Il presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti, in visita a Federlazio, rivela che l'ente sta lavorando a un progetto low cost per completare la superstrada che dovrebbe collegare Viterbo e Civitavecchia
Viterbo e Civitavecchia, due città e due territori ciascuno dei quali rappresenta per l'altro occasione di crescita, eppure le distanze non si colmano. Da decenni. La trasversale, che collegherebbe uno dei porti maggiormente trafficati con il centro Italia e aprirebbe uno sbocco al mare per Viterbo, continua a rimanere una delle eterne incompiute della Tuscia. Federlazio ha provato a guardare fuori dai confini viterbesi, nel consueto incontro di fine anno. "Quando parliamo di Civitavecchia – dice il direttore Federlazio Giuseppe Crea – lo facciamo il più delle volte in modo astratto. Stavolta ci confrontiamo con una parte attiva del tessuto economico".
"Il porto di Civitavecchia – spiega il presidente Federlazio Rino Orsolini – per movimento di navi da crociera e merci ha un traffico di tutto rispetto. Nel 2011 sono attraccate mille navi da crociera, si tratta dell'unico porto del Tirreno con 450 ettari di retro porto per la raccolta e lo smistamento delle merci. Nemmeno Genova dispone di una simile struttura. Dovrebbe rappresentare la cerniera tra il Mare Nostrum e la Tuscia, invece la trasversale è ancora nel limbo. Per arrivare alla conclusione, venti chilometri, il costo valutato è di settecento milioni di euro, anche se a Roma stanno valutando un tratto alternativo per abbassare i costi. La cifra si attesterebbe sui 365 milioni. Il vecchio progetto oggi è improponibile, troppo esoso".
L'intervento del Presidente della AP Pasqualino Monti conferma come da Civitavecchia si guardi con attenzione verso la Tuscia: "l'Autorità Portuale si farà carico della progettazione del tratto mancante di trasversale, al ministero abbiamo detto d'essere pronti. La strada costeggerà il Mignone e avrà un costo di 240 milioni di euro". Gli interessi di Civitavecchia coincidono con quelli della Tuscia." Al porto – precisa Monti – le banchine passeranno da diciassette a ventotto chilometri e nel 2013 con l'adeguamento della darsena ci prepariamo a ricevere anche le grandi navi, da 225 metri".
'Nella zona della Tuscia mancano le infrastrutture – ha continuato Monti -, ma c'è anche carenza di iniziative. Non è stato creato alcun percorso enogastronomico, non c'è una percorso culturale attrezzato. Dal punto di vista dell'attrattività c'è il deserto. Se si riuscisse a dirottare anche il 5% dei 2,6 milioni di turisti da Civitavecchia a Viterbo sarebbe una svolta''.
Secondo Monti gli effetti negativi del mancato completamento della superstrada, la cui costruzione è iniziata negli anni Ottanta, si riflettono anche sul piano nazionale. ''Il Cipe – ha spiegato Monti – continua a non investire nel cosiddetto Corridoio 5 Lisbona – Kiev. Il discorso che fanno al Cipe è questo: se non riuscite a costruire 18 km di superstrada che dovrebbe diventare una parte essenziale del percorso, perché investire soldi su quella che diventerebbe un'incompiuta? Così si passa da un rinvio all'altro''.
In definitiva, per una struttura in crescita come il porto di Civitavecchia, un collegamento diretto con Viterbo sarebbe importante, ecco perché il presidente Pasqualino Monti si auspica tempi brevi per progettazione e realizzazione.
Il direttore della camera di commercio Francesco Monzillo ha ripercorso la non facile fase attraversata dalla Tuscia, con un'agricoltura ridimensionata e i servizi alle imprese in aumento. E se Civitavecchia e Viterbo non formeranno una sola provincia, nulla toglie di trovare intese su ambiti diversi.
Nessun commento:
Posta un commento