ASSOCIAZIONE CULTURALE
SETTIMANE MUSICALI AL TEATRO OLIMPICO
Quarto e ultimo appuntamento, venerdì 29 aprile alle ore 20.45 al Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza, con il ciclo diconferenze “Raccontare la musica” curato dalle Settimane Musicali al Teatro Olimpico e inserito nella programmazione della Stagione del Teatro Comunale di Vicenza.
Michele Mirabella, « non un esperto, non uno storico della musica nè un critico, ma un ascoltatore appassionato, tenace e attento », così ama definirsi, racconterà insieme a Giovanni Battista Rigon la figura di un grande compositore come Gioachino Rossini nell’ultimo appuntamento del ciclo raccontare la musica intitolato “Rossini e la gioia di vivere”, che si terrà venerdì 29 aprile 2011, ore 20.45 al Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza. Organizzato dalle Settimane Musicali all'Olimpico di Vicenza è inserito nella programmazione della Stagione del Teatro Comunale di Vicenza.
Noi l'abbiamo incontrato e in una conversazione amichevole ci ha regalato un ritratto del musicistapesarese e il significato che assume la musica classica nella società di oggi.
Gioachino Rossini è un autore a lei molto caro e che avuto modo di conoscere piuttosto bene curando la regia dell’opera Il Barbiere di Siviglia. Chi è per lei questo compositore ?
Rossini è un evento, una vera epropria eccezionale rarità musicale. Un artista intramontabile che ha saputo conquistare in maniera immediata, completa e durevole nel tempo fama e riconoscimento, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Ha saputo imporsi al gusto europeo e mondiale con grande autorevolezza. Dotato della capacità straordinaria di raccontare con la musica è « un grande stregone » che usa i cantanti spremendoli al massimo per sfruttare tutte le grandi potenzialità della voce.
La fantasia elegante e svolazzante che contraddistingue Rossini ci fa amare la sua musica sprigionando una grandissima gioia di vivere.
Come ha vissuto l’incontro con Rossini nelle sue esperienze di regista d’opera?
Il regista è il primo ascoltatore della musica ed è colui che dovrebbe avere il compito di far arrivare le note al cuore dell’ascoltatore.
Mi sono accostato a Rossini nelBarbiere di Siviglia in due edizioni. L’ultima, forse la più significativa, a Bari, con pochissimi mezzi, quasi nulla, era fatta di carta, stoffa, corde,colori, movimenti. Nella musica di Rossini era tutto scritto : « la musica dirigeva me che dirigevo i cantanti ». Questo esperimentoaffascinante e suggestivo mi ha fatto amare la musica di questo uomo così completo.
Si può appassionare alla musica classica anche un pubblico meno esperto?
Per avvicinare il pubblico alla musica classica bisogna innanzitutto far ascoltare la musica!!
Si può cominciare dai ritmi piùvicini al « balbettio » del cuore, alla nostra musica interiore. Io sono convinto che anche i neonati possano amare la musica. Il problema principale è che la musica non viene fatta sentire in silenzio. Non esiste più il silenzio nella vita di oggi. Tutto è un rumore, un calpestio, un pasticcio. Non esistendo più il silenzio è difficile che la musica bella si faccia spazio tra le orecchie della gente. Per aiutare quelli che non hanno familiarità con le biblioteche, con le orchestre, con i teatri e le sale da concerto occorre creare prima di tutto il silenzio… un silenzio esistenziale… abbandonarsi lentamente e rilassare la mente ed il cuore per predisporsi all’ascolto.
I giovani e la musica?
Ho visto giovani accostarsi all’opera lirica per gioco e curiosità e poi invaghirsene. Il mio invito appassionato è di cogliere la purezza della musica e di collocarla storicamente come voce del passato. La musica si colloca al di là del tempo anche graziealla riproducibilità dell’opera d’arte: le partiture, i cd ed internet ci permettono di conoscere quasi tutta la musica che è stata scritta e la rendono un po' più vicina a noi, eliminando le barriere del tempo.
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