Gabriele Contini camaleontico artista e performer milanese del panorama contemporaneo si è distinto, nei suoi molti anni di carriera, per il sapiente utilizzo all'interno delle sue originali creazioni, di un linguaggio comunicativo verbale che è diventato una vera e propria connotazione distintiva del suo percorso evolutivo nel mondo dell'arte.
Le parole sono intese come metafore sociali che accorpate alle immagini in sinergica fusione vengono impresse nelle opere insieme alla matericità dei colori, alle sfumature cromatiche create dai giochi di luce e di chiaro scuro, lasciando emergere profondi messaggi che Contini esprime come se scaturissero dalla voce del suo ego più introspettivo trasformandosi in un urlo che squarciando la tela si diffonde prorompente per risvegliare la mente e il cuore dell'osservatore. Contini dice "è un modo per lasciar trapelare il moto dell'anima che mi guida, è una forma di denuncia accorata con valore etico morale che prende vita e si concretizza attraverso la materializzazione di parole e lettere concepite come metaforici simbolismi connessi alla sfera interiore e spirituale più intima. È come se scrivessi un immaginario diario di bordo in cui la tela rappresenta un foglio bianco da riempire e il pennello è lo strumento per imprimere queste forme d'arte verbali che assumono il significato di cornice ideologica e conferiscono un importante plus valore aggiuntivo all'interpretazione delle mie creazioni".
Contini rifugge e detesta tutto ciò che impedisce apertura mentale e respiro dell'anima, dall'autoritarismo bigotto alla superficialità culturale, dal pressapochismo intellettuale al potere incondizionato e sfrenato dell'ossessione al dominio considerati come squallidi sinonimi di una pseudo normalità che la società persegue con ambizione come un effimero miraggio di appagamento esistenziale.
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