COMUNICATO STAMPA
Roma, martedì 26 aprile
UOMΩMEGA
PERFORMAZIONE DI HOSSEI TAHERI E ANTONIO BILO CANELLA
CON SILVIA PEGAH SCAGLIONE E DAWOOD KHERADMAND
TEATRO DEI CONTRARI � VIA OSTILIA 22 � ROMA
MARTEDI 3, MERCOLEDI 4 E GIOVEDI 5 MAGGIO 2011 ORE 21
Hossein Taheri e Antonio Bilo Canella sono i protagonisti di UomΩmega, spettacolo di improvvisazione totale, che andrà in scena martedì 3, mercoledì 4 e giovedì 5 maggio al Teatro dei Contrari di Roma (Via Ostilia 22) alle ore 21.
Al centro dello spettacolo, l'assenza di copione. La "performazione" di Canella e Taheri, con Silvia Pegah Scaglione e Dawood Kheradmand, navigherà in euforica libertà ad incontrare il mito dei "Sette Dormienti di Efeso", le avventure e le teorie di Louis Massignon e, soprattutto, il fantastico mondo dei Ledom, generato da Theodore Sturgeon nel suo romanzo "Venus Plux". Senza alcuna rete di sicurezza, musica, parole, canti, luci e scene si intrecceranno, danzando in totale dimenticanza. Tutto al fine di recuperare il Teatro come sacra celebrazione profana, dove alto e basso, Apollo e Dioniso si fondono: arte estemporanea sublimata da un grande artigianato.
Con "UomΩmega", Antonio Bilo Canella ed Hossein Zardust Taheri proseguono l'attività finalizzata a presentare al pubblico i risultati della loro ricerca sulla natura dell'Evento Teatrale e sull'Arte dell'Improvvisazione (Performazione), percorso iniziato nel 1997.
UOMΩMEGA
Performazione di Hossein Taheri e Antonio Bilo Canella con Silvia Pegah Scaglione e Dawood Kheradmand
Teatro dei Contrari (Via Ostilia 22 � Roma)
Martedì 3, Mercoledì 4 e Giovedì 5 Maggio ore 21
Per informazioni e prenotazioni (consigliate): +39 339 1660524
Per maggiori informazioni su Performazione Performaction:
http://it-it.facebook.com/people/Performazione-Performaction/100001862752174
http://www.wix.com/performazione/italy
Ufficio Stampa a cura di Larosa Purpurea � Ufficio Stampa & Comunicazione
Federico Larosa � Mobile: +39 331 5848360 - larosapurpurea@hotmail.com
Piera Matarazzo � Mobile: +39 339 1660524 � pieramatarazzo@gmail.com
NOTE DEGLI ARTISTI
L 'improvvisazione è riconosciuta ormai come uno degli strumenti più fertili per la successiva formalizzazione scenica. La nostra proposta è di approfondire la pratica di quest'Arte, con il dichiarato obiettivo (da noi scenicamente già conseguito) di rendere possibile una sua dignificazione scenica.
Parleremo di "Performazione" invece che di improvvisazione, per distinguere questo percorso dai percorsi già esistenti solo nominalmente simili ( vedi la Lega Improv. Italiana ). "Per-formare" perché si propone come punto focale il momento in cui l'opera d'Arte è colta nel suo generarsi realmente e spontaneamente per la prima volta: mentre si sta per-formare, appunto; il momento d'Illuminazione dell'Artista che coglie un assoluto, che in quell'attimo, davanti a noi, si fa corpo cavo abitato da qualcosa che è sceso-salito in lui.
Si richiede all'Attore-Artista di farsi Vuoto: ecco il primo difficile training fisico-mentale. Svuotarsi di aspettative e prefigurazioni: un enorme lavoro. Poi segue la scelta tra le milioni di infinite possibilità che ogni istante scenico offre. Nella Performazione si rifiuta di chiudere l'universo in un solo definito percorso da re-citare (appunto, "citare" un'altra volta), per esplorare invece tutti gli infiniti universi possibili e sceglierne uno lì per lì, da non ripetere mai più.
E' chiaro che ad un corpo-un'anima-una voce, le infinite possibilità sono accessibili solo in proporzione a quanto si è preparati: possedere delle tecniche aldilà del virtuosismo. Se sono in grado di "fare" tutto, forse, "tutto" si potrebbe manifestare attraverso di me: realisticamente l'Attore-Artista-Performatore deve continuamente lavorare sui suoi limiti per ampliare le sue capacità performative.
Ma tutto ciò non basta. Poiché nella Performazione non si "esegue", ciò che accade deve venire a noi, nel vuoto, attraverso l'Ascolto. Ed ecco il training affinché l'Artista abbandoni il giudizio che ha di sé, degli altri e del mondo, per accogliere ciò che gli viene proposto: un oggetto in cui si inciampa, la parola di un compagno, una luce, una musica, debbono essere, senza possibilità di giudizio alcuno, accolte, fagocitate e restituite trasformate attraverso la successiva. Chi si ferma a giudicare è perduto e chiude se stesso all'Evento. La razionalità viene ridotta al minimo indispensabile, quel minimo che ci permette comunque di scegliere tra le infinite possibilità di ogni istante: come il timone di una nave, necessario ma molto piccolo in confronto alle vele e allo scafo.
E' una rivoluzione del punto di vista: non più un Attore che cerca di eseguire al meglio un percorso predefinito, che Re-cita qualcosa, ma invece un Attore-Artista che si fa strumento, corpo-cavo che manifesta qualcosa che nasce solo lì, in quel momento, "tramite" lui.
L'Ego è abolito, o meglio, (più umilmente) si viaggia verso l'abolizione dell'Ego…
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