per spingere la Russia a liberare i 30 attivisti".
Nei giorni scorsi Zanoni ha anche sottoscritto una dichiarazione di Solidarietà per gli "Arctic 30" di Greenpeace che chiede non solo la liberazione degli attivisti ma lo stop immediato di tutte le perforazioni nell'Artico per evitare eventuali disastri ecologici (VEDI ALLEGATO).
"Ai ragazzi detenuti in Russia e a tutti i coraggiosi volontari di Greenpeace rivolgo tutta la mia solidarietà e stima. Per questo invito tutti i cittadini a cui stanno a cuore la tutela dell'ambiente del diritto di manifestazione, a sottoscrivere l'appello dell'associazione che chiede l'immediata liberazione dell'equipaggio dell'Arctic Sunrise", conclude l'eurodeputato.
BACKGROUND
La mattina del 18 settembre due attivisti di Greenpeace vengono fermati mentre protestano contro le trivellazioni petrolifere sulla piattaforma Prirazlomnaya della compagnia Gazprom, la prima destinata ad estrarre petrolio dall'Artico. Il giorno successivo la Guardia costiera russa abborda illegalmente la nave Arctic Sunrise di Greenpeace International, in acque internazionali, arrestando le altre 28 persone che si trovavano a bordo. Martedì 24 settembre, la nave arriva nel porto di Murmansk. Giovedì 26/09 ha inizio il processo: immediata arriva la notizia della custodia cautelare di due mesi per 22 attivisti - tra cui l'italiano Cristian D'Alessandro, in attesa di ulteriori indagini. Per gli altri 8 il verdetto viene formalizzato nel corso del weekend. Il 02 la giustizia russa ha formalmente contestato l'accusa di pirateria ai 28 attivisti di Greenpeace e ai 2 reporter freelance. Nel frattempo, il tribunale di Munsmark rigetta i ricorsi per la scarcerazione su cauzione di 2 attivisti e un fotografo freelance.
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