RICARDO CINALLI: "La Metafora del Perturbante"
«Il perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare»
(Sigmund Freud, Il perturbante, 1919)
Das Unheimliche è un aggettivo sostantivato della lingua tedesca, utilizzato da Sigmund Freud come termine concettuale per esprimere in ambito estetico una particolare attitudine del sentimento più generico della paura, che si sviluppa quando una cosa (o una persona, una impressione, un fatto o una situazione) viene avvertita come familiare ed estranea allo stesso tempo cagionando generica angoscia unita ad una spiacevole sensazione di confusione ed estraneità. – Tratto da Wikipedia
Dopo una breve apparizione passata Ricardo Cinalli torna a Trieste. E questa volta lo fa in grande stile, nel suo stile, quello monumentale. Dal 24 marzo al 27 aprile l'opera dell'affermato artista argentino sarà esposta al Salone degli Incanti. Spazio scenografico e plastico, l'ex Pescheria si trasformerà per questa occasione in una labirintica successione di stanze, progettate per accogliere il vasto lavoro di Cinalli. Il percorso espositivo, curato e realizzato dall'architetto Chiara Lamonarca e dall'architetto i. Marzia Decorte, sarà organizzato in diverse sale che si compenetrano, dedicate ai temi ricorrenti della produzione dell'artista: Inversus Terzo Illusione contro realtà (allegoria della caverna), Le stanze delle premonizioni, Eros e Thanatos, La metropoli utopica, I viaggiatori Blu. Un'ottantina di opere di grandi dimensioni interrogheranno lo spettatore sulle questioni universali dell'uomo rispetto all'amore, alla morte, alla religione, al tempo e all'arte.
Una mostra monografica che riassume e organizza l'enorme produzione artistica di Ricardo dagli anni Ottanta ad oggi elaborando una scomposizione concettuale già avviata dal critico internazionale Edward Lucie Smith nell'intento di ordinare i diversi soggetti narrati da Cinalli: personaggi possenti e sproporzionati, esseri ambigui e grotteschi, figure mitologiche e sacre che si muovono all'interno di ambientazioni ispirate al Classicismo, al Rinascimento, a de Chirico o a Picasso. Ad introdurre le sezioni ci saranno le personali indicazioni dell'artista stesso che accompagneranno il pubblico nelle sue riflessioni e nelle possibili conclusioni.
"La metafora del perturbante", questo il titolo della mostra, sintetizza in modo eccellente l'intera personalità dell'artista che attraverso l'enigma metaforico interpreta la vita e si coniuga alla passione per la psicologia, materia in cui Cinalli è laureato, tramite la nuova categoria estetica proposta da Freud, quella del perturbante appunto, per indicare la sfera emotiva della paura e dello spaventoso.
Ricardo è un artista figurativo che percorre una strada solitaria rispetto ai molteplici linguaggi del contemporaneo eleggendo l'immagine a mezzo personale di espressione. E' poliedrico nella tecnica che spazia dal pastello su carta velina all'olio su tela, dall'inchiostro su carta fino ad arrivare ad una delle componenti fondamentali del suo cammino: l'affresco. Cinalli è, forse, prima di tutto un affreschista e le sue opere imponenti non lo smentiscono. Sono essenziali infatti, nella sua produzione, "La Resurrezione" realizzata per la controfacciata del Duomo di Terni e "Hommage to the Millenium" a Punta del Este, in Uruguay.
Nato nel 1948 a Santa Fe da genitori di origini italiana e catalana, Ricardo si trasferisce a Londra dopo gli studi universitari e frequenta la Harrow School of Art e il prestigioso Hornsey College of Art. In questa città trova un ambiente di sperimentazione molto aperto che gli permette elaborare diverse tecniche espressive. Da gli anni Ottanta i suoi lavori saranno esposti in Inghilterra, in Brasile, in Svezia, in America e in Argentina.
La mostra triestina vuole introdurre l'artista di fama già internazionale anche al grande pubblico italiano dell'arte contemporanea avviandolo alla fruizione dell'opera di Ricardo Cinalli attraverso un ambizioso progetto ideato da Claudio Crismani, presidente dell'Associazione Culturale Woland, in collaborazione con il Comune di Trieste e grazie al contributo della Fondazione CRTrieste. La mostra sarà accompagnata da un'edizione monografica curata da Alessandro Tusset di Elzeviro Edizioni in cui verranno pubblicati i testi dei critici d'arte Sanda Miller, Patricia Rizzo e Edward Lucie Smith accompagnati dalle spettacolari fotografie di Neva Gasparo.
Ospite d'onore alla serata inaugurale oltre al comitato di esperti ed autori della monografia sarà la scrittrice e traduttrice Maria Kodama, vedova di Jorge Luis Borges poeta e premio nobel argentino. La presentazione avrà luogo sabato 23 marzo alle ore 17 presso l'Auditorium del Museo Revoltella a cui seguirà l'inaugurazione negli spazi dell'ex Pescheria alle 18.30.
Redatto da Caterina Skerl
Ufficio stampa Reef Comunicazione S.r.l.
Maddalena Mayneri
Ufficio stampa Studio Sandrinelli S.r.l.
Fulvia Benussi
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