Roma è la città nella quale basta girare un angolo per imbattersi in qualcosa di nuovo, anche di spaventoso. Non pensiate che solo nella notte di Halloween a Roma si scatenino gli spiriti, i demoni e le anime dei defunti. La Capitale,con i suoi vicoli, i suoi ponti e le sue piazze grandi e minuscole, racchiude in sé molti segreti oscuri e le testimonianze di tanti morti, di enorme fama o di ceto infimo.
Le viscere dei Papi
Forse nessuno sa, per esempio, che davanti alla Fontana di Trevi, nella Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, sono sepolti nascosti da occhi indiscreti, dei loculi contenenti gli organi di 23 pontefici, ovvero da Sisto V che morì nel 1590 fino a Leone XIII defunto nel 1903. Per oltre 300 anni le salme dei Papi, una volta spirato l'ultimo fiato, venivano svuotate – come accadeva nell'antico Egitto – e i loro organi riposti proprio lì, a due passi dal flusso turistico al giorno d'oggi così incessante e frenetico.
Il boia Mastro Titta
Se voleste dire a qualcuno che deve rimanere al suo posto, potreste usare questo motto: "Boia non passa ponte". Era molto in voga tra la fine del Settecento e per tutta la prima metà dell'Ottocento e si riferiva a Mastro Titta, soprannome di Giovanni Battista Bugatti, esecutore ufficiale dello Stato Pontificio. Quest'uomo, infatti, proprio perché di mestiere faceva il boia, era odiato da tutti i romani dell'epoca e per evitare che qualcuno lo uccidesse a sua volta, per prudenza, evitava di uscire dal rione Borgo- dove abitava in via del Campanile 2 – per recarsi al centro, quindi nelle zone di Campo de' Fiori e Piazza del Popolo. Glielo lasciavano fare solo nei giorni delle esecuzioni. Ma quanti disgraziati uccise Mastro Titta (impiccandoli, bastonandoli, tagliandogli la testa o squartandoli)? Le cronache di allora dicono 514, in ben 68 anni di carriera.
Se volete essere originali, a Carnevale o ancor di più ad Halloween, mascheratevi proprio da Mastro Titta. Rappresenterete un pezzo di storia della Roma papalina, un'epoca in cui il Pontefice era un vero e proprio re che decideva della vita e della morte dei suoi sudditi e il signor Bugatti eseguiva, con sangue freddo e mano ferma.
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