PRIMI GIORNI DI CACCIA, A SANDRIGO MORTI CANI E GATTI AVVELENATI DA MICIDIALI PRODOTTI TOSSICI, INDIZIATI DEI CACCIATORI DI LEPRI CHE SI CONTENDONO UNA VASTA AREA VERDE.
Era il 14 di settembre scorso, il giorno prima dell'apertura della caccia quando il sig. Giovanni Nichele ha dovuto assistere alla morte violenta della sua Kellj, una graziosa cagnetta meticcia di dodici anni, il decesso è avvenuto in seguito ad alcuni clonati di vomito, inutile la corsa alla clinica veterinaria, la morte della cagnolina e sopraggiunta in meno di venti minuti.
La mattina seguente, quindici di settembre, nella stessa zona di aperta campagna in via Campialti, è toccato a un cane da caccia di proprietà di C.D. cacciatore, residente nel Bassanese, il segugio Italiano ha ingerito uno dei bocconi sparsi ad arte nell'erba, ha cominciato a dare segni di squilibrio arrivando a mordere un altro compagno di caccia presente, il quale ha dovuto ricorrere alle cure e rimanere bloccato per ore in osservazione al pronto soccorso.
Il segugio dopo avere vomitato parte di una polpetta di carne, di colorazione bluastra, in meno di mezzora è morto tra spasmi e tremori. Il sopralluogo effettuato dalla polizia locale di Sandrigo lo stesso giorno, oltre al ritrovamento dei famigerati bocconi, ha portato alla scoperta di altri due animali morti direttamente sul posto, si tratta di un cane e un gatto, ma sembra che i cani avvelenati di proprietà di cacciatori, possano essere almeno altri cinque.
La zona dove è avvenuto il grave fatto si trova lungo il percorso "motta del diavolo" conosciuto e utilizzato da famiglie per fare delle piacevoli escursioni con i loro amici a quattro zampe, in mezzo ad una vasta area verde.
L'area è conosciuta anche per la buona presenza faunistica, lepri in particolare, e sembra, da informazioni assunte dalla polizia locale che i responsabili di questo vile gesto siano da ricercare tra le fila di questa categoria, alcuni residenti tra l'altro, hanno potuto udire una lite tra cacciatori in sopraluogo qualche sera prima, dove avevano proferito minacce in questo senso.
Giovanni Nichele, proprietario della cagnolina uccisa ha dichiarato: la nostra Kellj non era solo una cagnolina ma un membro della nostra famiglia che ci ha aiutato anche in momenti di difficoltà, non capisco perché qualcuno ha deciso di farmi questo, io rispetto tutti e ho sempre permesso ai cacciatori di passare nel mio campo, spero che la polizia provinciale, titolare delle indagini faccia tutto quello che è nelle sue possibilità per trovare i responsabili, e vengano puniti.
Il percorso è utilizzato da decine di famiglie con i loro bambini anche in tenera età, non oso pensare cosa potrebbe essere successo se qualcuno di loro avesse portato alla bocca uno di questi micidiali bocconi, ritengo che le persone che compiono questi atti, non siano altro che dei volgari criminali.
Renzo Rizzi portavoce del CPV ha aggiunto: Per cercare di risolvere questo caso, ci sarà anche l'impegno delle nostre guardie Zoofile, purtroppo la piaga dei bocconi avvelenati è in continua espansione ed evoluzione, è non è semplice scoprire i responsabili di questi atti delittuosi, anche perché mancano le testimonianze di chi può essere a conoscenza dei fatti.
Nel mondo della caccia in particolare, esiste un motto tipicamente mafioso: "silenzio, sempre, qualunque cosa accada" nel quale però, quando si aprono delle faide, polpette o salsicce avvelenate possono risolvere un torto subito, poco importa a questi personaggi se a morire tra atroci sofferenze è un animale, che nulla ha a che vedere con le loro stupide beghe, d'altronde, che cosa ci si può aspettare da chi è abituato a ferire e uccidere per divertimento?
Nessun commento:
Posta un commento