La riduzione dell'impatto ambientale del carbone è un obiettivo di cruciale importanza per favorire la transizione verso un modello energetico sostenibile in un contesto mondiale che vede i consumi di carbone in costante aumento.
Si moltiplicano dunque gli sforzi per incrementare l'efficienza delle centrali a carbone e per sviluppare nuove tecnologie che ne riducano in modo drastico le emissioni, potenzialmente fino a zero, come nel caso della CCS (Carbon Capture and Storage).
In questo ambito, di grande rilievo sono i programmi di ricerca europei sulla tecnologia "ultrasupercritica", che la Ue sostiene attraverso progetti che vedono la partecipazione dei maggiori costruttori e utility energetiche europee, tra cuiENCIO, di cui Enel è capofila tramite l'Area di Ricerca di Pisa, e MacPlus, cui partecipa la controllata Endesa.
"Gli impianti a carbone – spiega Marco Gazzino, dell'area Innovazione di Enel – sono tanto più efficienti quanto più si riesce a scaldare il vapore a temperature elevate. Ma per farlo occorrono materiali sempre più performanti".
I due programmi di ricerca hanno appunto l'obiettivo di realizzare nuovi materiali avanzati che consentano alle centrali di lavorare a temperature e pressioni molto più elevate di quelle attuali, verificandone poi le performance in condizioni reali di esercizio.
A tal fine, tra le altre cose, è in fase di realizzazione presso l'impianto Enel "Andrea Palladio" di Fusina (Venezia) una stazione sperimentale per componenti di caldaia eserciti fino a 700°C, la cui entrata in servizio è prevista entro la fine del 2013.
Nessun commento:
Posta un commento